Vita del Santo
«Un modello di umanità piena, riuscita, risorta, perché donata e, quindi, realizzata»: è così che il vescovo Michele Tomasi ha tratteggiato la figura di Liberale, patrono della diocesi e della città di Treviso, ricordando il suo impegno per i poveri, per la difesa della fede cristiana e per la pace. Della vita di Liberale si sa molto poco, se non per una leggenda giunta fino a noi che sarebbe stata composta nel secolo X. Sembra che fosse nato ad Altino, da una nobile famiglia equestre. Fu educato alla fede cristiana da Eliodoro, primo vescovo della città. Allo studio della dottrina cristiana, alle preghiere prolungate ed alle dure mortificazioni della carne, egli univa l’assistenza ai poveri, agli ammalati e l’azione vigorosa per sostenere i credenti, convertire i pagani e gli ariani ed opporsi alle loro prepotenze. Quotidianamente assisteva alla Santa Messa. Ogni domenica si comunicava e, preso cibo solo in quel giorno, restava completamente digiuno il resto della settimana. Crescendo l’opposizione dei pagani e degli ariani, Eliodoro affidò la sua sede al vescovo Ambrogio, per ritirarsi poi nelle isole della laguna di Venezia. Dopo qualche tempo, preoccupato dell’incapacità di Ambrogio di tener testa a pagani ed eretici, Liberale decise d’andare alla ricerca di Eliodoro, ma volle prima chiedere lumi al Signore. Mentre pregava nella cattedrale s’addormentò e nel sonno gli apparve il suo angelo custode in forma d’uomo dall’aspetto risplendente, che lo incoraggiò e gli preannunciò vicina la morte. Visitate un’ultima volta le chiese della città e dei dintorni, Liberale andò a Castrazone dove c’era una chiesa dedicata a san Lorenzo. Non trovando modo di raggiungere l’isola dov’era Eliodoro, si fermò là conducendo vita eremitica; colpito da grave malattia, poco dopo morì, il 27 aprile. Clero e popolo venerarono Liberale come paladino di coraggio e di carità: una devozione rinsaldata da una fama di santità legata a diversi episodi prodigiosi riportati dalle leggende e trasmessi attraverso le generazioni. Fin dal sorgere del libero Comune nel secolo XII, “Liberale cavaliere d’Altino” è stato proclamato patrono di Treviso, pur restando gli apostoli Pietro e Paolo titolari della Cattedrale.
Agiografia
«Santo e guerriero». Così, anche nell’iconografia, è conosciuto Liberale: una figura particolarmente venerata nella zona di Altino e in tutta la provincia di Treviso, oggetto di grandissima devozione. La vita di Liberale rimane avvolta da un alone di leggenda e di una tenace fede, diffusa anche tra i giovanissimi. Sin dalla giovane età, Liberale mostrò una forte inclinazione verso la fede cristiana, dedicando gran parte della sua vita a servire Dio e a combattere le ingiustizie attraverso l’adozione dei valori cristiani. Come cavaliere, non esitò ad impugnare la spada per difendere i deboli e proteggere la propria terra dall’oppressione. La sua vita terrena sembra sia stata caratterizzata da gesta eroiche: sfidò nemici temibili con grande coraggio ineguagliabile e dimostrò sempre una profonda pietà verso gli oppressi e i fragili. Dopo molte battaglie vinte con l’impeto di un uomo valoroso, saggio e credente, Liberale decise di abbandonare le armi per dedicarsi completamente alla vita spirituale. Si ritirò in solitudine nei boschi circostanti Altino, dove pregava incessantemente e compiva miracoli che attiravano discepoli e devoti. Dopo la morte, la sua figura divenne simbolo di speranza per tanti fedeli. Si narra che gli episodi prodigiosi che lo vedono protagonista siano numerosi: si raccontano episodi in cui salvò la vita agli innocenti durante la carestia oppure restituì la vista a persone cieche. Il culto del santo continua a vivere nei cuori degli altinati come esempio di coraggio nella fede e difesa delle virtù cristiane, con piglio deciso ma pacifico. Liberale rappresenta oggi un grande esempio spirituale e storico di come sia possibile conciliare l’impeto del guerriero con la dolcezza del santo.
Intervista impossibile di Monsignor Derio Olivero al Santo
Quale strada ci indichi per testimoniare la Verità con passione senza difenderla in modo ideologico e violento? E tu, come hai fatto?
Troppo spesso pensiamo che la verità sia una cosa che “possediamo”. Così, con questa presunzione, crediamo di trattarla come un “oggetto”: la manipoliamo, la usiamo, la imponiamo agli altri. Come una clava, che ci dona potere e sicurezza. In realtà la verità è sempre più grande di noi. Non la possediamo mai del tutto. Siamo umilmente in cammino verso di lei. Con tutti gli altri. Mendicanti. Per noi la Verità è Gesù Cristo. Di Lui siamo umili discepoli. Io, per primo, sono un piccolo discepolo, in ricerca. Mendicante del suo perdono e del suo Spirito. Come tutti.
Quanto è stato importante nel tuo percorso il contatto con i poveri e i malati? Secondo te, che cosa hanno da insegnarci?
Ho incontrato tante volte poveri: sia poveri materialmente, sia giovani senza speranza, anziani soli, persone distrutte da un lutto. Ed ho incontrato sovente malati e moribondi. Mi hanno insegnato il senso del limite, la necessità della condivisione. Mi hanno insegnato la fragilità della nostra esistenza e l’urgenza della lotta per la giustizia. Mi hanno insegnato che sono un privilegiato e che devo restituire ciò che mi è stato gratuitamente donato.
Quale peso ha avuto la vita interiore nel tuo cammino di fede? Cosa consiglieresti per custodirla e alimentarla?
Ringrazio i maestri che mi hanno insegnato a prendermi cura del silenzio, della preghiera, del ringraziamento, dell’invocazione, del perdono. Mi hanno insegnato lo stupore e la capacità di rileggere la mia vita alla luce della Parola. Tutto questo è sorgente viva a cui dissetarsi per camminare, per non mollare. Si custodisce con un allenamento quotidiano e, insieme, con momenti eccezionali in luoghi dello spirito. Per me sono stati i monasteri e gli esercizi spirituali.
Come armonizzare la fedeltà dottrinale con l’impegno solidale per una Chiesa integra e aperta, attenta alle sfide di ogni tempo?
Spesso si pensa che “identità e relazione” siano in conflitto: per preservare l’identità occorre dubitare della relazione. In realtà la nostra identità è fatta di relazioni. Noi siamo “tutto ciò che abbiamo incontrato”. Ancora adesso diventiamo noi stessi tramite le relazioni. Questo è valido per l’identità personale e per l’identità ecclesiale. Non si tratta di chiuderci per preservarci, ma di aprirci per “diventare davvero noi”. Perché la vera Chiesa non esiste ancora. Sta ancora davanti a noi.
Segni Iconografici distintivi
È ritratto vestito d’una lunga sottana, simile al camice liturgico, e d’una sopravveste più corta, simile alla tunicella o alla dalmatica. Talvolta però viene raffigurato rivestito di corazza con in mano la bandiera della città, poiché nella tradizione Liberale oltre a lottare contro pagani ed ariani combatté contro le popolazioni barbariche.
Tradizione gastronomica legata al culto
Soprattutto nelle zone vicine ad Altino, in provincia di Venezia, la ricorrenza del santo viene celebrata con piatti tipici della tradizione locale veneta. Il risotto allo zafferano e baccalà, primo piatto a base di pesce dal profumo inebriante e dal sapore deciso, molto facile da preparare che porta una ventata di colore alla tavola. Il baccalà mantecato alla veneziana, le sarde in saor o il fegato alla veneziana.
Curiosità
Liberale è patrono di Castelfranco Veneto in provincia di Treviso: così, infatti, vollero i cittadini trevigiani che fondarono il fortilizio da cui si è sviluppata l’attuale città.
Preghiere a San Liberale
Alla tua protezione ci affidiamo San Liberale.,
Vogliamo lasciarci conquistare dal tuo esempio di fede,
e dal tuo grande amore per Gesù e per i poveri.
Vogliamo che, specialmente in questo periodo di prova,
anche la nostra vita sia come la tua: segno di fiducia in Dio Padre,
che si prende cura dei suoi figli;
in Cristo, che si fa vicino e ci accompagna nelle fatiche;
nello Spirito Santo, che dona forza e coraggio per affrontare le avversità.
Tu, che sei stato instancabile annunciatore della divinità di Gesù, il Dio con noi,
sostieni la nostra speranza nel Signore della vita, vivo accanto a noi,
accendi la nostra carità perché possiamo prenderci cura
con dedizione gli uni degli altri, specie dei più piccoli e indifesi,
degli anziani e dei fragili, dei poveri e dei dimenticati.
Soldato di Altino, spronaci nella battaglia contro il male fuori e dentro di noi,
contro l’egoismo che rende ciechi verso i bisogni del prossimo,
contro il sospetto verso i fratelli che rende soli,
contro il disinteresse che priva l’altro della sua dignità.
Per la tua intercessione fa’ che ritroviamo presto la pace e la gioia di
poter servire il Signore e i fratelli con tutte le nostre capacità,
col nostro lavoro, col nostro studio, col nostro volontariato,
con tutte quelle doti che il Padre ci ha affidato per trasformare il mondo
e renderlo sempre più somigliante al sogno d’amore che ha per ciascuno di noi.
Amen.
(di Autore Anonimo)
O glorioso San Liberale,
che hai vissuto nella fede e nell’amore di Cristo,
e che hai testimoniato il Vangelo con la tua vita e il tuo martirio,
ti invitiamo a intercedere per noi presso Dio.
Sei stato un esempio di coraggio e di fede incrollabile,
anche nelle difficoltà, e oggi,
il tuo spirito continua a ispirarci nel nostro cammino di fede.
Ti chiediamo, San Liberale,
di proteggere la nostra comunità,
di aiutarci a vivere con forza e determinazione il nostro impegno cristiano,
a rimanere fedeli alla parola di Dio e a diffondere
l’amore di Cristo in ogni azione della nostra vita quotidiana.
Intercedi per noi, affinché possiamo ottenere le grazie che tanto desideriamo,
e che, come te, possiamo essere pronti a testimoniare la nostra fede
con coraggio e amore verso tutti.
San Liberale, prega per noi e guida il nostro cammino verso la santità.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Fonti
- I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire, Luigi Luzi, Shalom Editrice.
- Il grande libro dei santi, dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, San Paolo Editore.
- I santi secondo il calendario, prefazione di Gianfranco Ravasi, edizioni Corriere della Sera.