Vita del Santo
Costantino visse nel VI secolo ed era il re dell’attuale Cornovaglia. Di lui si conosce ben poco, in quanto la documentazione arrivata fino a noi è stata tramandata da san Gildas, che lo definisce «cucciolo tirannico dell’impura leonessa di Damonia». Trascorse una giovinezza dissoluta, punteggiata di infamità e scarsi valori morali: adultero, assassino e scellerato, tradì e ripudiò la moglie, figlia del re di Bretagna Armoricana, per poi vivere con più donne. Inoltre, venne meno alla parola data, non ottemperando ad un patto stretto con i nemici: pare infatti che il sovrano, dopo aver giurato di voler porre fine ai conflitti con gli avversari, si finse un abate e li uccise, mentre questi erano all’interno di un santuario. Una figura da non confondersi con quella dell’omonimo e celebre san Costantino Imperatore, anch’egli venerato come santo specialmente dalle Chiese Orientali, sia cattoliche che ortodosse, e festeggiato il 21 maggio. A quanto riportano le fonti, la seconda e ultima parte della vita di re Costantino fu totalmente diversa dalla prima. Convertito al cristianesimo, cambiò in maniera radicale la sua esistenza. Rinunciò al trono e al suo potere, abdicando a favore del figlio Bledric, e si rinchiuse in un monastero irlandese dove visse per sette anni, in assoluta sobrietà e penitenza, pregando e studiando le Sacre Scritture. Fondò chiese e, ordinato presbitero, sotto la direzione di san Colomba, evangelizzò le popolazioni indigene, dove venne martirizzato nel 576 da un gruppo di fanatici pagani. Costantino fu il primo a spargere il proprio sangue su quella terra per la fede nel Vangelo che andava predicando nelle pubbliche piazze.
Agiografia
Costantino, re di Cornovaglia, è una figura leggendaria della storia britannica. Secondo le leggende e i racconti medievali, fu un uomo valoroso e trasformò la sua regione in un regno prospero. La leggenda di re Costantino si intreccia con quella di re Artù, anche se le fonti storiche sono limitate e quelle giunte fino a noi mescolano i fatti con la mitologia, esistono racconti che cercano di ricostruire il legame tra questi personaggi. Secondo la tradizione, Costantino era un valoroso sovrano celtico che governava la Cornovaglia nei periodi immediatamente successivi alla caduta dell’Impero romano. Divenne famoso per le sue grandi imprese e per il suo ruolo nella difesa della Bretagna contro invasori esterni, come gli anglosassoni. Un elemento chiave della leggenda riguarda il periodo in cui Costantino salì al trono: si narra che dopo la morte di re Artù molti regni britannici furono coinvolti in conflitti e in lotte per il potere. Artù stesso è descritto come un capo carismatico che aveva guidato i suoi uomini in numerose battaglie per difendere la Britannia. Alcuni racconti affermano che Costantino ottenne riconoscimenti e legittimità al suo regno attraverso prove di coraggio e abilità in battaglia simili a quelle che avevano reso famoso re Artù. Presumibilmente, lui stesso avrebbe potuto avere legami storici o simbolici con la famosa Tavola Rotonda o con i cavalieri arturiani. Talvolta, la sua figura è associata a momenti cruciali della vita di re Artù: si dice che fosse presente nella battaglia finale contro Mordred o che avesse assistito alla cerimonia in cui re Artù venne sepolto nell’isolotto di Avalon. Anche se non esistono evidenze storiche concrete e molte delle narrazioni su Costantino sono più leggendarie che reali, il suo nome vive ancor oggi nel folclore celtico insieme a quello del mitico re Artù come simbolo delle aspirazioni e dei valori dei popoli britannici del passato.
Intervista impossibile di Monsignor Franco Moscone al Santo
Qual è stato il tuo approccio nella costruzione di una società più giusta e solidale sotto l’egida del cristianesimo?
Essere il rappresentante di una comunità civile come cristiano ti rende in qualche modo attento a valori che vanno incarnati nell’ambiente in cui vivi e che ti è stato affidato. Lo devi vedere come un dono da parte di Dio, che ti ha affidato la responsabilità di rendere il territorio che guidi il più possibile conforme a quello che Cristo ha annunciato. Dunque, un’attenzione ai poveri e al senso della giustizia, un cooperare per la pace nel rispetto delle persone e incominciando dagli ultimi, senza aver paura di perseguire questi valori fondamentali. Perseguire la pace come condizione effettiva e stabile mi ha portato a non aver paura di difficoltà e persecuzioni, addirittura fino al martirio, la condizione ultima che rappresenta all’estremo il tuo esserti incarnato per il tuo popolo e il tuo territorio.
In quale modo è possibile custodire i valori cristiani della società, garantendo una sana separazione dei poteri: politico e religioso?
Credo che non ci sia una grande distinzione nel servizio, tra essere una guida politica e amministrativa di un territorio ed esserne guida spirituale. Sia come uomo di politica che, come guida spirituale, ti viene chiesto di essere attento all’aspetto sociale e all’impegno per la centralità di ciascuna persona. Occorre quindi fare la propria parte nell’ambito amministrativo e politico, rispettando lo spirituale e lasciando che questo venga indicato dalle rispettive autorità. Ovviamente tra i due poteri, oltre ad esserci la giusta e corretta distinzione, deve esserci un’alleanza finalizzata a un bene superiore: quello del territorio e del popolo che amministri o che guidi spiritualmente.
Come aprirci all’esperienza di un Dio che ci ama follemente non per i nostri meriti, ma nei nostri fallimenti e peccati?
La presenza di Dio è fatta proprio per prendere in braccio i miei fallimenti e i miei pesi e dirmi: «Non avere paura resisti, cammina, io sono al tuo fianco». Le sconfitte, anche nelle scelte fatte per dare indicazioni al proprio popolo, diventano un motivo per guardare più in alto e per rendersi conto che c’è un amore più grande di tutti, quello che si riceve continuamente da Dio. Questo amore, oltre a sanare le ferite, le rende delle feritoie, come dirà una persona di fede che sarebbe arrivata molti secoli dopo di me, don Tonino Bello. Feritoie di salvezza perché l’amore di Dio non solo sana, ma mi fa vedere molto più in là.
L’esperienza dell’amore gratuito di Dio può trasformare radicalmente la nostra vita? Come lo testimonieresti oggi ai giovani delle nostre comunità?
L’amore vero che nasce e prende origine da Dio è quello con la A maiuscola. È importante che la nostra visione di Dio sia limpida e bella, non di paura ma di affetto, tenerezza e stimolo. Vorrei dire ai giovani di oggi che Dio non toglie nulla alla nostra vita e al nostro camminare di tutti i giorni, anzi offre sempre consiglio, perdono, misericordia e serenità. Se sbagliamo, la fede in Lui ci riprende e ci rialza, ci abbraccia e ci prende per mano: una visione di Dio corretta va testimoniata ai giovani con una vita trasparente e gioiosa, dove il Vangelo non è solo buona notizia ma è un bel modo di vivere e di relazionarsi nel mondo di oggi e in ogni epoca.
Segni Iconografici distintivi
È ritratto in abiti regali, la corona sul capo, la palma simbolo del martirio, una croce in mano per ricordare la sua conversione al cristianesimo. Talvolta viene raffigurato anche con simboli che richiamavano l’aspetto militare, come il cavallo o lo scudo.
Tradizione gastronomica legata al culto
Il “cornish pasty ” è un tipico pasticcio (fagottino) della Cornovaglia. Si prepara, in occasione della festa del santo, disponendo un ripieno di carne e verdure, su una metà di un cerchio piatto di pasta frolla, piegando a metà la pasta per avvolgere il ripieno a semicerchio e chiudendo il bordo curvo per sigillare prima della cottura. Le origini del piatto non sono chiare, sebbene ci siano molti riferimenti nella narrativa a san Costantino.
Curiosità
Secondo la tradizione, Costantino sarebbe uno dei leggendari eredi di re Artù.
Preghiere a San Costantino
Rattristato per la perdita della tua giovane sposa,
tu hai rinunciato al mondo, o San Costantino,
ma vedendo la tua umiltà
Dio ti ha chiamato a lasciare la tua solitudine
e servirlo come sacerdote.
Seguendo il tuo esempio,
noi preghiamo di avere la grazia di capire
che dobbiamo servire Dio secondo la sua volontà
e non come desideriamo,
per essere riconosciuti degni della sua misericordia.
Amen.
(di don Fabio Arduino)
Tu nascesti per essere re di Cornovaglia,
o San Costantino,
cantando le tue lodi,
noi riconosciamo la vanità del nostro preferire i progetti umani
alla volontà del nostro Dio.
Aiutati ad impegnarci nel sostenere un’economia più umana,
promuovendo la condivisione dei beni
e la giustizia sociale.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Fonti
- I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire, Luigi Luzi, Shalom Editrice.
- Il grande libro dei santi, dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, San Paolo Editore.
- I santi secondo il calendario, prefazione di Gianfranco Ravasi, edizioni Corriere della Sera.