Viaggio nella preghiera, seconda tappa. Quando pregare? Sempre!
Prosegue il nostro viaggio in cinque tappe alla scoperta degli elementi essenziali del rapporto con Dio, in compagnia del vicario di Papa Francesco per la diocesi di Roma, il card. Angelo De Donatis. Alla domanda: "quando pregare?", la risposta è quella di San Paolo: "Incessantemente".Pregare, ma quando? Sempre, ci dice San Paolo (1Ts 5,17). Impossibile, diremmo noi. Ma se “la Santa Scrittura non ci comanda nulla di impossibile”, come sosteneva Massimo il Confessore, dovrà dunque esserci un modo!
Come fare allora? Proviamo a dare, in poche righe, dei semplici suggerimenti che vengono dalla tradizione monastica e dall’esperienza di vita dei santi, da uomini e donne cioè, che hanno intessuto la loro vita di preghiera.
Prima di tutto il desiderio. Se una cosa non la desideri con tutto il cuore non la otterrai mai, se cominci a desiderarla hai già iniziato ad ottenerla. Ce lo insegna magistralmente Sant’Agostino: “Il tuo desiderio è la tua preghiera. Se il tuo desiderio è continuo, la tua preghiera è continua”. Quanto è grande dunque il tuo desiderio?
Quando desideri una cosa la pensi spesso, ti viene naturalmente in mente…
Così se desideri l’incontro con il Signore, a Lui spesso rivolgi la mente e il cuore, anche tra le mille faccende quotidiane. Lo puoi fare mandandogli delle “frecciatine” d’amore, quelle che una volta si chiamavano giaculatorie, secondo quanto il tuo cuore ti suggerisce nel momento che stai vivendo: “Signore, aiutami”, “Grazie, Padre!”, “Gesù, sono stanco, sollevami!”; “Signore, abbi pietà di me!”, “Gesù ti voglio bene”, “Spirito Santo, illuminami” e mille altre che terranno sveglio il tuo cuore.
Sarà importante poi trovare dei tempi, anche brevi, ma costanti, da dedicare alla preghiera,
consigliati quelli del mattino, prima di ogni altra attività della giornata. Sarà come mettere piccoli anticorpi di fede, speranza e amore contro i virus che ti aggrediranno. Come insegna la volpe al piccolo principe, “ci vogliono i riti”, piccoli appuntamenti quotidiani, mai insignificanti, che ci “addomesticano” gli uni agli altri, ci rendono cioè ogni giorno un po’ più “di casa” con il Signore.
Così, poco a poco, Lui ci diventa familiare, amico, e, qualunque sia il lavoro da fare, la persona da incontrare, l’attività da svolgere, potremmo aderire a quell’attimo presente con amore: “chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1Gv 4,16): un amore incessante è una preghiera incessante.
Una certezza ci sarà di sostegno: Gesù per primo prega ininterrottamente il Padre per noi! Potremmo dunque ad ogni istante “connetterci” alla Sua incessante preghiera.
Angelo Card. De Donatis
Leggi la prima tappa: “Quando pregate dite: Padre“