16 Luglio 2024

Vi scrivo perché ho un fratello sacerdote e vedo come vive!

Ancora una bella lettera, appena giunta qui nella nostra redazione da una donatrice un po' speciale. Antonella, infatti, oltre a ringraziare Dio per i molti sacerdoti che ha incontrato nella sua esperienza parrocchiale, ha avuto il dono di una vocazione anche nella sua famiglia d'origine. Potendo osservare da vicino la vita di suo fratello e di altri preti accanto a lui, vuole sfatare con noi qualche brutto luogo comune...

Buongiorno! Ho letto sulla nostra rivista, Sovvenire, l’invito a condividere l’esperienza di fede vissuta in parrocchia e ho deciso di farlo anche con la mia. Vi scrivo da una piccola frazione della provincia di Ancona, a due passi dal mare, ma non sono sempre vissuta qui. Le mie origini sono in Romagna e devo confessare che per me non è stato facile adattarmi, con la mia indole romagnola, alla sensibilità diversa che ho trovato qui. Proprio per questo, però, devo dire grazie ai diversi sacerdoti che nel corso degli anni mi hanno accompagnato, come parroci e vice parroci, coinvolgendomi nelle attività della comunità, a cominciare dalla sistemazione degli addobbi floreali per gli altari. Un altro pensiero grato lo rivolgo ai confessori, diocesani e religiosi, che mi hanno sempre offerto una parola di conforto e mi hanno fatto sperimentare l’abbraccio misericordioso di Dio: nella mia parrocchia e in quelle vicine, ma anche nei santuari della nostra bella zona, a cominciare da quello di Loreto.
Il motivo principale che mi ha spinto a scrivere, però, è che ho ricevuto la grazia di avere un fratello sacerdote, che oggi vive in una diocesi non lontana dalla mia. Attraverso di lui ho avuto modo di conoscere da vicino come vivono tanti sacerdoti, la loro totale disponibilità e il tempo che non basta mai, tra mille impegni e spesso varie difficoltà.
Per molti di loro, poi, ho visto coi miei occhi anche situazioni di precarietà economica; altro che ricchezza, come spesso si sente dire, magari a causa di qualche cattiva testimonianza!
Ho conosciuto tanti sacerdoti santi, e rendo grazie a Dio per questo. Ma devo dire che di persone sante ne ho conosciute diverse altre, anche non sacerdoti. Persone capaci di gesti d’amore anche solo incontrandole al bar o in un negozio, con addosso una divisa da carabiniere o dietro la scrivania di un ufficio comunale.
C’è chi sostiene che non possiamo cambiare il mondo ma io non credo sia così: tutti, dal politico onesto fino al netturbino che rende più belle le strade dei nostri paesi, tutti possiamo essere “sale” che dà sapore, “lievito” che fa fermentare tutto l’impasto.
Ciascuno di noi, da solo, non può cambiare il mondo, ma insieme sicuramente possiamo renderlo migliore.

Antonella B.  

16 Luglio 2024
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