10 Settembre 2024

Una famiglia di famiglie dove le generazioni si incontrano

A Telese Terme (BN) la comunità guidata da don Giammaria Cipollone (parroco in solidum insieme a don Gerardo Piscitelli) cresce a misura di famiglia: dalle celebrazioni domenicali, alla catechesi, alle attività estive. Ma in diocesi (Cerreto Sannita - Telese - S. Agata de' Goti) questo non è l'unico esempio di costruzione di un ambiente in cui l'incontro tra bambini, giovani, adulti e anziani arricchisce tutti coloro che non si tirano indietro.

In questa Italia che si spopola, dove ci sono sempre meno figli e famiglie, esistono le eccezioni. Nel beneventano, il comune di Telese Terme ad esempio, con i suoi 8000 abitanti, è una realtà giovane e in crescita in un territorio tranquillo, fatto di colline verdi, famoso per le acque salutari delle terme e del fiume Calore Irpino. Quest’anno la cittadina nella diocesi di Cerreto Sannita –Telese – Sant’Agata de’ Goti, festeggia i novant’anni come municipio autonomo, frutto di uno sviluppo costante. “È l’unico comune della provincia di Benevento cresciuto demograficamente – spiega soddisfatto don Giammaria Cipollone (34 anni, sacerdote da 8), parroco in solidum di Santo Stefano insieme a don Gerardo Piscitelli –. Presenta una popolazione perlopiù di famiglie giovani, provenienti in modo particolare da piccoli comuni vicini, soprattutto dalle province di Napoli e Caserta”.

Nel comune vi è solo una parrocchia. “La crescita della comunità, come anche la centralità di Telese Terme all’interno della diocesi, ha permesso la realizzazione di una nuova chiesa con 500 posti a sedere nella sola aula liturgica” – racconta. Un anno fa, a giugno, il cardinale Matteo Zuppi ha benedetto la nuova costruzione. “In un tempo in cui le chiese, per mancanza di sacerdoti e fedeli si chiudono, la nascita di questa nuova chiesa sembra essere un messaggio di speranza” – sottolinea il parroco.

Telese è una comunità viva, dove la chiesa sta giocando un ruolo importante nell’aiutare a creare un senso di comunità, “proponendosi come luogo-tempo di incontro”, chiarisce il sacerdote che, occupato anche come docente di Teologia spirituale biblica a Roma all’università Gregoriana, vive l’esperienza di parroco e professore come un arricchimento reciproco dei suoi due impegni.

A Santo Stefano, una delle iniziative nate dal desiderio di far crescere quel senso di comunità fondamentale per celebrare il giorno del Signore, è la “domenica in comunità”. L’ultima domenica del mese le famiglie, gli anziani, ma anche le persone sole, si fermano nei locali della chiesa e consumano insieme il pranzo. Nasce così, dalla condivisione del cibo e della Parola, un clima di festa, fulcro dell’incontro che ogni domenica avviene attorno all’Eucaristia.

Nella parrocchia campana da qualche anno parroco e collaboratori si sono interrogati su come trasmettere il Vangelo ai ragazzi. L’obiettivo è di far diventare il cammino di catechesi più esperienziale e meno dottrinale, più di relazione con il prossimo. “I bambini, una volta al mese, vivono l’incontro settimanale presso una delle strutture per anziani, trascorrendo il loro tempo con chi il tempo lo ha visto passare, conservando ricordi e insegnamenti da condividere. L’incontro intergenerazionale, l’ascolto di esperienze di fede oltre che di vita, aiuta a far maturare nei bambini e nei genitori il desiderio di ‘cura’ dei più fragili” – racconta don Giammaria.

Per superare l’impostazione parascolastica che accompagna i cammini di preparazione ai sacramenti, c’è stata una prima innovazione affidando la catechesi non più a singoli catechisti ma a famiglie (giovani coppie con figli). “Questa modalità diventa l’occasione per testimoniare l’essere chiesa come famiglia di famiglie”, sottolinea il sacerdote. Anche in altre parrocchie della diocesi, come a San Michele Arcangelo ad Amorosi, comunità guidata da don Saverio Goglia, si vive un cammino simile nella preparazione ai sacramenti. “Non è un percorso parallelo dei genitori rispetto a quello dei ragazzi – chiarisce don Giammaria – ma un procedere insieme”.

Marco Giulioli, 41 anni, enologo e Tania Falluto, 40 anni, impegnata nell’amministrazione nell’azienda agricola di famiglia, sono una coppia molto attiva nella comunità di Telese Terme.

“Siamo alla prima esperienza di catechismo per la preparazione alla prima comunione e, sinceramente, mai avremmo pensato di diventare catechisti – ammettono i due con un sorriso –. L’invito, anzi la chiamata a questo servizio è arrivata dal parroco. All’inizio, come ogni chiamata, ci ha destabilizzato. Eravamo preoccupati di svolgere un ruolo di formatori dei ragazzi, quando avevamo bisogno, prima di tutto noi, di ricevere una parola. Ma la cosa che ci ha spinto è stato l’essere parte di un cambiamento, un cambiamento che si realizzava con

un nuovo modo di fare catechesi attraverso le famiglie.

La nostra ora di catechismo non è mai un’ora di lezione, ma un momento per ascoltare i ragazzi, per condividere con loro le difficoltà e le gioie della settimana. Un modo autentico per relazionarsi con loro che sono il futuro della nostra comunità e con le altre famiglie”.

Non dimenticando il tempo della vacanza, la parrocchia ha pensato a questo momento prezioso. “Oltre all’impegno verso i più piccoli nell’oratorio e nel Grest (tra bambini e animatori quest’anno c’erano 400 presenze), una delle esperienze più arricchenti è il viaggio estivo”, racconta il sacerdote. “Ben 130 ragazzi, accompagnati da coppie di famiglie giovani, sono stati 8 giorni sulle Dolomiti in un cammino di ricerca personale. Un periodo che ha permesso come ogni anno – visitando le città, nell’ascolto della Parola, nell’aiutarsi in casa – di vivere un’esperienza arricchente grazie a un cammino profondo, di crescita umana, spirituale, fortemente comunitario”.

(di Nicola Nicoletti – foto gentilmente concesse da don don Giammaria Cipollone)

10 Settembre 2024
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