12 Dicembre 2023

Tra libri e lezioni, scoprire la propria vocazione

5 dipartimenti, 24 corsi di laurea, 17 master, 6 corsi di formazione/perfezionamento, 7 scuole di specializzazione: è il vasto e complesso mondo dell'Università di Teramo. Anche in quel contesto, però, c'è chi è chiamato ad annunciare il Vangelo e a offrire ai giovani studenti un sorriso accogliente. Ce lo racconta don Marcello Iuliani, da 4 anni responsabile della pastorale universitaria di Teramo - Atri.

Tra fede e cultura accanto ai giovani, per un cammino gioioso di crescita integrale. È lo slogan coniato da don Marcello Iuliani, responsabile della pastorale universitaria della diocesi di Teramo-Atri dal 2019, con i giovani studenti dell’Università statale abruzzese. Università cresciuta notevolmente, che oggi conta 5 dipartimenti, 24 corsi di laurea, 17 master, 6 corsi di formazione/perfezionamento, 7 scuole di specializzazione. Il nostro percorso – spiega don Marcello – si propone di rivolgere uno sguardo attento e partecipato al variegato mondo dell’università, un contesto laico, in cui offriamo un contributo cristiano al conseguimento delle finalità proprie dell’università: il nostro principale obiettivo è la maturazione integrale dei giovani studenti e la crescita della carità intellettuale. E questo lo facciamo soprattutto attraverso proposte culturali.
Incontri, corsi opzionali, espressioni manifeste di una fede vissuta, colloqui e dialoghi di varia natura: tutto è volto all’incontro. Potremmo definire

la pastorale universitaria come l’occasione di incontro che permette lo scaturire di un dialogo profondo.

Ci riuniamo due o tre volte al mese nei dipartimenti o nella rettoria dell’Annunziata, nei pressi del Duomo – continua don Marcello – per vivere momenti di preghiera, di comunione, di formazione. I temi scelti cambiano di volta in volta e riguardano, non di rado, l’attualità. Organizziamo laboratori di memorizzazione e apprendimento, come vincere l’ansia per gli esami, pellegrinaggi, cineforum, gemellaggi con altre realtà della regione ecclesiastica abruzzese-molisana e siamo in contatto con altri centri di ricerca e di alta formazione presenti sul territorio.
Il nostro anno pastorale coincide con quello della parrocchia. A inizio anno accademico 200 studenti hanno partecipato al pellegrinaggio di Assisi, pregando per la pace, assaporando l’arte e la spiritualità dei luoghi. Non mancano i corsi per fidanzati, in cui invitiamo anche religiosi – francescani – per uno scambio sul tema vocazionale. Aiutiamo i giovani liberamente a fare discernimento. A dicembre è in programma Loreto con una catechesi di Avvento che poi ripeteremo in Quaresima, per rimarcare i tempi liturgici forti. A gennaio invece è Roma la meta con un pellegrinaggio di tutte le pastorali universitarie d’Italia. Incontriamo anche gli studenti delle altre province universitarie con cui siamo gemellati, due volte all’anno.
Insomma la nostra è una risposta ad una chiamata:

essere studente, manifestando la propria fede, negli ambienti universitari, per la maggior parte laici.

Per questo la connotazione vocazionale è implicita: il giovane universitario sa che la prima risposta alla vocazione cristiana è fare bene quanto è chiamato a fare. Lo studio si innerva nella vita come luogo e sede della verità da scoprire e da conoscere. Le amicizie coi colleghi studenti, i rapporti col mondo degli adulti, sono tutte occasioni per mostrare la bellezza e la maturità della fede che rafforza lo stare nel mondo con lo stile proprio del cristiano. Per la sua flessibilità la pastorale universitaria è particolarmente adatta per rispondere alle aspirazioni dei giovani, ai quali offriamo opportunità inedite, anche di volontariato, da sviluppare con creatività e lungimiranza.”
Una pratica virtuosa degli atenei abruzzesi è che le facoltà sono distribuite in regione, in modo tale da permettere un’omogenea ripartizione degli studenti, evitando di affollare alcune sedi a scapito di altre. A Teramo affluiscono soprattutto studenti di medicina veterinaria dalla Sicilia al Trentino, in bio-scienze, in enologia e viticoltura, considerando la vocazione agricola di molte aree.
Romolo, 20 anni, è al secondo anno di giurisprudenza. Era già inserito nella pastorale giovanile ai tempi del liceo. Ha conosciuto don Marcello a un incontro universitario e lui gli ha chiesto di far parte della Consulta universitaria. “Ci riuniamo due o tre volte l’anno – racconta Romolo – per pianificare le nostre attività e gli ambiti d’intervento. È bello constatare che tanti giovani provengono dai cammini parrocchiali e sono predisposti a continuare questo percorso in facoltà, ma gli studenti non sono tutti favorevoli e così il nostro è un procedere in punta di piedi, ma con dedizione e passione, impegnandoci su proposte culturali proprio per non urtare il credo e lo stile di vita di ciascuno: nel salone della rettoria affidata da don Marcello due volte al mese ci sono appuntamenti di dialogo con docenti su temi di attualità – aborto, violenza, accoglienza ecc. – e per chi lo desidera ci sono anche proposte liturgiche, dall’adorazione eucaristica fino alle testimonianze vocazionali di suore e consacrati”.

Adriano, 29 anni, si è laureato in giurisprudenza e ora lavora nella polizia locale. Sta per diventare avvocato ed è rimasto nel gruppo. “La mossa vincente – dice – non è tanto cercare di convincere, quanto aprirsi al dialogo, fare amicizia attraverso le attività socio culturali e la preghiera. Parlando con le matricole che aderiscono alla nostra realtà si respira un clima di libertà, non la coercizione o l’obiettivo di raccogliere proseliti. Nella nostra chat Whatsapp siamo oltre un centinaio, anche se i più assidui sono una cinquantina. C’è un certo ricambio, considerando chi rientra nella propria città di origine alla fine degli studi. La comunità stabile resta quella dei professori che siamo riusciti a coinvolgere”.

Valentina, 29 anni, lavora al Comune di Teramo; si è laureata in giurisprudenza due anni fa ed è la fidanzata di Adriano: nel 2024 sarà proprio don Marcello a sposarli. “Ci conosciamo fin da bambini – esclama – ma ci siamo rincontrati in ambiente universitario dieci anni fa”.

Dorotea, 20 anni, prossima alla laurea in bio-tecnologie, ha aderito al gruppo due anni fa. “Dopo il post cresima – racconta – mi ero allontanata dal coinvolgimento parrocchiale, anche se andavo a messa la domenica. Sentivo il desiderio di impegnarmi, di confrontarmi con gli altri coetanei, cercavo un cammino di crescita spirituale e umana a 360 gradi. Ho incontrato sacerdoti come don Luca e don Matteo che coadiuvano don Marcello, e docenti fantastici, dediti con zelo a trasmetterci la bellezza del coniugare il Vangelo con il sapere. La Chiesa non è un insieme di regole imposte, questo è un pregiudizio facile, non ti tarpa le ali, ma ti fa comprendere dov’è la strada, perché il protagonista sei tu”.

Lorenzo, 30 anni, laurea magistrale in scienze della comunicazione, proviene dalla provincia di Pescara e risiede a Teramo. “Mi sono avvicinato – confessa – con la mia ex fidanzata al gruppo universitario diocesano. Da un anno ho riabbracciato la fede, un percorso di rinascita per me. Attraverso il confronto sull’attualità ho approfondito il mio essere nel mondo e la mia dimensione interiore. Qui ho conosciuto la vera amicizia anche attraverso i giovani di Comunione e Liberazione. Aver partecipato a un corso sull’amore mi ha aiutato a superare una separazione dolorosa. Durante il covid sono stato paralizzato dall’ansia per gli esami, anche se mi mancava poco alla laurea, e ne ho sofferto anche durante il primo anno della specialistica. Ho rielaborato tutto questo anche grazie ai corsi organizzati da don Marcello e oggi posso dare una mano agli altri studenti”.

“La pastorale universitaria è una lettura fruttuosa di se stessi nell’articolata realtà del nostro tempo – conclude don Marcello -. È espressione di una Chiesa caratterizzata dai verbi uscire, vedere, chiamare: uno stile che tutta la Chiesa è invitata a fare proprio. Offrire ai giovani la

consapevolezza che l’impegno universitario è fedeltà alla vocazione cristiana

è già una svolta copernicana. Per un giovane universitario l’appartenenza cristiana è, semplicemente, vivere in pienezza quanto gli è dato da vivere”.

(di Sabina Leonetti – foto per gentile concessione di don Marcello Iuliani)

12 Dicembre 2023
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