“Signore, cosa vuoi da me?” Un’oasi francescana in Costa Smeralda
Dal 2010 don Mirco Barone propone un’esperienza di vita comunitaria a chi è in cerca di orientamento per le scelte vocazionali. Da questa comunità, nei pressi di Olbia, che oggi conta 15 membri, sono transitate centinaia di persone, anche solo per alcune ore o alcuni giorni di spiritualità, studio e lavoro.Un’oasi di pace e di spiritualità francescana, espressione della diocesi, aperta alle parrocchie e agli individui in cerca del proprio progetto di vita. È la proposta della Comunità diocesana La Porziuncola, un luogo di accoglienza e di preghiera affacciato sulla splendida baia di Porto Rotondo. Itinerante dal 2008, dal 2016 la comunità ha sede in pianta stabile in una ex casa cantoniera in contrada Cugnana, ristrutturata pian piano da tutti coloro che sono passati di qua. Oggi con 15 membri effettivi laici (fra i quali alcune famiglie) e con molti simpatizzanti, questo luogo di vita comunitaria ha attratto e continua ad attrarre da più di dieci anni giovani e meno giovani, in cerca di se stessi e di orientamento per le scelte di vita a 360 gradi.
«Con l’aiuto del nostro vescovo, mons. Sebastiano Sanguinetti, che ha sempre seguito il progetto con attenzione e sensibilità – racconta il fondatore di questa realtà, don Mirco Barone – siamo riusciti in questi ultimi anni ad aprirci anche agli adulti e alle coppie desiderose di approfondire la chiamata al matrimonio. Ci sforziamo di essere una risorsa sociale chiamata a fare rete con tutte le realtà del territorio».
Originario di Tempio, classe 1978, ultimo di quattro figli, don Mirco è entrato nel seminario minore di Tempio a 16 anni e racconta di esser sempre stato attratto dalla figura di San Francesco, pur non sentendosi chiamato alla vita religiosa in convento. «Mi ha sempre attratto il pensiero di essere un prete diocesano – spiega – e di poter vivere con un gruppo di persone che condividessero una regola di vita e di preghiera, un po’ come è stato per San Francesco con i suoi frati e per le prime comunità di cristiani, anziché da solo in parrocchia. Con i laici che oggi vivono qui cerchiamo una vita fraterna in Cristo, in semplicità e carità vicendevole».
Così, dopo l’ordinazione nel 2008, in accordo con i superiori ha iniziato ad accogliere e seguire, in un’ala del seminario minore, gruppi crescenti di ragazzi, molti privi di punti di riferimento e in cerca di vie d’uscita da varie forme di disagio. Con il passare del tempo la comunità ha indirizzato verso luoghi terapeutici con personale sanitario chi ne avesse necessità, e si è concentrata su chi fosse in cerca di discernimento vocazionale per le scelte di vita. «Oggi – dice don Mirco –
accogliamo chi voglia trascorrere alcuni giorni di preghiera, studio e lavoro.
Per chi si sente chiamato a questa vita comunitaria proponiamo, in accordo con il Vescovo, un’appartenenza con modalità residenziali o semiresidenziali per chi ha famiglia».
Don Mirco ha avuto la gioia di aver visto entrare in seminario dopo un anno in comunità don Roberto Dessolis e, negli anni scorsi, un giovane oggi diacono in attesa di ordinazione presbiterale, don Daniele Murrighili, che negli ultimi tre anni è stato anche direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Tempio Ampurias. «Qui ho trovato fraternità, accoglienza, condivisione» racconta don Daniele, membro della comunità e tra i collaboratori più stretti di don Mirco anche nell’accompagnamento spirituale delle tante persone che vengono a passare alcune ore o alcuni giorni in comunità, come si vede nelle giornate di spiritualità che la Comunità organizza per le parrocchie che mandano qui decine di giovani a formarsi e stare insieme nella preghiera e nell’amicizia.
La responsabile della casa Annarita Deiana, madre di tre figli maggiorenni e membro della comunità insieme al marito Manuel, racconta come l’incontro in parrocchia con don Mirco e il crescente impegno nella Porziuncola siano stati forieri di una rinnovata vita di fede e di servizio a tutta la diocesi. «Nella vita in comunità abbiamo scoperto una vocazione dentro la vocazione matrimoniale. Il nostro – dice – è un servizio alle parrocchie e a chiunque voglia crescere nella fede».
Nella cappella si trovano le uniche reliquie di San Francesco e Santa Chiara presenti in Sardegna. Oltre ad alcune stanze per gli ospiti, la comunità ha allestito con la stessa semplicità alcuni ambienti simbolici che riproducono l’esperienza del Santo di Assisi, come l’Eremo e la grotta della Porziuncola.
«Molti giovani vengono qui a cercare pace e ristoro anche solo per una giornata o una mezza giornata.
In comunità – aggiunge don Mirco – cerchiamo di vivere e proporre un clima “familiare” senza sostituire la famiglia di origine, anzi laddove esistano dei conflitti famigliari offriamo il nostro aiuto per ricucire rapporti interrotti o relazioni difficili. Talvolta sorgono frizioni anche tra noi – dice ridendo – ma questa resta una comunità che, pur nella fatica del cammino, vuole camminare».
Negli ultimi anni da questa esperienza è nata anche una seconda casa ad Assisi riservata agli studenti universitari che vogliano vivere un’esperienza di vita laica comunitaria nella preghiera. «Non si tratta di una casa dello Studente come ce ne sono tante altre – chiarisce don Mirco – ma di una seconda sede della nostra comunità per giovani che stiano vivendo un’esperienza prolungata di studio e che vogliano condividere questa regola di vita e di preghiera».
(di Manuela Borraccino – foto di Letizia Saronni)