Se ad amare la natura si impara in parrocchia
La parrocchia di San Vigilio, periferia sud della Capitale, ha appena installato i pannelli fotovoltaici e con il denaro risparmiato dalla bolletta si sostengono i poveri. A loro sono dedicati anche i frutti dell'orto urbano cui si dedicano i volontari di don Alfio Tirrò, il parroco. E poi c'è un giardino parrocchiale curatissimo, perché qui ciascuno si senta come a casa.I pannelli fotovoltaici montati sul tetto, l’orto urbano dove coltivare verdure, gli alberi da frutto piantati nel giardino. Ha una grande vocazione ecologica la parrocchia di San Vigilio, che sorge nella zona di Ottavo Colle, periferia sud di Roma. Tra la via Laurentina e via del Tintoretto, con l’Abbazia delle Tre Fontane dove fu decapitato san Paolo, il quartiere è ricco di prati verdi e ben curati, che lasciano spazio alla campagna a mano a mano che ci si avvicina al Raccordo Anulare. Poco lontano, sorgono gli uffici dell’Eur e due grandi centri commerciali, tra condomini alti e palazzine in cortina.
«Gli abitanti sono circa ottomila – illustra don Alfio Tirrò, parroco a San Vigilio da sette anni – e sono tutti di ceto medio o elevato; anche l’età media è abbastanza alta, infatti con molta fatica siamo riusciti a ricostruire la pastorale giovanile, con un gruppetto di una quarantina di adolescenti. Ma devo dire che tra i fedeli della parrocchia c’è molta attenzione al tema ecologico, attenzione che è personale ancor prima che comunitaria. Tutto è possibile perché in questa parrocchia c’è una forte presenza di laici preparati, con grande sensibilità e cuore grande». Si è trovato allora terreno fertile – è il caso di dirlo – per partire con una serie di iniziative che mettessero al centro la cura del Creato, a cui Papa Francesco ha dedicato l’enciclica Laudato si’ e l’esortazione apostolica Laudate Deum.
L’ultima, in ordine di tempo, è stata l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto dalla casa canonica, «che poi è tutt’uno con quello della parrocchia», spiega don Alfio. In tutto sedici pannelli, montati a maggio di quest’anno, che producono 10 kilowatt e hanno consentito di abbattere i costi dell’energia del 35%. «Già sei anni fa convertimmo tutte le lampade alogene in chiesa e negli altri ambienti parrocchiali con lampadine led – riprende il sacerdote – e anche questo ci consente di risparmiare parecchio. Ciò che muove il cuore di San Vigilio è sempre la carità, quindi abbiamo valutato che
riducendo i consumi avremmo potuto compensare diverse opere di carità portate avanti dalla comunità parrocchiale».
È quello che succede con l’esperienza di Ortolino, un orto urbano di zona, a duecento metri di distanza dalla parrocchia, presente da una decina d’anni. Da due ha iniziato a coltivarne una parte anche la comunità di San Vigilio, in particolare alcuni volontari che si dedicano a piantare pomodori, insalata, zucchine, melanzane. «Al momento
i frutti che vengono prodotti sono tutti devoluti a una casa di accoglienza che gestiamo con le otto parrocchie della nostra prefettura,
dove ospitiamo famiglie in emergenza abitativa, Casa Betlemme – dice don Tirrò –. Il direttivo di Ortolino ha poi proposto che anche gli esuberi degli altri produttori vengano portati a Casa Betlemme, e tutti hanno acconsentito. C’è un bellissimo clima associativo, abbiamo anche fatto la benedizione degli orti per chi lo desiderava, o ancora talvolta ci andiamo con i bambini del catechismo quando parliamo, che so, del chicco di grano…. Sono esperienze che qualificano a livello spirituale».
Si coltiva non solo l’orto urbano, ma anche il giardino parrocchiale, che ospita una ventina di ulivi e diversi alberi da frutto. «L’idea di fondo è che questo spazio verde non sia solo decorativo, ma che possa produrre frutti», osserva il parroco. Lo sguardo si allarga dalla cura dell’ambiente all’attenzione verso gli altri. «Curare il nostro giardino è anche esperienza di produzione comunitaria – dice don Alfio –; facciamo pure il limoncello e il mirto, quando la stagione lo permette e i frutti sono sufficienti. Questi prodotti vengono poi venduti e il ricavato viene utilizzato per le attività caritative di San Vigilio».
(di Giulia Rocchi – foto e video di Cristian Gennari)