Santa Chiara: nel cuore di Napoli musica e carità parlano di Dio
A Napoli nella basilica dedicata a Santa Chiara il parroco, fra’ Massimiliano Scarlato, apre le porte alla musica: una maniera per pregare, incontrarsi e scoprire la bellezza. In questo modo la vita di Francesco continua a parlare al cuore della gente anche attraverso l'arte, mentre anche i più poveri trovano una risposta alle loro necessità più urgenti.È la musica una delle anime di Santa Chiara, la parrocchia dei francescani nel centro storico di Napoli, un mix di arte e profonda spiritualità nel cuore della città. La basilica sorge nel complesso monumentale di Santa Chiara, con il famoso chiostro maiolicato e una chiesa gotica-angioina voluta da re Roberto D’Angiò nel 1328. Per raggiungerlo, frotte di turisti invadono la via che da Piazza del Gesù porta a una delle chiese più belle della città. All’interno lavorarono artisti come Giotto e Tino da Camaino assieme alle migliori maestranze dell’epoca. Oggi i venditori ambulanti cercano di attirare i turisti mentre i frati accolgono, ascoltano e guidano quanti,
in una metropoli caotica, possono trovare in questo luogo sacro uno spazio per far riposare l’anima.
Negli ultimi anni Napoli è diventata meta sempre più ambita dai turisti di tutto il mondo. Nel cuore pulsante di questo viavai di singoli e gruppi, la chiesa gotica dedicata alla santa che seguì Francesco di Assisi, è una tappa imperdibile. Rifiuti e partitelle di calcio improvvisate non aiutano la ricerca della pace. I frati lo sanno, e cercano di richiamare al rispetto turisti e cittadini. Ma a Santa Chiara contemplazione e preghiera non fanno dimenticare chi soffre, anzi indicano la strada da percorrere. “Cerchiamo di guardare alle necessità del quartiere, in modo speciale degli ultimi”. Fra’ Massimiliano Scarlato, quarto di sei figli, originario di Casoria, nel napoletano, arriva da Fondi in provincia di Latina, ed è il nuovo parroco di una comunità che si apre al dialogo con la città. Periodicamente nei locali del monastero frati e volontari si occupano di
raccogliere coperte e tutto ciò che possa servire ai senza fissa dimora, come un pasto o dei vestiti.
Assieme al vice parroco, fra’ Pio, i giovani si rimboccano le maniche incontrando donne e uomini, per offrire un aiuto. Oltre alla coperta o alla spesa, è il dialogo ad arricchire l’incontro, una relazione che vuole rialzare chi è caduto nello sconforto o è vittima della poca fiducia in sé stesso.
La vita parrocchiale in questa fetta di città è animata da diverse associazioni: l’Ordine Francescano Secolare, un gruppo di cristiani che nella vita laicale ha scelto di seguire come Francesco uno stile di vita attento al Vangelo, l’Azione Cattolica e l’Agesci. Bambini e ragazzi sono seguiti dai catechisti i quali, dal campo di calcetto alle sale del complesso monumentale, guidano chi si prepara a ricevere i sacramenti. “Da 40 anni sono qui, a seguire e accompagnare giovani e adulti”. Antonio Scarano è un laico che, prima con l’Azione Cattolica e oggi come incaricato del servizio liturgico, cura l’animazione delle celebrazioni aiutando come collaboratore parrocchiale a partecipare bene alla preghiera nella basilica.
Chi ha scelto di seguire san Francesco spesso incontra l’arte che, dalla pittura al cinema, racconta la vita del santo di Assisi. Il canto, in particolare, aiuta la preghiera e la ricerca del dialogo con l’Assoluto. Infatti, tra le varie attività del convento, non manca la musica, che nel cuore del parroco ha un posto speciale. Fra’ Massimiliano, prima di diventare religioso, ha imbracciato la chitarra per suonare e comporre canzoni. Dopo aver preso l’abito ha continuato a scrivere musica. “Spettacoli come Danza la vita e Laudato Si, sono occasioni per evangelizzare” – racconta il francescano, che ha lasciato traccia delle sue opere nelle comunità in cui ha vissuto. Ha condiviso questo suo dono anche con la comunità di Santa Chiara che, in vari momenti, dai concerti dei cori alle rassegne musicali, presenta un programma per far camminare assieme arte e fede. Dal gospel alla musica gregoriana, i concerti e le rassegne presentano il bello e l’eterno attraverso le note musicali. L’ascolto del coro gospel Eyael Choir, dell’Orchestra Stabile della Canzone Napoletana del “Conservatorio di Musica Nicola Sala” di Benevento o del Festival Nazionale di Musica Sacra, sono occasioni propizie per incontrare l’arte, il messaggio religioso e la bellezza.
La nascita, nel 2018, della Schola Gregoriana Neapolitana come il coro parrocchiale di Santa Chiara, diventano opportunità per vivere assieme una passione, conoscere persone nuove, fare amicizia e sperimentare momenti di comunità. “In fondo
il compito di una parrocchia è anche essere ritrovo, punto di riferimento e scoperta dei propri talenti” –
spiega fra Massimiliano, mentre accompagna i visitatori nello splendido chiostro maiolicato.
“Abbiamo conosciuto padre Max grazie al Gospel ed è stato un incontro folgorante”. Sergio Mangolini, direttore del Phoenix Gospel Choir, racconta un’amicizia nata con la musica. “La sua spiritualità e la sua schiettezza – prosegue il direttore – sono entrati nel nostro coro, ma anche nelle nostre vite. Per alcuni di noi è un padre spirituale e un punto di riferimento. Questo legame ha resistito anche alla distanza quando è stato trasferito da Fondi a Napoli anzi, in un certo qual modo, ha rafforzato la stima reciproca che ci ha dimostrato, volendoci in concerto nel meraviglioso Monastero di Santa Chiara. In punta di piedi siamo entrati, meravigliandoci di ogni singolo angolo e con immensa gioia abbiamo cantato, ballato, gioito e pianto con persone che da ogni dove erano lì per godere della parola di Dio attraverso la musica. A Natale c’è stato il nostro secondo concerto a Napoli, ma, come ha detto padre Max salutandoci… non c’è due senza tre!”.
(di Nicola Nicoletti – foto gentilmente concesse da fra’ Massimiliano Scarlato)