San Marco Argentano, dove la solidarietà è di casa
La parrocchia di San Giovanni Battista è il cuore di mille iniziative nella cittadina calabrese, dalla mensa al banco alimentare, dall'emporio solidale fino alla scuola di italiano: attività dirette a coinvolgere tutta la comunità, stranieri inclusi, perché nessuno si senta tagliato fuori.La celebrazione itinerante della messa, domenica dopo domenica, tra le diverse chiese sparse nel comune, gli incontri con gli scout e tanti altri progetti, coinvolgono la parrocchia di San Giovanni Battista. Siamo a San Marco Argentano, centro del cosentino di circa 7mila abitanti, nel cuore di una comunità che non si ferma mai. La cittadina deve il nome all’evangelista che sarebbe passato di qui, e ad Argentanum, località citata da Tito Livio assieme ad altri centri popolati dai bruzi, alleati dei Romani nella celebre battaglia contro Annibale. Sede della diocesi di San Marco Argentano – Scalea, il comune è ricco di storia, come testimoniano la torre e la cripta normanna. Situata nel centro, la parrocchia di San Giovanni Battista è guidata da don Angelo Longo, un sacerdote nato in provincia di Cosenza, a Praia a Mare, il quale, dopo gli studi a Roma, si è tuffato in mille iniziative in Calabria.
Rettore del seminario minore di San Marco, don Angelo guida ben 5 chiese tutte appartenenti alla medesima parrocchia. Una di queste, “Maria Stella della nuova evangelizzazione”, è stata costruita anche con il contributo dell’8xmille. “A volte non c’è il tempo di mangiare” – ammette con un sorriso don Angelo che, in una comunità di circa 5 mila fedeli, cerca di coinvolgere tutti, dagli anziani ai ragazzi.
L’Azione Cattolica (con quasi 150 aderenti), l’Agesci (con un centinaio di partecipanti), la confraternita, il Centro Italiano Femminile e i gruppi di preghiera e liturgia, riempiono le giornate del sacerdote che accompagna il cammino di fede delle varie associazioni.
Tra le numerose attività, una più delle altre raccoglie volontari di tutte le età: l’attenzione particolare agli ultimi. Il Banco di San Lorenzo, l’emporio dove si distribuiscono gli alimenti intitolato al diacono martire della prima epoca del cristianesimo, è stato aperto quattro anni fa e svolge un servizio puntuale di ascolto e vicinanza a chi vive momenti di difficoltà. I volontari della Caritas parrocchiale hanno creato il “Banco mobiliare”, uno spazio dove si raccolgono mobili usati ma ancora in buone condizioni, utili per le giovani famiglie o per chi non può permettersi di spendere troppo per la casa.
Mariarosaria Barci, da dieci anni impegnata in parrocchia con l’AC e da cinque anche volontaria della Caritas, è una delle tante risorse di questa comunità. È attiva alla Locanda del buon Samaritano, la mensa della Caritas, e presta servizio anche all’Emporio di San Lorenzo.
“Andiamo dove esiste il bisogno. È impagabile la sensazione che si prova a condividere un pasto con i nostri amici. Non è tanto il cibo che si consuma insieme ma il tempo che s’impiega accompagnando i fratelli – racconta Mariarosaria –. Chi viene all’Emporio per la prima volta si stupisce nel poter fare la spesa (in pratica prendere quello che serve) in maniera gratuita, magari dopo aver chiacchierato un po’. Spesso siamo distratti. Nella vita di tutti i giorni non riflettiamo molto sul nostro modo di fare carità: a volte offriamo denaro, alimenti o vestiti solo per tenere a bada la coscienza.
Tutto cambia, però, quando riusciamo ad ascoltare davvero le persone, a capire di cosa hanno bisogno e a condividere con loro il nostro tempo.
E quando lo facciamo, abbiamo la sensazione che non sia mai abbastanza”.
Non sono pochi coloro che utilizzano l’emporio dei vestiti che raccoglie e sistema fino a 5mila capi per bambini e adulti. “È solo grazie ai volontari che riusciamo a gestire il progetto – aggiunge don Angelo -. Anche i cittadini di San Marco mi danno una grossa mano. I commercianti espongono dei prodotti scontati, dai saponi agli alimenti segnalati da un post it, beni che verranno poi distribuiti all’Emporio di San Lorenzo. Aiutiamo una cinquantina di famiglie che, dalla spesa per i pannolini alle medicine, non saprebbero come fare”.
“Un altro aspetto importante – prosegue il parroco – è l’integrazione tra le diverse culture presenti nel comune. Il primo passo comincia dal comprendere la lingua italiana. Per questo le volontarie del Cif hanno aperto una scuola di italiano per gli stranieri arrivati nel comune, un servizio per capire e comunicare, a partire dalle frasi più semplici”.
Il volontariato e lo stare insieme, oltre a rafforzare la comunità, sono valide opportunità che la parrocchia mette in campo per togliere i giovani dalla strada e dalle sale slot, dove in tanti purtroppo cadono vittime della ludopatia.
Anche il vescovo della diocesi di San Marco Argentano – Scalea, monsignor Stefano Rega, è molto presente agli appuntamenti parrocchiali. Nei momenti di festa lo si può incontrare spesso nel servizio mensa della Caritas, dove partecipa a momenti di condivisione e allegria.
Sono occasioni che uniscono il pastore alla vita di una comunità pronta a comunicare la voglia di stare insieme coinvolgendo tutti, senza lasciare nessuno da solo.
“Ringrazio il Signore per i collaboratori che ho incontrato – conclude don Angelo – . Mi hanno dato tanto, sono un dono della Provvidenza. Tutto questo è frutto della preghiera che ogni settimana si tiene davanti al Santissimo nell’adorazione del giovedì. Non è solo un fare, ma è un vivere ciò che adoriamo e vogliamo concretizzare. Come dice san Paolo, è la Parola che ci invita ad andare dai fratelli”.
(Nicola Nicoletti – foto gentilmente concesse da don Angelo Longo)