Povertà sanitaria: quando le cure si trovano in parrocchia
Cresce il numero di quanti, nel nostro Paese, non sono nelle condizioni economiche per permettersi cure mediche adeguate e le comunità cristiane non restano a guardare: da Asti a Trani, da Pagani a Nuoro. Qui, in particolare, da circa 5 anni opera un ambulatorio sanitario che si regge sul servizio volontario di medici e infermieri, come ci racconta il parroco don Mario Mula.Quasi 430mila persone. Tante nel 2023 si sono trovate in condizione di povertà sanitaria, secondo l’undicesimo rapporto dell’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, organo di ricerca di Banco Farmaceutico. Una fetta di popolazione. aumentata del 10,6% rispetto al 2022 che ha dovuto chiedere aiuto ad una delle 1.892 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure.
Questa tendenza ha portato sempre più comunità e parrocchie ad attivarsi, attraverso la Caritas e collaborando con associazioni del territorio, per rispondere a questi bisogni. Ad esempio a Trani, nell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie dal 2019 è attivo il poliambulatorio “S. Giuseppe Moscati” all’interno del sagrato della Parrocchia dello Spirito Santo. Lì, la comunità, insieme alla Caritas, all’Associazione Orizzonti e al Comitato di Andria della Croce Rossa offre assistenza di primo livello alle persone iscritte al Registro Caritas di Trani che
si possono sottoporre gratuitamente ad alcuni esami effettuati da medici specialisti
e da infermieri della Croce Rossa.
Negli ultimi anni, complice la pandemia e la crisi sanitaria, realtà come quelle di Trani si sono moltiplicate. Per esempio dal maggio 2022 a Pagani in provincia di Salerno è aperto nei locali della parrocchia S. Sisto II un ambulatorio medico-sociale dove è possibile effettuare alcuni esami, come l’elettrocardiogramma, mentre nel novembre 2023 è stato inaugurato ad Asti l’ambulatorio “Fratelli Tutti” che, a partire da dicembre, lavora grazie al contribuito gratuito di medici e infermieri volontari.
Anche a Nuoro, nella parrocchia del Sacro Cuore, dal 2018 opera un ambulatorio che ha sede in alcuni locali di proprietà della parrocchia. “È nato prima che io arrivassi – racconta il parroco don Mario Mula, arrivato un anno e mezzo fa – ed è una delle tante attività della Caritas che in questa comunità è particolarmente attiva da sempre. Ad esempio qui c’era una storica mensa dei poveri che poi è confluita in quella cittadina gestita dalla Caritas e ora è attivo tra gli altri un emporio solidale”. “L’ambulatorio – spiega il sacerdote 60enne – risponde ai bisogni della comunità e viene incontro a una delle tante povertà che vive il nostro territorio”. Una struttura, quella di Nuoro, che funziona grazie al tempo e all’impegno che alcuni medici specialisti (tra cui un cardiologo, un nefrologo, un pneumologo, un fisiatra, un fisioterapista) e due infermiere hanno scelto di dedicare ai pazienti meno abbienti. Tra chi dà una mano c’è l’infermiera F.S, una delle persone che hanno contribuito alla nascita dell’ambulatorio solidale. “Ci siamo incontrati senza alcun progetto – ricorda la donna – la nostra intenzione era semplicemente di aiutare nell’assistenza, accanto a quella fornita dal Servizio Sanitario Nazionale. Siamo partiti piano piano provando solo a dare risposte”. “Personalmente – prosegue –
a me piace restituire un po’ di quello che ho ricevuto”.
L’ambulatorio funziona su prenotazione uno o due giorni alla settimana per ogni specialista, anche se medici e infermieri sono a disposizione anche in altri orari per le esigenze delle persone o delle famiglie in difficoltà. Nella struttura, legata alla comunità del Sacro Cuore, nell’ultimo anno sono state assistite un centinaio di persone, anziani ma non solo. “All’ambulatorio viene chi non trova posto nelle strutture pubbliche – dice l’infermiera – e chi non si può permettere di pagare uno specialista privato”. Una fetta sempre crescente di uomini e donne, che nel prossimo futuro potrebbero avere bisogno di una struttura più ampia. “Siamo in una fase di riadattamento – spiega il parroco don Mario Mula – stiamo ripensando a come organizzarci”. La grande sfida è anche aumentare il numero di specialisti a disposizione. “Non è sempre facile coinvolgerli – conclude F.S –: tutti capiscono la bontà di prestare la propria opera gratuitamente ma non sempre sono motivati a farlo”. Intanto a Nuoro, come a Trani e in tanti altri luoghi d’Italia, l’accesso alla salute passa anche dalla parrocchia.
(di Roberto Brambilla)