L’oratorio di Offanengo, casa di tutti e per tutti
Doposcuola, bar aperto tutti i pomeriggi, conferenze serali: a Offanengo (CR), a due passi da Crema, giovani e adulti si ritrovano tutti i giorni nell’oratorio al centro del paese. Un punto di riferimento anche grazie alle porte sempre aperte della casa parrocchiale e all'entusiasmo del giovane vicario, don Nicholas.Un luogo aperto tutti i pomeriggi e tutte le sere per ritrovarsi, fare i compiti, sgranchirsi con il Pilates nella sala polifunzionale, organizzare concerti e conferenze: «una casa per tutti e di tutti» sorride Stefania Arpini, storica volontaria madre di due figli che insieme ad altri “turnisti” apre il bar per accogliere giovani e meno giovani. Eretto proprio di fronte alle scuole elementari e medie a due passi dalla parrocchia di Santa Maria Purificata guidata da don Gian Battista Strada, l’oratorio San Giovanni Bosco è stato inaugurato nel 2012 al centro di Offanengo (CR), un comune di 6mila abitanti alle porte di Crema, ed è da allora uno dei più frequentati non solo dalla comunità cristiana della più piccola fra le diocesi della Lombardia. «Don Nicholas è arrivato qui nel 2020, in pieno Covid – racconta Stefania – senza conoscere nessuno e in un momento di grande deprivazione sociale per tutti. Non è stato facile per lui, ma poco a poco ha conquistato la fiducia delle famiglie, dei ragazzi e soprattutto degli adolescenti: oggi è un punto di riferimento per tutti».
Classe 1990, originario di Scannabue (CR), don Nicholas Sangiovanni è stato ordinato nel 2017 ed è tra i più giovani tra i 72 sacerdoti della diocesi. «La mia vocazione la devo anche ad un parroco meraviglioso, don Elio Ferri – racconta don Nicholas – che ho conosciuto quando avevo 9 anni e che ci ha lasciati cinque anni fa per una malattia fulminante: un prete che ha lasciato un ricordo indelebile con il suo esempio e la sua dedizione». Oggi, dice, gli piacerebbe alimentare le caratteristiche inclusive di questo oratorio che viene interamente gestito dai volontari, la maggior parte dei quali pensionati che mettono a disposizione tempo ed energia per i più piccoli, in una sorta di alleanza intergenerazionale sempre più spesso invocata per far fronte alle trasformazioni demografiche del nostro paese.
Così è nato anche il doposcuola per 30 bambini dalla seconda alla quinta elementare, l’80% di origine straniera, che due volte a settimana vengono qui a fare i compiti assistiti da alcune maestre. «Questo progetto di rete – spiega la referente Maria Antonietta Cremonesi, insegnante – è nato diversi anni fa dall’ascolto di un bisogno della nostra comunità: quello di
molte famiglie che non riuscivano a seguire i bambini nei compiti.
Grazie alla collaborazione fra il Comune, la scuola, la regione Lombardia, l’Associazione genitori, tanti volontari e l’oratorio, che ci ha subito messo a disposizione questi spazi, portiamo avanti questa iniziativa per l’inclusione scolastica e il sostegno sociale di soggetti svantaggiati. Abbiamo molto affetto e gratitudine per don Nicholas che è sempre stato molto vicino alle famiglie e in particolare agli adolescenti».
Ed è proprio agli adolescenti che viene dedicata tutti gli anni la “Settimana dell’Oratorio” nella tradizionale festa di san Giovanni Bosco, il 31 gennaio. Un’iniziativa aperta anche ai giovani delle altre due parrocchie di Bottaiano e Ricengo che compongono l’unità pastorale “Emmaus”, una delle 17 in cui è suddivisa la diocesi, e che ha visto anche quest’anno i volontari al lavoro per accogliere a colazione, dalle 7 alle 9, circa 200 famiglie che tutte le mattine si sono fermate qui per prendere un caffè e pregare qualche minuto nella bella cappella al primo piano dell’edificio, e negli incontri culturali organizzati dopo cena. I protagonisti sono stati soprattutto una ventina di liceali e universitari che si sono trasferiti per una settimana in parrocchia per studiare tutti insieme nel pomeriggio e «per fare casa» spiega con un sorriso don Nicholas.
Il piccolo appartamento del viceparroco, spiega facendo strada al secondo piano, è stato in effetti costruito con una grande cucina comunicante con un corridoio dove si aprono delle stanze per i ragazzi che in alcuni periodi dell’anno passano qualche giorno qui, partecipando anche alle attività di preghiera e di formazione culturale che la parrocchia propone. Con un accento quest’anno sull’invocazione per la pace e sul diventare costruttori di pace nelle tante aree di conflitto del mondo.
Prossima sfida: l’educativa di strada. «Non tocchiamo i livelli delle periferie delle grandi città – osserva don Nicholas – ma abbiamo anche qui alcune piccole gang di ragazzi che fanno fatica a rispettare le cose e le persone, talvolta con atti vandalici. Ci stiamo muovendo con l’aiuto delle forze dell’ordine e del Comune per assoldare degli educatori professionisti che si mettano in ascolto di questi ragazzi, delle loro problematicità e difficoltà, che li facciano riflettere anche cercando di far loro aprire gli occhi su una realtà amica ma dove si deve e si può stare rispettando le regole della civile convivenza. Molti di questi ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento: come comunità cristiana dobbiamo essere vicini e allo stesso tempo fermi su alcuni paletti se necessario».
(testo e produzione del video di Manuela Borraccino – riprese e montaggio di Federico Zaninelli)