20 Novembre 2023

Le meraviglie della Rete a servizio della fede

Abbiamo incontrato un sacerdote statunitense, da tempo incardinato a Roma, che ha fatto della sua antica e travolgente passione per l'informatica uno strumento straordinario per la diffusione e la conoscenza dei tesori del cristianesimo. Insieme a don John D'Orazio, Riccardo Petricca ha ricostruito un pezzo di storia degli ultimi quarant'anni di informatica...

Alla fine degli anni ’80 negli Stati Uniti, quando ancora non esisteva Windows e il Web, iniziavano a diffondersi i primi computer domestici. La nonna di John aveva usato un PC sul posto di lavoro, e capendone subito l’importanza e i possibili sviluppi decise di regalarne uno al nipotino. Il piccolo John inizia così a prendere dimestichezza con il sistema operativo DOS, con l’utilizzo di programmi come fogli di calcolo, editor di testo, e anche con qualche gioco ma soprattutto a incuriosirsi su come poter creare programmi per “far fare qualcosa” al computer. John impara così il primo linguaggio di programmazione, il “BASIC”, sviluppato negli anni ’60-’70 proprio a poca distanza dalla sua abitazione, l’Università Dartmouth ad Hannover nel New Hampshire. John è affascinato dall’idea di riuscire a creare qualche cosa, per risolvere alcuni problemi, rendendo le macchine più utili e a servizio dell’uomo. Una passione che caratterizzerà la sua futura vocazione sacerdotale.   Non esistono ancora le connessioni internet, bisognava utilizzare la linea telefonica di casa attraverso un modem per collegarsi ad un altro computer e condividere alcuni dati. Non esisteva Google, non esistevano i browser. Le connessioni si effettuavano ai “BBS” (Bulletin Board System), un sistema sviluppato negli anni ’70, e le informazioni erano puramente testuali. Il primo contatto con internet avvenne alla fine dell’ultimo anno di liceo, nel 1996 dove il giovane John seguiva, per poter accedere al seminario, un corso di greco neo-testamentario presso il Saint Anselm College l’Università gestita dai monaci benedettini. Il professore mostrò agli studenti la prima versione di un motore di ricerca che permetteva l’accesso alle informazioni scientifiche utili anche alla ricerca teologica e biblica. Erano usciti anche i primi browser che permettevano di “navigare” in internet con un’interfaccia grafica (Netscape, Internet Explorer). Una svolta straordinaria: sembrava di avere tutte le biblioteche del mondo a portata di mano da un giorno all’altro. Se fino a quel momento era obbligatorio conoscere in anticipo l’indirizzo IP dell’uno o dell’altro server delle varie università, adesso invece bastava effettuare una ricerca con qualche parola chiave e si presentava il risultato.

Nel 1996 John D’Orazio arriva al Seminario Maggiore di Roma per studiare la teologia,

con il desiderio di seguire le orme di San Massimiliano Kolbe, l’apostolo dell’Immacolata, il quale era un pioniere nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale, in particolare la stampa e la radio. All’epoca stava uscendo la televisione, e fra Massimiliano avrebbe desiderato utilizzare anche questo nuovo mezzo di comunicazione.

Proprio negli anni del seminario, John inizia a scrivere qualche programma in Visual Basic (Linguaggio di programmazione ad eventi creato da Microsoft nel 1991, la cui sintassi deriva dal BASIC) per automatizzare alcuni lavori sui documenti Word, creando così il suo primo “progetto pastorale”: un riassunto della Bibbia, ricopiando i titoli dei brani biblici dalla Bibbia di Gerusalemme. Sarebbe stato un lavoro immane se fatto a mano. Il progetto ebbe un grandissimo successo tra gli studenti e anche tra i docenti dell’Università Lateranense e questo spinse John ad andare avanti convincendosi sempre più che era sulla strada giusta.

Da sacerdote, svolgendo il servizio di vice-parroco in alcune parrocchie romane, don John inizia a interessarsi dei linguaggi di programmazione per il web, intuendo la potenzialità dei siti internet nel diffondere le notizie della comunità parrocchiale e per annunciare il vangelo.

Dall’esigenza di cercare versetti e brani biblici per gli incontri in parrocchia, nasce nel 2014 il progetto “BibleGet”, che mette a disposizione i testi biblici tramite tecnologia “API”. BibleGet ha talmente tanto successo che viene tradotto in inglese e spagnolo ed è utilizzato in 104 paesi.

Insieme al progetto BibleGet nascono anche “LitCal” per la gestione dei calendari liturgici disponibile per Italia, USA e Olanda e “Seminaverbi”, ispirato alle parole e alla vita di San Giustino, uno strumento sullo stile di Wikipedia, per condividere e ricercare opere d’arte, brani musicali, poesie, opere letterarie e teatrali, film che contengono i “semi del Verbo” di Cristo.

Presto don John si accorge che questo grande lavoro di scrittura di codici, di programmi e di creazioni di strumenti informatici per la pastorale non può e non deve essere la creazione di un attore solitario.

Ci vuole una comunità, di informatici ma anche di fedeli, per rendere questi strumenti più efficaci, affidabili e duraturi nel tempo.

I progetti informatici per la pastorale, infatti, hanno bisogno dell’appoggio morale, dell’aiuto economico, e del riscontro della comunità degli utenti che ne usufruiscono, ma hanno bisogno anche di una “comunità” di sviluppatori che abbiano a cuore il servizio alla comunità ecclesiale. Don John ha iniziato così a cercare altri informatici cattolici, per avere occasioni di confronto sui vari progetti, e per cercare di creare una “comunità” che sostenesse con le proprie competenze l’uno o l’altro progetto informatico, a servizio della comunità ecclesiale universale.

(di Riccardo Petricca)

20 Novembre 2023
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