La parrocchia di Portici, un baluardo contro l’usura
Nella cittadina dell'hinterland partenopeo, padre Giorgio Antonio Pisano e i collaboratori dello sportello antiusura allestito dalla parrocchia del Sacro Cuore sono un segno concreto di speranza e un avamposto di legalità. Educazione e scuola sono due scommesse strategiche; fare rete col territorio è una scelta imprescindibile.Ascoltare la propria comunità e curare le ferite della gente. Padre Giorgio Antonio Pisano da più di 20 anni è attento alla voce dei parrocchiani del Sacro Cuore di Gesù, una comunità che sperimenta a Portici, cittadina alle porte di Napoli, la piaga dell’usura. “Sono un prete diocesano, ma al don preferisco essere chiamato padre, o semplicemente Giorgio, per evitare spiacevoli confusioni con i boss che usano questo titolo”, chiarisce il sacerdote. Qui le vite di piccoli commercianti, di alcune famiglie numerose e di chi non ha un lavoro fisso, sono minacciate dai tassi usurai, spiega padre Giorgio. La parrocchia di circa 5mila persone, è attenta soprattutto ai giovani, scugnizzi dal futuro incerto attratti da facili guadagni e, per questo, possibili prede dello strozzinaggio.
Per padre Pisano, decano nel dodicesimo decanato dell’arcidiocesi di Napoli, aiutare chi vive l’inferno dell’oppressione per debiti economici è una missione dura, che va avanti da anni. “Tutti possono chiamarmi, specialmente coloro che attraversano momenti difficili”, chiarisce con voce calma mentre prepara le attività parrocchiali per il nuovo anno pastorale.
La realtà di Portici, una città di 55mila abitanti, dove disoccupazione e corruzione inquinano la vita non solo degli adulti, è l’ambito in cui la Chiesa fa sentire forte la sua presenza. “Stiamo aspettando che parta la convenzione tra la Caritas diocesana e Banca Etica sul microcredito: sarà un sostegno importante per rafforzare il nostro aiuto” – afferma speranzoso. Tra i vicoli stretti di una città praticamente legata a Napoli,
il sacerdote cerca spazi per quelle attività che sogna di offrire ai suoi ragazzi, dal teatro allo sport, dagli incontri alla spiritualità.
“Ho scelto di essere un prete al fianco della gente grazie a ciò che ho vissuto – ammette voltando lo sguardo al suo passato –. Dopo due esperienze in Africa, alcuni anni fa, e la frequentazione dei missionari Comboniani da ragazzo, la mia vita ha preso una piega ben precisa”.
E così la missione don Pisano la vive tra i parrocchiani che conosce uno per uno, un contatto che non è stato interrotto nemmeno dal covid, quando andava a citofonare a chi viveva da solo, per sapere come se la passava.
“Disoccupazione e povertà sono tra le cause maggiori dell’usura” – spiega Angelo Borrelli, collaboratore e amico fidato del parroco. Ex bancario, da una decina di anni ha scelto di impegnarsi in parrocchia per consigliare e supportare con gli strumenti adeguati chi cade nel baratro del debito. “Quest’anno, su otto colloqui fatti allo sportello anti-usura dedicato a don Pino Puglisi, due sono di chiara condizione di usura ed altri due di persone che ne erano uscite ma con gravi conseguenze, dovute alla debole gestione economica. E non saranno gli unici” – prosegue tristemente Borrelli, prevedendo che l’aumento dei prezzi e la crisi ormai cronica porteranno altre vittime nella trappola dei cravattari. Angelo e gli altri collaboratori dello sportello hanno capito che la scuola è uno dei luoghi in cui è importante essere attivi, per prevenire il fenomeno. “L’interesse di alunni e insegnanti su un problema spesso nascosto come lo strozzinaggio, ci ha fatto capire che avevamo fatto la scelta giusta” – commenta.
La lotta all’usura non è l’unico fronte di impegno sociale: alla parrocchia del Sacro Cuore sacerdote e volontari rafforzano la ricchezza della territorialità facendo rete con le associazioni della città. Attiva è la collaborazione con Villa Fernandes, un bene confiscato alla camorra e ora centro di eventi, mostre, presentazione di iniziative e di libri. La camorra si contende il territorio, per questo in parrocchia ogni marzo si celebra la Giornata dell’impegno contro le mafie:
gli animatori vanno nelle scuole per parlare di cittadinanza e beni comuni, a partire dalla terra e dal cibo.
“La formazione permanente dei laici è importante – spiega il parroco -, i temi ecologici e quelli della civile convivenza fanno crescere la comunità, un percorso che nasce dalla Gaudium et Spes e continua con la Laudato Si”. Prima di ogni azione c’è un percorso da fare insieme, conclude padre Pisano: “L’osservazione sociologica, va di pari passo con la riflessione alla luce della Parola e ogni azione è guidata dai nostri valori. L’obiettivo è quello di sciogliere i cappi che soffocano ogni essere umano, per restituirgli libertà”.
(di Nicola Nicoletti – foto gentilmente concesse da padre Giorgio Antonio Pisano)