23 Gennaio 2025

In Molise, la piccola Lourdes italiana

Il santuario di Castelpetroso (IS) è luogo di apparizioni mariane, di pace e riconciliazione per i pellegrini che da più di un secolo accorrono qui da tutto il mondo. Sabina Leonetti ha raccolto dal rettore, don Fabio Di Tommaso, la storia di questo luogo e la descrizione di quello che si fa, specie per il Giubileo. Con le voci di tanti devoti pellegrini.
Da Pietramelara, in attesa di entrare

Qualcuno lo ha definito “la piccola Lourdes italiana”, tra paesaggi mozzafiato, natura, aria salubre, su di un imponente poggio di fronte al paese, a cinque chilometri dal centro urbano. È il santuario di Santa Maria Addolorata a Castelpetroso (IS), in Molise, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Progettata in stile neogotico dall’ing. Francesco Gualandi di Bologna, questa basilica minore, interamente scolpita in pietra locale, è un inno a Maria per tutta la diocesi di Campobasso-Bojano (anche se siamo in provincia di Isernia) e si prepara ad accogliere un flusso di pellegrini ancora più intenso nell’anno del Giubileo. A raccontarci la sua storia è don Fabio Di Tommaso, 46 anni, vicario episcopale e rettore della basilica dal 2021, che manifesta entusiasmo con il suo sorriso e una voce calda, nonostante il freddo secco e pungente.

Una storia antica

“Dopo due anni dalle prime apparizioni del 1888 e dai primi miracoli, a promuovere la costruzione del santuario di Maria Santissima Addolorata fu Carlo Acquaderni, padre di Augusto, il ragazzo affetto da tubercolosi ossea che guarì dopo aver bevuto l’acqua della sorgente miracolosa sgorgata ai piedi della rupe. La costruzione sarà completata, per varie vicissitudini, solo nel 1975, grazie alla tenacia del comitato pro santuario e ai vescovi che lo hanno diretto. Il progetto comprende un’imponente opera, con decorazioni interne e mosaici: una pianta radiale con sette cappelle laterali, su una superficie di circa 2.800 metri quadrati. La parte centrale simboleggia il cuore di Maria mentre le cappelle laterali rappresentano le sette spade, a ricordo dei suoi sette dolori. La cupola ha un’altezza di 52 metri e attira verso l’alto lo sguardo del pellegrino. Ogni pietra scolpita è il frutto delle offerte dei numerosi fedeli, italiani ed emigrati, che ancora oggi sono legati a questo luogo, come i figli alla propria madre”.
“Il santuario di Maria Addolorata a Castelpetroso è luogo di culto, di riconciliazione e pace da oltre un secolo – riprende don Fabio -. Siamo lieti che la basilica abbia ricevuto dal Fondo sviluppo e coesione 2021-2027 oltre 9 milioni di euro di finanziamento per il restauro interno ed esterno. Qui si attestano 100mila presenze l’anno da tutta Italia, in particolare da Campania, Puglia, Lazio, Abruzzo, Marche, sia di gruppi parrocchiali che di associazioni e singoli, che trovano ospitalità e ristoro, ma soprattutto conforto nella preghiera. Ogni anno dalla Corea del sud organizzano fino a tre pellegrinaggi, grazie all’impegno di un coreano cattolico che aveva visto casualmente una foto del santuario imbiancato (sembrava un castello delle fiabe. ci ripeteva), ma anche dal nord America, Canada e USA. Chi sceglie Castelpetroso per le apparizioni mariane – al luogo delle apparizioni si giunge a piedi con la via Matris o in bus – rimane poi colpito anche dalla bellezza del territorio”.
“Il messaggio mariano è un appello alla conversione e alla collaborazione all’opera salvifica” – aggiunge ancora don Fabio. Per questa ragione il santuario accoglie i pellegrini per accompagnarli nel loro cammino di fede, attraverso la riconciliazione e l’eucaristia. Il santuario di Maria Santissima Addolorata, proclamata da Papa Paolo VI Patrona della Regione Molise, è luogo prescelto per quanti, immersi nelle tenebre, sono alla ricerca della luce di Dio. La cura pastorale è affidata a quattro sacerdoti diocesani, che guidano i fedeli, illustrano l’arte, l’architettura e la storia, amministrano i sacramenti e fanno catechesi.
“Spendiamo sempre una parola del Vangelo per tutti – prosegue il sacerdote -, ma la guida spirituale è affidata pure alle suore Serve del Signore e della Vergine di Matará (dette anche del Verbo Incarnato), insieme ai collaboratori laici, volontari e dipendenti. Quattro comunità parrocchiali vengono qui ogni anno percorrendo 80 km a piedi: sono pellegrini dalla provincia di Caserta che da oltre 30 anni manifestano una particolare devozione a questo luogo sacro. Altri cinque gruppi della provincia di Benevento, invece, si passano il testimone da oltre un secolo, ossia da qualche anno dopo la prima apparizione. È una testimonianza di fede e di sincera devozione alla Vergine Santissima Addolorata, la quale accoglie i suoi figli pellegrini desiderosi di lasciarsi abbracciare dalla Madre, come ci spiegano gli stessi pellegrini”.

Le voci dei pellegrini

“È un’esperienza bellissima – riferisce Paolo -. Ho subito desiderato visitare il Santuario quando me ne hanno parlato, perché prima non ne conoscevo l’esistenza. È un posto che dona pace e serenità: la basilica è molto bella e l’esterno non ha nulla da invidiare alle chiese più famose. Ho fatto anche il sentiero, un percorso di fede, per raggiungere la vecchia chiesetta e ne vale la pena, anche se faticoso”.
“Sono stato a Castelpetroso più volte negli anni con altri amici – racconta Giovanni – ed è sempre stata un’esperienza meravigliosa dal punto di vista spirituale e turistico. Quest’anno sono ritornato con mia moglie e mia figlia e la sensazione di serenità e pace ha pervaso tutti noi: ritorneremo sicuramente tutte le volte che ci sarà possibile. È un luogo dove la spiritualità cristiana si respira e i pellegrini sono portati a riflettere sul vero significato della vita”.
“Non ci sono parole per esprimere l’emozione che suscita questo luogo – aggiunge poi Letizia – nella meditazione profonda che accompagna mente e spirito durante il cammino lungo la via Matris“.
“È un luogo mistico in cui si comprende subito che qualcosa di misterioso è accaduto in quei boschi; del resto come può spiegarsi l’apparizione della Vergine in un tempo in cui la comunicazione era pressoché inesistente? È evidente che qualcosa di soprannaturale, comprensibile solo a chi ha fede si sia compiuto per ricordare agli uomini il senso del vivere. Che è quello di evolvere nell’amore, nella solidarietà, nel rispetto dei valori – conclude Clara”.

Una meta giubilare

“Dal 2024 il nostro sito – conclude don Fabio – rientra tra i luoghi da visitare più graditi nel mondo, con le migliori recensioni on line nel periodo aprile-ottobre, in quanto le temperature invernali spesso scendono sotto lo zero. I pellegrini partecipano alla messa e all’adorazione eucaristica e nelle confessioni ci sono più uomini che donne ad avvicinarsi, a volte perfino ex pregiudicati o chi ha qualche conto con la giustizia. Il mio desiderio, d’intesa col nostro nuovo vescovo, mons. Biagio Colaianni, è di far crescere anche il turismo religioso, favorendo lo sviluppo economico di quest’area caratterizzata da agricoltura, piccole e medie imprese, ma che soffre lo spopolamento tipico delle aree rurali interne. Riqualificare l’ostello consentirebbe di creare posti di lavoro anche per i nostri giovani che vanno a studiare a Roma o a Napoli, ma poi non tornano più qui. In questo anno giubilare il nostro Santuario è sicuramente un luogo di consolazione, di speranza e di conversione, un punto di riferimento spirituale per tutta la Chiesa. Lasciate qui i vostri problemi, le miserie umane, la sofferenza fisica e morale, i vostri guai, ai piedi di Maria Addolorata che tiene tra le braccia Suo Figlio”.

(di Sabina Leonetti – foto di Sabina Leonetti e per gentile concessione di don Di Tommaso)

23 Gennaio 2025
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