Il linguaggio della bellezza per superare le differenze
A Postiglione, in provincia di Salerno, un laboratorio di ceramica accoglie ragazzi da tutto il mondo. Un progetto che, grazie all’arte, è capace di guardare oltre le barriere e si inserisce in una serie di iniziative di attenzione agli ultimi della diocesi di Teggiano Policastro. Il parroco, don Martino De Pasquale, è anche il direttore della Caritas diocesana.“La passione per modellare gli è venuta nella bottega dell’oratorio. La scelta di continuare su questa strada l’ha portato al diploma della scuola di odontotecnico. Enock Takyi, originario del Ghana, qui ha scoperto la ceramica e grazie ad essa la bellezza nel modellare”. A Postiglione, un comune con meno di duemila abitanti arroccato sui monti Alburni, nel salernitano, Caterina Capece, volontaria della parrocchia Santi Giorgio e Nicola, racconta l’accoglienza dei migranti attraverso la manualità della ceramica.
Sul borgo sorge un possente castello normanno risalente al Mille, simbolo di una storia che ha lasciato tracce indelebili nei portali e nelle chiese. Siamo nella diocesi di Teggiano Policastro, in Campania, una terra in cui l’accoglienza dei minori non accompagnati è in aumento, come le navi delle Ong in arrivo dall’Africa che sbarcano nel porto di Salerno.
Una realtà parrocchiale, quella di don Martino De Pasquale, che sa mettere insieme i ragazzi nati nei paesi come Postiglione e quelli giunti da mille città oltre il mare. Ed è in questa comunità sui monti Alburni, terra che nonostante lo spopolamento è viva e creativa, che troviamo bellezza e accoglienza, spiritualità e solidarietà.
È qui che Caterina ha scelto di impegnarsi lavorando con i ragazzini del paese e i giovanissimi sbarcati dall’Africa. Dopo il diploma al liceo artistico di Eboli e la laurea in Beni Culturali al campus di Salerno, la giovane è oggi la referente del laboratorio di ceramica parrocchiale. La vena artistica che da sempre l’accompagna, si esprime nel progetto che il parroco ha ideato per i ragazzi. Nel laboratorio si annullano le differenze tra le persone ed emergono le similitudini. “L’obiettivo principale – spiega la ragazza, mentre il forno cuoce i lavori di giovani artisti italiani e stranieri – è riuscire ad unire i giovani e le famiglie che ospitiamo. Un mondo in cui si alternano attività culturali e ricreative”.
Un laboratorio di ceramica, una casa famiglia per anziani, un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati e, soprattutto, l’integrazione di famiglie accolte nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai). I ragazzi della parrocchia hanno un bel da fare grazie a questo sacerdote, giunto a Postiglione 16 anni fa.
I giovani, partiti dal Burkina Faso come dal Ghana, incontrano nell’oratorio i loro coetanei e studiano l’italiano.
Il laboratorio serve a far crescere le amicizie e stimolare la creatività.
Nei mercatini di Natale o delle feste religiose, vendono piccoli e grandi opere uscite dalle loro mani con uno scopo preciso: sovvenzionare gli alimenti per la mensa che la Caritas ha realizzato a Sapri, un comune della stessa diocesi, e che don De Pasquale, insieme ai suoi collaboratori, cura da anni come direttore della Caritas diocesana.
“Le bomboniere solidali e l’incontro con i ragazzi delle scuole sono occasioni per aprirsi a tutta la comunità e farci conoscere” – sottolinea il sacerdote. I partecipati al laboratorio sono divisi in diversi gruppi. “Abbiamo 12 minori non accompagnati del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) per minori di Postiglione, una delle strutture temporanee individuate dalle prefetture e convenzionate con cooperative, associazioni e alberghi, in attesa che sia possibile andare in centri di seconda accoglienza. Poi ci sono altri 20 minori non accompagnati – prosegue ancora don Martino – del Cas di Sicignano, 12 del Cas per famiglie di Postiglione, e 10 del Sai per famiglie, dove ci sono sia i bambini che i genitori. Bisognava trovare uno strumento semplice per coinvolgere i giovani, e così si è pensato alla manualità: abbiamo scelto la ceramica perché strumento capace di appassionare tutti i ragazzi”.
“Nella logica dell’accoglienza e della solidarietà – aggiunge don Martino – la parrocchia, attraverso un progetto di Caritas Italiana, ha ospitato 43 bambini orfani di guerra ucraini per una vacanza estiva. Alla fine mi hanno inviato la loro bandiera firmata dalle mamme o dai papà superstiti”.
Nella parrocchia sono i benvenuti anche ragazzi con disabilità. “Il laboratorio permette di insegnare un mestiere, integrarsi, ed è anche una maniera per svagarsi – conclude il parroco, mostrando le ceramiche appese alle pareti -, uno spazio capace di far sentire meno straniero chi arriva da lontano, e far sperimentare quanto sia bello accogliere chi cerca uno sguardo e un sorriso, anche senza sapere nemmeno una parola della tua lingua”.
di Nicola Nicoletti (foto gentilmente concesse da don Martino De Pasquale)