27 Giugno 2024

“Gli occhi di mia sorella, colmi di sollievo”…

Un generoso donatore - da ormai più di 30 anni - ha accolto il nostro invito a condividere con tutti i lettori di questo sito (e della rivista Sovvenire) la propria testimonianza del perché ha scelto di contribuire al sostentamento dei sacerdoti. Abbiamo ricevuto una sua bellissima mail e volentieri la pubblichiamo, con gratitudine. Chi volesse imitarlo, può scrivere a redazione@unitineldono.it.

Sono un donatore e affezionato lettore della vostra rivista, vi scrivo da Genova per condividere con voi alcune riflessioni personali sul tema del sovvenire. Considero il sovvenire un aspetto essenziale della mia vocazione di laico impegnato nella Chiesa; per la precisione amo definirmene un figlio il più fedele possibile.

Scorrendo per sommi capi la mia biografia in molti avrebbero pensato, e qualcuno più audace mi ha anche chiesto come mai non sia successo, che io sarei diventato religioso. Oggi sono sulla soglia dei 70 anni ed ho frequentato la parrocchia, l’oratorio, le associazioni cattoliche fin dalla giovinezza per scelta personale, essendo la mia famiglia cattolica ma non praticante assidua. La mia vocazione, dunque, non è stata quella al sacerdozio, alla vita religiosa o missionaria e neppure al matrimonio, ma mi sono sempre sentito parte integrante della Chiesa, attraverso la vita della parrocchia e oggi, dopo aver lasciato l’attività lavorativa nel settore del credito, dove ho lavorato per 40 anni, anche in diocesi, come volontario nella curia arcivescovile: significa che la vocazione che il Signore ha pensato per me è quella del laico impegnato nella Chiesa.

Ho avuto e ho, pertanto, la fortuna (ma preferisco definirla “grazia”) di conoscere decine di sacerdoti e di molti di essi di essere amico. Mi sforzo di non fare confronti tra di loro: ognuno ha la sua personalità, il suo carattere, i suoi doni, i suoi carismi, le sue fragilità, ma tutti hanno in comune la generosità immensa di chi ha detto “sì” al Signore, offrendo la propria vita per la Chiesa e per i fratelli. Contribuire, pertanto, alla loro opera, sia pure in misura ancora largamente insufficiente, lo ritengo semplicemente un dovere, una forma di gratitudine nei loro confronti.

Avrei decine di episodi personali nei quali ho riscontrato la vicinanza di un sacerdote, la profonda umanità che trapela dal loro agire in situazioni sempre più complicate, difficili, coinvolgenti anche emotivamente, ma una recente con gioia e commozione voglio condividerla con i lettori di Sovvenire e del sito Unitineldono.it e, se qualcuno leggendo queste righe decidesse di diventare un donatore, ne sarei grato al Signore.

Alcuni mesi fa ho vissuto l’esperienza, umanamente lacerante, della grave malattia della mia unica sorella: quando il decorso divenne irreversibile mi si presentò il problema di coscienza di proporle di ricevere il sacramento dell’Unzione nel modo giusto: ne parlai con il mio parroco, grande amico, che si mostrò immediatamente disponibile, pur non conoscendo mia sorella, se non dai miei racconti delle ore che trascorrevo al suo fianco, cercando di alleviare la fatica anche psicologica del marito medico che la assisteva amorevolmente.

Mai dimenticherò quel pomeriggio quando lo accompagnai da lei: il don è coetaneo di mia nipote, l’unica figlia dell’inferma che andava a confortare con il Sacramento degli Infermi, ed era molto partecipe del mio turbamento di quel periodo; quindi, immagino che per lui sia stato un impatto umanamente significativo. Dopo il lungo colloquio personale tra loro due mi chiamò al capezzale per celebrare insieme il rito dell’Unzione: è stata un’esperienza spirituale indimenticabile, ho impressi nel cuore gli occhi colmi di sollievo di mia sorella e la delicatezza con cui il don si congedò da lei, con una carezza che sembrava dirle: “Il Signore ti ha preparato un posto fin dall’eternità, ti aspetta!”

Di fronte a tanta grazia, elargita dal Padre attraverso le mani consacrate dei sacerdoti, come sarebbe possibile far mancare il nostro fraterno aiuto?

Maurizio D’Atri – Genova

27 Giugno 2024
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