Fermo, dove la vita “ricomincia” a settant’anni…
Nell’arcidiocesi di Fermo il progetto “Vicino agli anziani” mira a rafforzare i legami comunitari e la testimonianza della carità, con particolare attenzione alle persone che vivono situazioni di solitudine, di vulnerabilità socio-sanitaria e di grave disagio sociale ed economico. Il racconto di uno dei parroci coinvolti e di alcune volontarie.Se è vero che nella Regione Marche l’indice di vecchiaia – dati Istat – è aumentato e la popolazione risulta tra le più longeve d’Italia, è altrettanto vero che le diocesi, anche in sinergia fra loro, studiano progetti di ricerca per gli anziani, proprio a partire dall’analisi del territorio, tra cause ed effetti dell’invecchiamento. Nell’arcidiocesi di Fermo il progetto “Vicino agli anziani” è nato nel 2023, finanziato da Caritas Italiana, per rafforzare i legami comunitari e la testimonianza della carità, con particolare attenzione alle persone che vivono situazioni di solitudine, di vulnerabilità socio-sanitaria e di grave disagio sociale ed economico.
L’intervento coinvolge tre Caritas parrocchiali e inter-parrocchiali, con attività nelle parrocchie di Morrovalle e Trodica di Morrovalle, Montecosaro alto e Montecosaro scalo, Amandola e San Ruffino, per un territorio di 123 parrocchie. Tanti i volontari impegnati e diversi anche i parroci, insieme allo sportello sanitario Caritas di Civitanova Marche e a diverse le associazioni laiche. Tra gli altri don Paolo Canale, parroco del Sacro Cuore di Gesù in Trodica di Morrovalle dal 2023, dopo l’esperienza nella parrocchia Santa Maria Addolorata di Porto Sant’Elpidio.
In ascolto del territorio
“Dal 2023 – racconta don Paolo – abbiamo avviato una mappatura dei bisogni ascoltando e intervistando gli anziani, potenziando la relazione d’aiuto e di cura, sperimentando attività di aggregazione e socializzazione e rafforzando gli spazi disponibili per loro. Ci siamo occupati di trasporto sociale e sostegno ai soggetti in gravi condizioni economiche, abbiamo realizzato laboratori. Per il Santo Natale i nostri utenti hanno dato sfogo alla creatività realizzando addobbi, decorazioni, fiori di carta, bigliettini da appendere sull’albero, un mercatino e una tombolata; oltre, naturalmente, a momenti di preghiera, pellegrinaggi ed eventi condivisi con tutte le comunità parrocchiali interessate. Abbiamo creato animazione, incontri formativi, sostegno alimentare, avviato lo sportello sanitario e attivata la collaborazione con il Banco Farmaceutico. Abbiamo garantito un supporto per le esigenze della vita quotidiana (compagnia, ritiro della pensione, spesa), e per la gestione del centro sociale per anziani. Ma soprattutto abbiamo coinvolto altre associazioni (clown dottori, centri sociali, IOM, medici di base, La mano tesa e Il talento per diversamente abili), in sinergia con l’Ufficio per la pastorale sociale e quello per la pastorale della salute dell’arcidiocesi di Fermo. Le attività sono continuate per tutto il 2024 anche con i giovani del servizio civile. La collaborazione tra parrocchie è diventata una costante: oggi i pensionati sono gli stessi organizzatori degli eventi e i legami hanno permesso di superare anche l’isolamento geografico”.
Giuliana Zacconi è la coordinatrice della Caritas di Morrovalle nella parrocchia S. Bartolomeo Apostolo. “In realtà da oltre 16 anni – racconta – ci stiamo occupando di fasce deboli nel nostro territorio, molto longevo. Il servizio civile Caritas ha garantito a una dozzina di famiglie compagnia, dialogo, promozione umana, tanto che un’operatrice del servizio civile ha presentato una tesi di laurea proprio sui linguaggi e sulla comunicazione specifici per gli anziani. Per tanti pensionati autonomi, desiderosi di scambio, abbiamo organizzato feste e pellegrinaggi, tra cui quello annuale al Santuario di Loreto, con le Caritas inter-parrocchiali. Grazie al progetto articolato redatto dal dott. Stefano Castagna, siamo riusciti a coinvolgere 20 volontari. Il lavoro in rete ci permette di attingere molte informazioni: ad esempio per trovare colf e badanti lavoriamo a stretto contatto con i Servizi Sociali”.
Il cuore grande dei volontari
Lucia Balzi, 48 anni, è una di questi volontari e opera nella parrocchia di don Paolo. “Per me – confida – si tratta del primo progetto. La maggior parte dei nostri partecipanti hanno tra i 65 e gli 80 anni; sono soprattutto donne (vedove in maggioranza), qualcuna automunita, e per tre ore, al pomeriggio, si conversa con loro prendendo un dolce o un caffè. Il traino del nostro progetto è Fausta Brilloni, 82 anni, che chiama le sue amiche per incontrarsi al mercato o a Messa in parrocchia. Il nostro ambiente ha una peculiarità che lo contraddistingue dai circoli culturali per anziani: si nutre di solidarietà e fede”.
Maria Grazia Coltorti, 62 anni, è volontaria a Montecosaro, un comune di 7mila anime, nella parrocchia di S. Lorenzo e nel santuario della Ss.ma Annunziata. “Abbiamo avuto richieste di anziani soli – ricorda commossa – con pensione bassissima e in difficoltà tra affitti e utenze, ma portatori di una grande dignità. Proprio quella dignità che talvolta può generare chiusura e ritrosia ad accettare aiuto. Tutti i giorni siamo nella “casetta di legno”, un locale del Comune dove svolgiamo attività con l’Università della terza età e con una scuola di ballo, con corsisti anche ultranovantenni e a prevalenza maschile. I vecchietti si addolciscono anche nei modi grazie alle ragazze del servizio civile e poi invitano le signore più attempate – continua sorridendo Maria Grazia -. Alla nostra “Festa dei nonni” hanno partecipato ben 18 associazioni! Con le attività natalizie e, tutto l’anno, con le uscite fuori porta e i pellegrinaggi, cerchiamo di riunire la parte alta e quella pianeggiante del nostro paese”.
Anna Corazza Ferrara, 63 anni è invece la referente per gli anziani della Caritas di Amandola. “Sono qui dal 2016 – ci spiega -. Prima ho vissuto trent’anni anni in Valle D’Aosta e poi sono rientrata, poco prima del terremoto. Con il sisma abbiamo perso 8 chiese e ora l’unica agibile è il Santuario agostiniano del Beato Antonio. I giovani del servizio civile vanno in cerca di persone sole, per proiettare per loro un film o organizzare feste all’aperto. Dopo il covid, però, siamo rimasti privi di volontari del servizio civile e quelli che ci sono possono occuparsi degli anziani al mattino, e dei bambini dell’oratorio al pomeriggio. Accompagniamo gli anziani anche alle visite mediche negli ospedali più vicini, che sono comunque lontani: c’è un’ora di strada sia per Fermo che per Ascoli Piceno che per Macerata): purtroppo le istituzioni delegano alle Caritas questo tipo di trasporti, anche per disabili e malati cronici, non avendo servizi e personale sufficienti”.
“Talvolta – conclude don Paolo – assistendo gli anziani riscontriamo anche disagi igienico sanitari, che segnaliamo ai servizi sociali dei comuni: la Caritas offre opportunità di relazioni e di dialogo tra pubblico e privato, e questo ci caratterizza. Non si fa solo “carità materiale” ma si cerca di costruire ponti, rapporti, di aprire canali e conservarli nel tempo”.
(di Sabina Leonetti – foto per gentile concessione di Lucia Balzi e don Paolo Canale)