3 Ottobre 2024

Famiglia, culla di vocazioni (senza frontiere)

Riceviamo da Biancarosa, una donatrice, e dalla sua famiglia, di Udine, una bellissima testimonianza di accoglienza e di sostegno vocazionale. Si tratta di un giovane seminarista nigeriano accolto in casa come un altro figlio, ormai sei anni fa: un gesto d'amore verso la Chiesa, ricompensato da una immensa ricchezza di relazioni e affetti.

Mi chiamo Biancarosa e abito a Udine. Con mio marito Luciano abbiamo tre figli, ormai adulti e fuori casa. Sei anni fa il nostro Vescovo ci ha dato l’opportunità di accogliere un nuovo figlio in casa, un fratello per i nostri figli naturali, attraverso il quale abbiamo potuto avvicinarci alla realtà del Seminario, conoscerla, amarla e pregare; abbiamo infatti accolto Aeneid, un ragazzo nigeriano, che avrebbe frequentato il nostro seminario interdiocesano; oltre che per Aeneid, sentiamo di tenere in cuore ciascuno dei seminaristi affinché si realizzi il disegno che Dio ha su ognuno di questi giovani.
Abbiamo potuto conoscere una cultura così diversa e lontana dalla nostra e porci in ascolto di necessità ed esigenze di cui prima forse nemmeno ci rendevamo conto. È stato scoprire la maternità della Chiesa, che accoglie e nutre con amore a tutte le latitudini i suoi figli; è stato porci accanto alla famiglia naturale di Aeneid, con cui abbiamo intessuto un bel rapporto ed essere qui per offrire al ragazzo l’occasione di sperimentare comunque caldi affetti familiari, soprattutto nei momenti che per lui sono stati più difficili.
Aeneid sarà un sacerdote, a breve, se Dio lo chiamerà a questa vocazione. Siamo coscienti di quanto i sacerdoti possono essere guida per tutti.
A loro va tutto il nostro ringraziamento e il nostro sostegno.

Biancarosa Chiarandini
(qui sopra una foto di Biancarosa, Luciano ed Aeneid, scattata nel 2018)

3 Ottobre 2024
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