18 Luglio 2024

Estate romana: proposte giovani per tutti

Nella diocesi di Papa Francesco, che si prepara al Giubileo del 2025, proposte pastorali estive per i ragazzi dagli 11 ai 18 anni, aperte anche a quelle parrocchie che da sole faticano ad organizzare campi estivi, nella suggestiva cornice delle Dolomiti trentine. E poi un pellegrinaggio a Taizé (e non solo), rivolto alla fascia tra i 18 e i 30 anni che è in cerca della propria vocazione.

La Pastorale giovanile della diocesi di Roma non va in vacanza. Anzi. Durante il periodo estivo le proposte si moltiplicano, dagli oratori estivi ai campi, ai viaggi. Si è concluso pochi giorni fa il campo estivo diocesano a Cavareno (TN), in Val di Non, che ha visto la partecipazione di 200 ragazzi, 30 accompagnatori tra sacerdoti, religiose, religiosi e laici, nonché i due vescovi monsignor Dario Gervasi e monsignor Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma. Mentre c’è chi già si prepara a partire per Taizé, che accoglierà un gruppo di giovani romani all’inizio di agosto.

«Mi piace sottolineare il valore sussidiario di queste proposte, in particolare di quella del campo – dice don Alfredo Tedesco, direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile della diocesi di Roma – al quale

hanno partecipato parrocchie di tutta Roma che magari da sole non riescono a organizzare un campo estivo.

C’erano ragazzi di Castel Verde come della Balduina, di Roma Sud e di Roma Nord, ma in quella settimana non ci sono state differenze». L’esperienza è stata aperta a preadolescenti e adolescenti, dagli 11 ai 18 anni, che sono stati poi suddivisi in gruppi a seconda delle varie tematiche e attività affrontate. Al centro della settimana, infatti, c’era il grande tema dell’affettività.

«Spesso si parla dei ragazzi come un problema – riflette Marcello Inguscio, collaboratore dell’Ufficio diocesano, tra gli animatori del campo –, ma in realtà sono molto più maturi e profondi di quanto crediamo noi adulti. Abbiamo dato ai ragazzi la possibilità di entrare in contatto più profondo tra loro e con se stessi». Lo hanno dimostrato durante i sette giorni trascorsi in Trentino, dalle riflessioni fatte attorno a un falò, dal modo di starsi accanto l’uno con l’altro, dalle domande che hanno posto. «Abbiamo tenuto la linea di questo nuovo linguaggio emotivo che ha portato frutti, è stato il mezzo per farli parlare di loro – spiega Matteo Maio, un altro degli animatori della Pastorale giovanile di Roma –. Mi ha colpito il fatto che mi vedevano non solo come uno dei responsabili, ma come un loro amico, con cui hanno potuto aprirsi. Sanno abbattere tutte le barriere».

Pensato per i giovani dai 18 ai 30 anni, invece, il percorso a Taizé. La partenza è fissata per il 30 luglio e il rientro a Roma per il 5 agosto; il programma prevede due giorni a Torino, con visita al Sermig – Arsenale della Pace e il percorso a piedi alla Sagra di San Michele, poi tre giorni a Taizé e infine una giornata a Milano, con visita della basilica di Sant’Ambrogio. «Questo viaggio è frutto della collaborazione tra diversi Uffici della diocesi – precisa don Tedesco –, cioè quelli per la pastorale giovanile, per la pastorale universitaria e per la pastorale vocazionale. Nasce in seguito all’esperienza di Togheter dello scorso settembre e in occasione della Anno della Preghiera indetto dal Santo Padre in preparazione al Giubileo. Taizé è luogo ideale per coltivare la spiritualità dei giovani:

hanno un grande desiderio di spiritualità ma a volte non capiscono come pregare».

Ma intanto si guarda anche al futuro, all’anno pastorale che sta per iniziare, con il Giubileo che si profila all’orizzonte, nel quale i giovani romani faranno un po’ da “padroni di casa” per i loro coetanei che arriveranno da tutto il mondo. «Nella chiesa di Santa Marcella è nato un centro di aggregazione giovanile – spiega don Alfredo – e sarà il quartier generale delle nostre attività. Stiamo attivando dei processi, è tutta una grande sperimentazione… sarà una sorta di laboratorio! Ci sarà il Giubileo e di fatto l’anno prossimo le attività si intrecceranno.

La Chiesa deve mettersi in ascolto dei ragazzi perché, quando ascolta, insegna.

È la sinodalità che diventa prassi».

(di Giulia Rocchi – foto gentilmente concesse da don Alfredo Tedesco)

18 Luglio 2024
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