20 Aprile 2020

Don Paolo Catinello: lo stile dell’inclusione a Noto

“Il prete è colui che sa mettere insieme storia e vangelo”, dice don Paolo parlando dei tanti migranti che accoglie ogni giorno. Don Catinello è direttore dell'ufficio Migrantes e assistente della Caritas per la diocesi di Noto. Ritornare a essere umani, questo è il percorso.

“L’umanità è stata creata per vincere l’omologazione e per vivere come sfida la diversità”. Don Paolo Catinello ha una visione illuminata e colta della fede. La Parrocchia del SS. Crocifisso, a Noto, è il microcosmo in cui ha voluto costruire una comunità forte e unita. Perché la missione degli esseri umani è creare ponti, non muri.

“Il prete è colui che sa mettere insieme storia e vangelo”, dice don Paolo parlando dei tanti migranti che accoglie ogni giorno. Sa cosa stanno vivendo, perché anche lui ha una storia di migrazione: prima a Milano, per lavorare in una banca, poi tra i monti della Carnia per insegnare matematica in un istituto superiore. E mentre viveva queste esperienze, erano le storie ad attrarlo. Le vite delle persone. Intanto, Dio lo stava inseguendo da parecchi anni. Accettato il dono, ha scelto di tornare in Sicilia ed entrare in seminario.

Ogni giorno don Paolo coltiva la capacità di incontrare l’altro, l’accoglienza.
Sempre attento agli ultimi, perché “il povero ti dà uno stile, che non è quello del giudizio e della separazione ma quello dell’inclusione”.

Ritornare a essere umani, questo è il percorso. E don Paolo – con il suo impegno pastorale e i suoi incarichi in Caritas diocesana e in Migrantes – riesce ad attivare, grazie a laici e religiosi, pratiche di convivenza e inclusione che danno speranza a chi è stato escluso.

Per creare ponti e non muri.

(Giovanni Panozzo)

20 Aprile 2020
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