9 Maggio 2016

Don Patriciello, una voce dalla Terra dei fuochi

L'amore per la propria terra del parroco di San Paolo Apostolo, a Caivano (NA). Don Maurizio ha denunciato e combatte lo scempio che da più di 20 anni si consuma su quel territorio: lo scarico di rifiuti industriali altamente tossici.
Terra dei fuochi

Don Maurizio è un sacerdote come gli altri e come gli altri annuncia il Vangelo. Ma farlo nella Terra dei fuochi è diverso. Li è diventato Padre spirituale, amico, confidente, educatore, portavoce di una lotta che abbraccia un’intera regione e una gran parte d’Italia.

Terra dei fuochi è chiamato quel territorio che circonda la parrocchia di San Paolo Apostolo in Caivano in provincia di Napoli. Fuochi che per anni hanno bruciato cumuli di rifiuti, liberando nell’aria veleni tossici.

 
 

Da umile sacerdote di periferia, don Maurizio ha alzato la voce contro lo scempio che da più di 20 anni si consuma su quel territorio, lo scarico di rifiuti industriali altamente tossici.
La pattumiera d’Italia, la terra di nessuno, dove camorra e cattiva politica da anni fanno affari ai danni dei più deboli.
Impossibile restare indifferenti alle sue grida dall’altare. Grida di dolore per una terra agonizzante, disperata, condannata, mentre le braccia aperte sembrano volerla abbracciare e consolarla per quel dolore immeritato. Allora la sua forza diventa forza per i fedeli e trasforma gli sguardi impauriti di chi ogni giorno si chiede “sarò ancora sano domani?” in un unico grande sguardo, fiero, pronto a riprendersi quello che gli è stato tolto.

Nessuno, osi sporcare la terra.

Nessuno, osi continuare a ferirla, derubarla dei suoi sapori antichi, violarla nel suo pigro dormire sotto al sole, privarla del suo seme e dei suoi frutti.
La sua voce si alza contro la camorra responsabile di quello scempio, colpevole di quel fetore che sbarra porte e finestre, che uccide l’aria fresca della sera, e il sole del mattino.
Quando cammina per strada, schivo, nel tentativo di allontanare da sé quella notorietà che questo lutto gli ha regalato, è un continuo avvicinarsi a lui dei suoi concittadini che lo ringraziano, gli stringono la mano, gli rubano un abbraccio. Amore ricambiato che a volte nemmeno i modi bruschi di questo sacerdote riescono a mascherare.
La sua chiesa aperta a tutti, povera, al centro di un quartiere maledetto dalla camorra, ha il tetto bucato.
Da anni ci piove dentro.

Calvino ha detto in uno dei suoi aforismi “La fantasia è un posto dove ci piove dentro”.
La fantasia. Un luogo dove i sogni dei bambini e della gente umile sono ammessi, dove si cammina tenendosi per mano, dove il mare profuma di pesci e la terra di fiori. Dove la camorra non può entrare e i ricchi sono prigionieri del loro inutile bagaglio. Così ci appare questa chiesa di periferia. Entriamoci anche noi.
Tenendoci per mano, chiniamo la testa davanti al dolore della terra e aiutiamola a tornare come prima. Terra del sole, terra generosa e sana, madre paziente di uomini e donne che spesso la calpestano sordi al suo dolore.

9 Maggio 2016
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