17 Marzo 2025

Don Marco è tornato a Foggia, ma l’Africa resta nel cuore

Don Marco Camiletti, presbitero dell’arcidiocesi di Foggia-Bovino, è stato fidei donum in Guinea Bissau dal 2012 al 2020. Dal 2022 è parroco alla Beata Maria Vergine Madre della Chiesa, a Foggia, e continua ad alimentare un ponte di solidarietà che in Africa sta portando pozzi, strutture sanitarie e scolastiche ma soprattutto conoscenza reciproca e tanta passione. Prossimo obiettivo: un nuovo salone parrocchiale a Bigene.

Ci sono storie che nascono da incontri tra culture lontane migliaia di chilometri, eppure capaci di avvicinare persone, cuori e mondi diversi. È proprio questo il caso del legame che unisce Foggia, centro della capitanata pugliese, a Bigene, un villaggio nel nord della Guinea-Bissau, nell’Africa occidentale. In questo luogo, senza elettricità, senza acqua corrente e senza servizi essenziali, dal 1991 c’è la presenza missionaria della Congregazione delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù.
Qui, tra il Senegal e la Guinea, don Marco Camiletti, presbitero dell’arcidiocesi di Foggia-Bovino, è diventato parroco per la prima volta, proprio nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Bigene, creando un ponte che tutt’oggi collega le due realtà e che riempie di entusiasmo quanti decidono di percorrerlo.
Nel 2012, dopo aver terminato il suo percorso di educatore presso il seminario minore diocesano, don Marco e un suo amico partono per un viaggio estivo in Guinea-Bissau. Dall’incontro con la popolazione africana nasce un duraturo e bellissimo rapporto. Al suo ritorno, su proposta dell’allora arcivescovo Francesco Pio Tamburrino, il giovane sacerdote parte come fidei donum nella diocesi di Bissau, restandoci fino al 2020.
In quella terra, dove i cristiani rappresentano una esigua minoranza in una popolazione prevalentemente musulmana o animista, don Marco impara a conoscere la gente del posto, offrendo presenza, ascolto e aiuto.
“Quando sono arrivato, solo cinque persone accedevano ai sacramenti; oggi sono circa una trentina” – racconta don Marco. Numeri piccoli se paragonati alle realtà italiane, ma molto preziosi per una chiesa giovane come quella di Bigene. “Inoltre – continua – bisogna tenere conto che solo il cammino battesimale prevede un percorso di sette anni. Vedere raccolte così tante persone attorno all’altare è segno di una comunità in crescita, autentica e feconda”.
Dal 2022, don Marco è parroco a Foggia, nella parrocchia della Beata Maria Vergine Madre della Chiesa. L’amore per la Guinea-Bissau continua a vivere nei suoi racconti, che toccano profondamente chiunque lo ascolti. “Capita, a volte inaspettatamente, che chi, o per curiosità o per vero interesse, partecipa alle iniziative per supportare i progetti in Africa manifesti un sincero desiderio di vivere un’esperienza di condivisione. C’è molta gente che vuol fare del bene” – racconta ancora don Marco.

Alfredo e le sue foto

È quanto accaduto ad Alfredo, fotografo foggiano, che nel 2020, dopo aver ascoltato una testimonianza, decide di partire per realizzare un reportage fotografico. Nessuna esperienza di volontariato alle spalle ma quando arriva in Africa scopre un altro mondo. La vita di quelle persone, il calore dell’accoglienza, la gioia dell’incontro e un’esistenza modesta ma genuina, lo hanno segnato al punto che ora ci torna ogni anno, per rigenerare la sua quotidianità.
“Ci siamo chiesti cosa potessimo fare con il reportage realizzato, e così abbiamo iniziato a creare incontri. Ben presto ci siamo resi conto che a Foggia moltissime persone erano disposte a dare una mano” – spiega Alfredo. Con l’associazione “Missionari di Bigene” (attiva dal 2012), grazie all’aiuto dei cittadini foggiani, sono stati realizzati pozzi per rendere accessibile l’acqua, reparti ospedalieri e aule scolastiche.

Giulia e Roberto

Questo ponte di solidarietà si è allargato, coinvolgendo amici, famigliari e associazioni locali, il cui supporto è stato fondamentale per numerose opere, superando persino i confini regionali, come nel caso di Roberto e Giulia, una coppia dell’hinterland milanese.
Giulia, infermiera di professione, inizialmente si era recata in Africa per motivi lavorativi, e, mentre cercava qualche aggancio, grazie ad un’amica, è entrata in contatto con il sacerdote foggiano. Al suo rientro ha invitato il suo fidanzato a tornare con lei a Bigene.
“Non ti preoccupare, fidati di me. Sarà un’esperienza che ti cambierà la vita. È con queste parole che ho convinto Roberto a partire insieme per un mese in missione in Guinea Bissau, nel dicembre del 2016”, spiega Giulia. Al rientro in Italia, i due fidanzati non ci pensano due volte, profondamente toccati dall’esperienza missionaria, nel 2017 si sposano nella chiesetta di Bigene.
“La testimonianza di don Marco e i suoi racconti, ci hanno fatto capire quanto fosse importante mettersi al servizio degli altri. Fin dal primo giorno, la sua presenza è stata una guida per noi, aiutandoci a comprendere meglio il valore dell’incontro con la comunità, rafforzando in noi il desiderio di tornare e condividere questa esperienza con i nostri futuri figli”, continua Roberto, cosa che è avvenuta davvero sette anni dopo.
Come Alfredo, Giulia, Roberto, molti altri concittadini di don Marco continuano a coltivare il legame con la parrocchia Sacro Cuore di Bigene e hanno già fissato il prossimo obiettivo: la realizzazione di un salone parrocchiale di circa 30 metri quadrati per permette lo svolgimento della vita parrocchiale al riparo dalla calura del sole africano. Una sfida che continua a dimostrare quanto la carità possa accorciare le distanze, trasformando profondamente chiunque ne sia coinvolto.

(di Giacomo Capodivento – foto gentilmente concesse da don Marco, Alfredo, Giulia e Roberto)

17 Marzo 2025
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