Dallo sport, al lavoro, alla natura: con la fantasia del Vangelo
Ex pallavolista, 42 anni, don Paolo Zanandreis è parroco in uno spicchio di mare e cielo tra i più gettonati della Liguria. Il suo sogno? Ingrandire l’oratorio, avere più spazi per il Centro estivo e per accogliere (tra libri e cultura) i turisti.Dalle coppe vinte nel volley in serie B con l’Igo Genova, a 19 anni, all’animazione dell’oratorio e del tessuto imprenditoriale del Levante ligure. È una traiettoria esistenziale non comune quella di don Paolo Zanandreis, 42 anni, parroco di San Michele di Pagana a Rapallo, gioiello barocco a picco sul mare in una delle mete turistiche più esclusive d’Italia, non a caso abitata da numerosi imprenditori del Nord Ovest e che ospita anche Villa Spinola, a strapiombo su Punta Pagana, la residenza estiva del Gran Maestro dell’Ordine di Malta. La chiesa domina infatti il promontorio del Golfo del Tigullio ed è a metà strada lungo la passeggiata panoramica di due chilometri e mezzo tra Rapallo e Santa Margherita ligure, a un’oretta di cammino da Portofino. «Per i ragazzi che frequentano il nostro doposcuola – dice don Paolo– già solo la vista mozzafiato dalla vetrata dell’oratorio apre all’infinito e alla speranza».
Alto un metro e 86 e pluripremiato giocatore di pallavolo, protagonista di una giovinezza «all’insegna del divertimento e non particolarmente praticante» racconta con un sorriso, don Paolo lavorava come ragioniere e giocava in serie B in una delle principali squadre liguri quando, a 24 anni, un incontro gli ha cambiato la vita. «Ero appena tornato da un viaggio in India e Sri Lanka, tra Natale e Capodanno 2004. Per un soffio scampammo allo tsunami: eravamo partiti 12 ore prima dell’arrivo dell’onda anomala. Alcuni giorni dopo il rientro confidai a una mia amica che avevo un presentimento: avvertivo la sensazione che qualcosa di grande stesse arrivando nella mia vita. Era il 25 gennaio 2004: solo molto tempo dopo ricollegai quel giorno alla memoria della conversione di San Paolo. Avevamo una bella comitiva di amici e amiche – racconta – e ci venne chiesto di star vicino e far uscire un ragazzo credente che in quel momento aveva dei problemi di salute. Così iniziammo a frequentarci e piano piano il Signore si è fatto strada nella mia vita, fino a farmi decidere di entrare in seminario. Un’indimenticabile esperienza di come la grazia del Signore tocchi il cuore delle persone quando i tempi sono maturi per ciascuno di noi per riconoscere la sua voce, la sua presenza».
Don Paolo è stato ordinato nel 2014, a 34 anni. È uno dei preti più giovani tra i circa 80 della diocesi di Chiavari, distesa sulla fascia costiera tra Portofino e Moneglia e interamente compresa nella provincia di Genova, con una popolazione di poco più di 140mila abitanti. Incoraggiato dai suoi superiori, non ha mai smesso di giocare e far giocare. E da quando è arrivato in parrocchia ha riavviato il catechismo, attualmente frequentato da 25 bambini, e soprattutto ha cercato di creare nuove occasioni di incontro tra squadre di paesi e società sportive diverse. In fondo, rimarca, lo sport offre un ambito di azione privilegiato per mettere in pratica i valori che la fede propone: lo stare insieme, l’agonismo, lo spirito di squadra, la sopportazione degli altri, la resistenza alla fatica, la lealtà, il rispetto delle regole, il sacrificio, l’impegno, la tensione verso gli obiettivi. «Con alcuni collaboratori abbiamo iniziato nella primavera del 2017 – racconta – con delle manifestazioni in piazza di sport e musica, che abbiamo chiamato Sport e note in movimento e per tre anni come ufficio diocesano per lo sport abbiamo visto una crescente partecipazione a questi eventi. Abbiamo avuto la fortuna di riuscire a collaborare anche con la campionessa della nazionale di volley Ornella Marchese, che ha fondato una scuola a Cherasco tutta all’insegna dell’inclusione. Anche grazie a queste sinergie lo sport si è rivelato un mezzo anche per stemperare il campanilismo tra i nostri paesi, e da alcuni anni organizziamo a gennaio il Torneo dei popoli, interamente disputato sulla spiaggia, per il mese della pace». Così come d’estate viene organizzata la rassegna culturale “Sotto il campanile” sul sagrato della chiesa, per offrire ai turisti una proposta culturale allestita in un luogo di grande bellezza. Anche per questo don Paolo coltiva il sogno di ingrandire l’oratorio, divenuto un luogo di aggregazione per liceali e universitari di Rapallo e Santa Margherita ligure.
Oltre che direttore della pastorale dello sport e da un anno consulente ecclesiastico provinciale del Centro Sportivo Italiano, don Paolo è anche direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale del lavoro, un campo che giudica di importanza cruciale per il futuro. «Il lavoro occupa un ruolo talmente importante nella vita di ciascuno di noi – riflette – che come credenti dovremmo tutti sentirci maggiormente interpellati dalle istanze etiche e spirituali che suscita: sono convinto che investire sulle relazioni attraverso gli sterminati campi dello sport e del lavoro sia davvero la nuova strada dell’evangelizzazione».
Il Villaggio del Ragazzo
Don Paolo Zanandreis è anche vicepresidente del Villaggio del Ragazzo, un’opera fiore all’occhiello della diocesi sul fronte dell’avviamento al lavoro e dell’assistenza socio-sanitaria, fondata nel 1946 da don Nando Negri del quale è in corso la causa di beatificazione. Oltre 250 operatori e centinaia di volontari si alternano nei centri della struttura, che offre formazione professionale a persone giovani e adulte a rischio di esclusione sociale e accoglie minori fuori dalle famiglie di origine, anziani non autosufficienti e disabili.
(Manuela Borraccino)