Dall’inferno alla rinascita: se la comunità è più forte del fuoco
Il terribile incendio dello scorso 9 luglio ha lambito la recinzione della parrocchia romana di San Bonaventura, accanto al Parco di Centocelle. "Un dramma annunciato", commenta con amarezza il parroco, don Stefano Cascio. Ma la comunità si è subito ritrovata e rimboccata le maniche e la chiesa di Torre Spaccata catalizza le energie di chi non si arrende.Appuntamento domenica 17 luglio, nella piazza davanti alla parrocchia romana di San Bonaventura. Insieme al battagliero parroco, don Stefano Cascio, sarà tutta la comunità civile di Torre Spaccata a ritrovarsi unita, per condividere il dolore delle giornate appena trascorse, la preoccupazione per le condizioni dei più fragili, la speranza di veder finalmente riconosciute quelle ragioni che da anni venivano sostenute con forza.
C’è voluto un incendio di dimensioni catastrofiche, divampato nella zona degli autodemolitori abusivi lungo viale Palmiro Togliatti, per riportare l’attenzione sulla tutela del Parco archeologico di Centocelle, per la quale da anni la parrocchia e molte altre associazioni civili si stavano battendo. Ve lo avevamo raccontato in un servizio e in un bel video di alcuni mesi fa, insieme alle mille attività di una comunità cristiana vivace e capace di creare rete.
«Al di là della mano criminale che potrebbe aver appiccato le fiamme e sulla quale adesso la magistratura farà il proprio lavoro» commenta don Stefano Cascio «quello che ci amareggia di più è che si tratta di una vera e propria tragedia annunciata, che poteva essere evitata se fossero stati ascoltati gli appelli che in tutte le sedi istituzionali la nostra rete territoriale da anni sta continuando a rilanciare, chiedendo lo spostamento degli autodemolitori abusivi e la valorizzazione di un’area verde che fa parte del parco archeologico di Centocelle».
Attorno alla parrocchia, da qualche anno, si sono raccolte una serie di associazioni prima in un forum e poi in una vera e propria rete territoriale che si prefiggeva di ottenere, dal Comune, il rispetto dell’ordinanza regionale secondo la quale entro il 2020 gli autodemolitori avrebbero dovuto essere spostati dalla loro attuale sede.
«In parrocchia grazie al cielo non abbiamo subito danni materiali ma tutti stiamo respirando aria inquinata e i primi a farne le spese, ovviamente, sono i più fragili, anziani e bambini innanzitutto. Le cose possono cambiare, con la volontà di chi ha responsabilità. Negli ultimi tre giorni, dopo quanto è accaduto, abbiamo assistito ad una grande accelerazione sul fronte della collaborazione e del coordinamento tra le varie istituzioni. Noi continueremo a batterci per questo, come da tempo stiamo facendo».