Da Torre Guaceto alle api: Brindisi e l’armonia con il creato
Dalla riserva di Torre Guaceto alla casa de "Il gusto della bontà", passando per una serie di iniziative di apicoltura che hanno coinvolto altre 7 parrocchie: la comunità diocesana di Brindisi-Ostuni è in prima linea, insieme ai suoi sacerdoti, per la salvaguardia del creato.Colori intensi, la tramontana che esplode la bellezza di un angolo di paradiso, dove l’anima trova sempre ristoro, immersa nel passato.
Torre Guaceto nel Comune di Carovigno (70 per cento del territorio), a 25 chilometri da Brindisi, Diocesi di Brindisi-Ostuni, è uno dei soli due parchi in Italia formati da una riserva marina e una terrestre, adiacenti l’una all’altra e gestite da un unico ente (l’altro esempio è Ventotene).
La Riserva naturale dello Stato e l’omonima Area marina protetta, il Consorzio di gestione che mette insieme due comuni e il WWF nazionale, costituiscono un sistema di aree soggette a tutela che si estende per circa 3.300 ettari e per un tratto di costa lungo 8 chilometri.
Il centro geografico della Riserva è un manufatto militare cinquecentesco: la torre costiera di avvistamento denominata Guaceto, evoluzione dell’antico toponimo arabo Al Gawsit, che significa “acqua dolce”.
Don Cosimo Roma, nato proprio a Carovigno, è cresciuto in questa zona ed è innamorato della sua bellezza. Per questo propose, in un convegno nazionale della CEI, di raccontare
una “buona pratica” di salvaguardia del creato dove pubblico e privato fanno rete.
E poi l’oasi fu visitata dai partecipanti alla Settimana Sociale di Taranto, nel 2021. “Già dal 2017 – racconta don Cosimo – avevo organizzato la prima giornata diocesana del creato nell’area protetta e negli anni ho coinvolto l’Università del Salento. Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo del Ministero dell’economia, ha indetto (per la prima volta con una diocesi) una giornata di formazione con i giovani a Brindisi, per promuovere creazione d’impresa. Oggi siamo in dirittura d’arrivo per la nascita della Fondazione di comunità Brundisium. Il percorso è iniziato due anni fa e si attendono fino a 500mila euro dalla Fondazione con il Sud”.
“Siamo tra le prime 5 riserve in Italia – spiega il presidente del Consorzio Rocky Malatesta – e tra le prime 16 al mondo per monitoraggio scientifico e tutela. Puntiamo a far diventare quest’area Bioparco UNESCO e stiamo lavorando per la destagionalizzazione dei flussi turistici, il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, il progetto Porta della Riserva per valorizzare l’artigianato locale, l’ampliamento del parcheggio e dei servizi, dal punto ristoro al centro informazioni, dal parco dog sitting alla ciclofficina e al punto vendita dei prodotti alimentari della riserva con Slow Food. Abbiamo anche istituito la rete dei Parchi di Puglia (Parchitetide), aderito al progetto Mare caldo con l’Università di Genova e a Legalitria che nelle scuole promuove la lotta alle mafie e alla corruzione. Occorre una riconnessione con le istituzioni e l’associazionismo per favorire l’osmosi con il territorio. Quando – conclude Malatesta – le filiere trasversali di fiducia e passione funzionano, i risultati non tardano ad arrivare”.
Ma tutela dell’ambiente nella diocesi pugliese non è solo Torre Guaceto. Nella Parrocchia S. Maria Assunta in Guagnano, piccolo centro agricolo di 5mila abitanti in provincia di Lecce, Don Cosimo Zecca, 50 anni, qui parroco da 4 anni, ha pensato bene di dar vita a “Il gusto della bontà”, valorizzando la fertilità naturale dei terreni. Una casa adibita fin dagli anni 50 ad attività ludico ricreative per ragazzi, poi ceduta dalla diocesi alla parrocchia. Con Terrarte, in collaborazione tra Caritas diocesana, e Officine Arca – spiega don Zecca – abbiamo ripulito tutta l’area da erbacce infestanti e rifiuti. Tanti cittadini anche lontani dalla comunità ecclesiale, si sono avvicinati per dare una mano, offrire materiale edile, decorare muri, pitturare. Una sorta di entusiasmo collettivo culminato lo scorso luglio in una festa e iniziative estive legate al rispetto della natura. È nato un orto a forma di spirale, un bioteatro (teatro delle foglie ispirato a Orazio Costa), un laboratorio di psicomotricità basato sui cicli vitali, un laboratorio di educazione ambientale in inglese con una docente di Buenos Aires che abita a Lecce.
Siamo partiti dall’enciclica di Papa Francesco Laudato Sii sviluppando il Tempo del creato fino al 4 ottobre, coinvolgendo scuole di ogni ordine e grado. A breve cominceranno invece i laboratori per adulti fino al 20 maggio, giornata internazionale delle api, in cui vorremmo concludere con la conoscenza e l’approfondimento del ciclo di vita delle api (dall’impollinazione alla produzione dei frutti) che richiamano nella spiritualità cristiana una forte simbologia: dalla verginità di Maria alla dolcezza del miele, ossia della Parola di Dio”.
“Guardando il prima e il dopo dei lavori – commenta Fabio Rubino, 47 anni, vicepresidente di Officine Arca – pare di non trovarsi nello stesso luogo, il Teatro all’aperto, il giardino dove creiamo dei percorsi con i ragazzi, a breve anche per disabili, la fontana ristrutturata, l’orto sinergico per irrigare tutte le colture tramite pozzo sorgivo e falda. E chissà che non si arrivi anche all’ippoterapia e ad animali da allevare in Casa della Bontà (galline, ecc.) per consentire ai ragazzi di avvicinarsi e capire il loro linguaggio. Ci proponiamo di sensibilizzare sempre di più i genitori e i ragazzi alle tematiche ambientali, a stili di vita rimodulati nel tempo di crisi energetica che stiamo vivendo”.
Api non solo a Guagnano: la Caritas diocesana per tutto il 2022 con 10mila euro provenienti dai fondi otto per mille sta portando avanti un progetto, su invito del vescovo diocesano Domenico Caliandro, per impiantare nelle comunità parrocchiali il modello di società delle api, che è perfetto nel regno animale, trasferendolo al modello di Chiesa. “Per questo precisa il direttore della Caritas diocesana don Donato Pizzutolo sia Casa della Bontà che l’apicoltura praticata in diocesi a Cellino S. Marco, nella Chiesa Madre di Veglie, a S. Pancrazio Salentino e a Brindisi, per un totale di 7 parrocchie, sono progetti a doppia valenza: educativa e ambientale.
La paura si vince con la conoscenza – chiarisce don Donato – anche delle api che sappiamo essere indispensabili per salvaguardare l’ecosistema e non possono essere uccise.
La diversità è ricchezza e noi siamo partiti da questo presupposto.
Non solo ecologia, ma anche possibilità di creare reddito con l’apicoltura, far crescere i beni, prendersene cura, inculcare i valori del rispetto e accoglienza del diverso, della solidarietà e la reciprocità dei legami, del dare la vita (per l’ape regina). Andrea Turrisi, 54 anni, apicoltore originario di Catania, ha girato tutto il Sud e oggi coordina il progetto nella diocesi di Brindisi. “Finora il raccolto ha fruttato un quintale di miele, abbiamo coinvolto con entusiasmo minorenni e famiglie. Le api diventano strumento per incidere sulla formazione delle giovani generazioni, pur essendo selvatiche e non addomesticabili, ma si possono creare danni a tutto l’habitat se non si mettono in atto comportamenti corretti”. Si spera in una seconda annualità e nell’apertura a tutto il territorio.
di Sabina Leonetti