16 Febbraio 2021

Con don Antonio, nella chiesa ritrovata batte il cuore della città

Don Antonio Loffredo, parroco del rione Sanità a Napoli, racconta l’iniziativa del “tampone sospeso”, cioè donato a chi non può permetterselo. Una macchina della solidarietà che è riuscita a coinvolgere medici e professionisti volontari.
NAPOLI DAL ‘TAMPONE SOSPESO’ AI NUOVI PROGETTI

«Una provocazione frutto dell’emergenza coronavirus »: così don Antonio Loffredo, parroco del rione Sanità a Napoli, racconta l’iniziativa del “tampone sospeso”, cioè donato a chi non può permetterselo, partita lo scorso novembre. Una macchina della solidarietà che è riuscita, anche grazie a medici e professionisti volontari, nell’obiettivo di allestire un vero laboratorio di screening all’interno della basilica parrocchiale di San Severo. «In quel momento – racconta il sacerdote – era urgente un’attività di profilassi nel rione, tra i più densamente popolati di Napoli. Così abbiamo liberato dai banchi l’interno della chiesa. E abbiamo assicurato il tampone, gratuito per i cittadini segnalati dalla rete Caritas, o al costo calmierato di 18 euro per tutti gli altri. Dall’inizio della mappatura abbiamo effettuato migliaia di tamponi e seguito, con la nostra rete, 220 famiglie». L’iniziativa della Chiesa non poteva riuscire senza i giovani. Lo spiega bene Mario Donatiello, socio della Fondazione San Gennaro (che riunisce cittadini, parrocchie e sacerdoti di Napoli) e volontario in prima linea: «Non sempre le famiglie in cui si temeva che qualcuno avesse contratto il coronavirus potevano permettersi di pagare 4 o 5 tamponi, con rischi per l’intera comunità. Così singoli cittadini si sono sottoposti allo screening e hanno donato il test per chi non poteva permetterselo».

Particolarmente simbolica la scelta di avviare il progetto in un luogo di culto, la spettacolare basilica cinquecentesca di San Severo, carica di storia e recentemente riaperta dopo anni di abbandono, grazie ad un restauro (finanziato anche dall’8xmille con 60 mila euro) che ha riguardato soprattutto la cupola e la facciata. Con la riapertura al pubblico nel 2017, anche la piazzetta antistante la chiesa ha ripreso vita ed è crocevia di progetti culturali e sociali per i cittadini. «Chi conosce il territorio – spiega Donatiello – sa che il rione Sanità non si presta a uno screening di massa come quello nei drive-in, perché il quartiere (32 mila abitanti in meno di 2 chilometri quadrati, ndr) ha forti problemi di viabilità. Immaginare di portare un laboratorio tra le persone e non le persone in un laboratorio è stata una scelta naturale per limitare gli spostamenti in questo periodo così complicato». E aggiunge: «La Chiesa è da sempre la più vicina ai poveri. Abbiamo aperto ancora di più le sue porte». 
 Gli ultimi continuano a essere monitorati e protetti grazie a don Loffredo e ai suoi ragazzi. «Abbiamo mantenuto il tampone come strumento di monitoraggio per i 120 senza dimora accolti dal centro “La Tenda”, fondato nel rione da don Antonio Vitiello, oltre che per i 50 senzatetto che alloggiano all’Istituto “La Palma” e per gli operatori che lavorano a contatto con i bambini», spiega il sacerdote.
La provocazione del “tampone sospeso” è solo la più recente di una rete di attività-segno volute da don Loffredo e dai suoi giovani ‘per portare i pesi gli uni degli altri’ in questi mesi difficili. La stima verso di loro è nella risposta corale del territorio: “Da marzo scorso abbiamo raccolto quasi 260 mila euro per sostenere le famiglie in difficoltà del rione –  dice il parroco – Con le Catacombe di San Gennaro chiuse, i 40 ragazzi che vi lavorano si sono trovati senza lavoro. Hanno allora messo a disposizione l’info-point della biglietteria come sito di stoccaggio di beni di prima necessità». Beni che, come spiega Mario Donatiello, «sono stati portati a chi ne aveva bisogno. Non abbiamo consegnato pacchi alimentari standard, ma spese calibrate su numero e composizione di ogni famiglia». All’interno, tra i beni donati, è stato incluso anche un libro, su iniziativa di Patrizia Martinez, referente della Biblioteca per bambini della Fondazione San Gennaro: «nel periodo di Natale – spiega lei stessa – abbiamo regalato 600 libri, accompagnati da un messaggio personale per ogni piccolo lettore».
Discorso analogo per le card spesa. «Grazie alla sinergia tra Rete Commercianti e Fondazione San Gennaro – continua Donatiello – abbiamo stampato banconote da 5 Euro chiamate “card San Gennaro”, usate da 200 famiglie per comprare beni di prima necessità e farmaci».  
E per il futuro? «Stiamo lavorando al progetto “Luce” per la riqualifica di chiese abbandonate», spiega Donatiello. E conclude: «Vogliamo riattivare una parte di rione Sanità che è rimasta fin troppo ferma, per poi accendere i motori il giorno in cui si tornerà alla normalità». 
 
(testo di Michela Curcio – foto di Francesco Natale)
16 Febbraio 2021
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