Carpi: le buone pratiche delle parrocchie sostenibili
"I processi comunitari virtuosi innescano i veri cambiamenti, anche se negli agglomerati urbani il sentirsi comunità richiede sforzi e fatica ingenti". Lo spiega don Carlo Bellini, vicario episcopale di Carpi, un ingegnere chimico con un master in ingegneria ambientale. Grazie al suo impegno e a quello di tanti preparatissimi volontari, finalmente è partita una Comunità Energetica Rinnovabile.Un territorio, quello del modenese, conosciuto per le sue eccellenze culinarie – siamo in tempo natalizio e sulle tavole abbondano zampone, cotechino, cappelletti, prosciutto, aceto balsamico – per l’attività industriale, artigianale e culturale – vedi festival della filosofia. Ma è nota anche la sensibilità della sua gente in campo ambientale, tra energie rinnovabili e politiche sostenibili. In una diocesi di 120mila abitanti, Carpi, suffraganea di Modena Nonantola, per 38 parrocchie si è costituito un team motivato che porta avanti iniziative per il Tempo del Creato in sinergia con diversi uffici. “Non abbiamo forzato nulla – dichiara don Carlo Bellini, vicario episcopale di Carpi, nonché ingegnere chimico con un master in ingegneria ambientale – abbiamo diffuso la ricerca e l’impegno delle parrocchie sostenibili cominciato dalla diocesi di Modena e potenziato la nostra azione nel cammino sinodale. Oggi registriamo più attenzione nei confronti di flora e fauna, attraverso la tutela della Sovrintendenza, ma
possiamo fare molto per cambiare i nostri stili di vita e consumo.
Il nostro ruolo educativo si esplica anche nei gruppi scout, coinvolgendo giovani e famiglie, e fra i catechisti”.
Il contesto in cui stiamo vivendo ci chiede in modo sempre più urgente un impegno concreto di conversione ecologica e di fratellanza universale per custodire e prenderci cura dei territori e partecipare ad una trasformazione sociale. Il laboratorio parrocchie sostenibili è un’iniziativa nazionale di confronto, condivisione e co-progettazione di pratiche sostenibili ispirato a valori cristiani, che risponde ai valori e principi della Laudato si’ e ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 ONU, e promuove un’ecologia integrale, favorendo il protagonismo delle parrocchie sui temi della cura del creato. Per questo, nell’ambito del percorso sinodale, si è appena concluso il terzo corso nazionale di formazione per comunità e parrocchie, organizzato da Caritas Italiana, Focsiv e Fondazione Lanza in modalità on line. Dai sistemi alimentari sostenibili alle politiche urbane per il cibo, dalle comunità energetiche alla finanza etica e alle scelte di risparmio responsabile: queste le tematiche affrontate. La diocesi di Carpi ha aderito – continua don Carlo – all’idea di creare una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) a San Possidonio con il coinvolgimento degli enti pubblici. Il Comune conta 3500 abitanti e candidandosi al bando regionale Partecipazione 2022 ha ottenuto un finanziamento di 10mila euro per realizzare un progetto che, prevedendo diversi incontri informativi e divulgativi con esperti del settore energetico quali l’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile, si pone come obiettivo quello di favorire le condizioni per la costituzione di una CER. Far parte di una CER comporta un vantaggio economico poiché l’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici degli associati, se consumata dai membri della comunità energetica, viene incentivata da contributi statali.
Agnese Zona, laureata in Biotecnologie mediche, impiegata nella ricerca e sviluppo presso una multinazionale, fa parte del Circolo Laudato si’ della diocesi ed è la referente del CER a San Possidonio. “Ho costituito un gruppo di lavoro – precisa Agnese – per lo studio di fattibilità prima di partecipare al bando e poi ho pubblicizzato l’iniziativa. Alla realizzazione del progetto, che è rivolto all’intera comunità, collaborano la Parrocchia di San Possidonio e la Proloco, con un fitto calendario di incontri che nel 2023 ha affrontato gli aspetti ambientali, tecnici e giuridici.
Il 12 dicembre si è costituita formalmente la CER.
Un privilegio per la collettività che fa dell’unione la propria forza: abbiamo sostenuto le povertà energetiche, favorito l’inclusione sociale, nella condivisione di energia a livello virtuale tra chi produce e chi consuma nella stessa fascia oraria. Della CER farà parte un’azienda per i servizi alla persona – un centro diurno per adulti disabili -: su 60 richieste pervenute, ne saranno beneficiarie 27 famiglie e 5 servizi commerciali, tra cui un ristorante.”
Grazie alla diocesi di Modena e al suo referente Valter Sancassiani – aggiunge poi Federica Marampon, dell’ufficio pastorale sociale della diocesi di Carpi, nonché referente del movimento adulti scout cattolici italiani (MASCI) -, abbiamo inglobato una trentina di buone pratiche per sagre green, centri estivi, campi da gioco e feste parrocchiali del laboratorio parrocchie sostenibili della diocesi di Modena.
“I tragici eventi accaduti in Romagna lo scorso mese di maggio – rimarca Federica -, causati sicuramente da fenomeni atmosferici inaspettati e dall’impatto devastante, sono dovuti anche all’uso sconsiderato del suolo messo in atto dall’uomo e da una mancata attenzione da parte di chi amministra i nostri territori agli equilibri del pianeta. Nel libro La tela sfregiata del nostro vescovo Erio Castellucci si legge: «L’homo faber, tentato di sfruttare la natura come semplice cava di materiali, e l’homo oeconomicus, tentato di attingervi come ad una cassa continua da esaurire, devono integrarsi nell’homo sapiens, capace di sfruttare la propria intelligenza per vivere e mantenere la casa comune. L’alternativa all’homo sapiens sarà l’homo demens, che distruggendo la propria casa finisce per distruggere se stesso». Una delle possibili azioni in parrocchia, in sinergia con i fedeli, i sacerdoti e le associazioni, è sicuramente leggere la guida, capire su cosa si può agire da subito e su cosa si potrà migliorare in futuro. Nel sito della diocesi è stata creata, già dall’anno scorso, una pagina intitolata “Il tempo del creato” dove trovare video, documenti e iniziative. Abbiamo diffuso il vademecum 2020 realizzato da ANCI-Emilia Romagna per supportare i Comuni nella definizione e implementazione di strategie locali di
riduzione dei rifiuti derivanti dall’utilizzo di prodotti in plastica monouso per organizzare eventi senza ‘usa e getta’
e applicare i modelli del riuso. Puntiamo a sani costumi che includono vari aspetti, da quello economico a quello caritatevole (come dare una mano oltre le spese) e sociale”.
La ricostruzione post sisma, a distanza di 11 anni, negli edifici ecclesiastici tiene conto dell’impatto ambientale. Sandra Losi, architetto, è direttore dell’ufficio per il patrimonio e la manutenzione dei beni della curia e della ricostruzione post terremoto. “Gli impianti sono obsoleti – dichiara Sandra – e stiamo provvedendo alla sostituzione con pompe di calore che sfruttano l’energia elettrica. I pannelli fotovoltaici non sono applicabili su edifici tutelati, da qui l’esigenza di comunità energetiche che sfruttino una buona quantità di energia senza collocare i pannelli sui tetti, ma occorre implementare la rete. I costi sulle bollette diminuiscono drasticamente. Resta la difficoltà dei decreti attuativi, tranne nei piccoli Comuni. Un percorso parallelo è quello di trovare azioni sostenibili (relamping) per sostituire in tutta la diocesi tutte le fonti di luce con lampade a basso consumo. Una scheda da distribuire in tutte le parrocchie ed esperti di illuminotecnica consentiranno nel breve periodo di arrivare al massimo risparmio energetico – i due terzi di abbattimento costi -, con impianti di controllo da remoto anche se si dimentica una luce accesa”.
“L’ecologia integrale – conclude don Carlo – non è solo moda: richiede studio, competenza tecnica e giuridica e soprattutto lavoro in rete. Volersi integrare con il mondo può generare paura. Ma da cattolici abbiamo il dovere di far crescere le nostre virtù, interagire meglio, conoscere il territorio e il contesto in cui operiamo e siamo chiamati a vivere. Quello che conta è il processo con cui si realizza un obiettivo, che richiede pazienza e tante fasi di lavorazione. I processi comunitari virtuosi innescano i veri cambiamenti, anche se negli agglomerati urbani il sentirsi comunità richiede sforzi e fatica ingenti”.
(di Sabina Leonetti – foto gentilmente concesse da Federica Marampon e Agnese Zona)