Ascoltando Dio, la natura, le persone: la parrocchia-eremo
Si può essere eremiti in mezzo alla gente? Don Cristian Leonardelli ha fatto questa scelta e la sua comunità parrocchiale, quella di S. Giovanni Gualberto, sulle colline di Livorno, ne respira tutta la spiritualità. La cornice è quella di un'affascinante struttura che fin dal XIII secolo accompagna all'incontro con Dio.Si può essere eremiti in mezzo alla gente? Don Cristian Leonardelli ha fatto questa scelta e la sua comunità parrocchiale, quella di S. Giovanni Gualberto, sulle colline di Livorno, ne respira tutta la spiritualità.
Don Cristian, classe 1974, ordinato sacerdote nel 2008, è arrivato a Livorno dalla Val di Non e dopo aver svolto il suo ministero in alcune parrocchie della diocesi, è stato destinato dal vescovo, monsignor Simone Giusti, alla parrocchia di Valle Benedetta.
“Appena sono arrivato in questo luogo ho sentito una chiamata per tutta la vita, senza riserve – racconta – come un seme gettato, totalmente consegnato, trasparente a me stesso e trasparente all’amore di Dio”.
La comunità di Valle Benedetta abbraccia un’ampia zona boscosa e dall’alto veglia sulla città; da lassù nelle giornate più limpide lo sguardo arriva fino al mare da un lato e alle Alpi Apuane dall’altro. La pace che vi si respira invita alla meditazione e all’armonia con la natura, per questo la scelta di don Cristian, di diventare un prete eremita, ha trovato il consenso di tutta la comunità, che ha appoggiato e accompagnato questa vocazione.
«È una scelta che ha armonizzato e riordinato il mio modo di essere prete – continua il “don” eremita – e con questa scelta sento di essere più vicino alla gente. L’eremita nell’umiltà che viene dall’Amore, ascolta e vive il silenzio per divenire ascoltatore di Dio e poter essere meglio ascoltatore dell’uomo».
L’impegno di don Cristian e questa sua scelta spirituale sono maturate incontrando ed ispirandosi ad altri sacerdoti e parroci eremiti presenti in tutta Italia, come don Gianluca Romano in Sicilia, don Fulvio Calloni in Garfagnana, don Raffaele Busnelli e il venerabile padre Romano Bottegal, sacerdote veneto, poi monaco trappista, poi eremita diocesano in Libano. Ma questa scelta, prima di tutto, è nata in sintonia con il Vescovo, che ha seguito passo dopo passo questa intenzione del sacerdote, e con la comunità parrocchiale, che ha sostenuto il giovane prete nel suo cammino di studio e preparazione.
Come si fa a coniugare la spiritualità eremitica e l’attività pastorale ordinaria di una parrocchia? Con l’aiuto di Dio tutto è possibile, direbbe don Cristian.
Ci sono dei punti cardine su cui il sacerdote ha incentrato il suo impegno: la preghiera in primis, l’essenzialità di una vita sobria, il lavoro e l’accoglienza. Su queste fondamenta ha intessuto la sua vocazione e nel tempo ha saputo offrire i frutti di questa spiritualità anche ai fedeli della parrocchia di S. Giovanni. Chiunque può unirsi a lui nei momenti di riflessione e adorazione, di attività operosa e di condivisione. A questo si aggiungono i consueti impegni di ogni parroco: la celebrazione dell’Eucaristia feriale e festiva in parrocchia; la visita agli ammalati e agli anziani; gli incontri con le famiglie ed il catechismo ai ragazzi ed in più il servizio con gli scout, di cui don Cristian è assistente ecclesiastico.
“Un tempo gli eremiti avevano la barba lunga, erano vestiti in modo rude, stavano nelle grotte, erano gli uomini del silenzio, della solitudine, della povertà – ha sottolineato fratel Benedetto, monaco dell’eremo di Agliati, durante la celebrazione del luglio 2021, quando don Cristian ha pronunciato la sua professione di fede -. Oggi lo fanno in maniera diversa ma la sfida è sempre la stessa: cercano un cuore che ascolta, che ascolta la natura, la scuola, la società, il mondo. Noi sentiamo di avere questo dono”.
E proprio in ragione di questa vocazione sacerdotale e parrocchiale, il comune di Collesalvetti (confinante con quello di Livorno) e la regione Toscana hanno affidato in comodato d’uso alla comunità di S. Giovanni Gualberto l’eremo di Santa Maria alla Sambuca alla Valle Benedetta: un’affascinante struttura medievale voluta dai padri Agostiniani nel XIII secolo per il loro eremitaggio. Un sito storico e ricco di spiritualità che don Cristian, insieme ai suoi parrocchiani, si è impegnato a restaurare e valorizzare, perché torni al suo antico splendore e alla sua vocazione di luogo sacro, destinato all’incontro con Dio.
(Chiara Domenici – foto e video di Giovanni Panozzo)