Acquaformosa, che vive di abbracci e di sapori
Un centro per bambini con bisogni educativi speciali e un ristorante parrocchiale sono il cuore e il motore di un piccolo paese di montagna in provincia di Cosenza, dove si conserva il rito bizantino portato nell'eparchia di Lungro nel 1500, da un nucleo di profughi albanesi in fuga dagli ottomani.“Se il compito della parrocchia è quella di agire per il benessere, nel senso cristiano, della persona, la Chiesa qui prova a esserci dovunque ci sia bisogno”. Padre Raffaele De Angelis, è il parroco della Chiesa di San Giovanni Battista in Acquaformosa, piccolo comune di montagna della provincia di Cosenza, in Calabria. La sua parrocchia fa parte dell’Eparchia di Lungro, una delle due diocesi italiane di rito bizantino, retta da mons. Donato Oliverio. Una comunità, quella di San Giovanni Battista, nata intorno al 1500 grazie ad alcuni profughi albanesi, provenienti dalla regione greca della Beozia e che lavoravano nell’Abbazia di Santa Maria di Leucio. I rifugiati, che scappavano dall’invasione ottomana dell’Albania, hanno costruito il primo nucleo dell’attuale chiesa, poi ricostruita tra il 1936 e il 1938.
Intorno a quest’edificio vive una comunità, che ha mantenuto nei secoli le sue tradizioni, come le “Kalimere” le cantilene drammatizzate che rievocano la passione di Cristo e soprattutto la lingua arbëreshe e il rito bizantino. “Non siamo molti – spiega padre Raffaele, ordinato sacerdote nel 2006 – circa un migliaio, per la maggior parte anziani”. Un paese, che nonostante lo spopolamento, è rimasto vivo, anche grazie alle attività della parrocchia di San Giovanni Battista. Per esempio qui, ad Acquaformosa, che secondo una leggenda deve il suo nome a un’esclamazione di Irene Castriota, figlia dell’eroe nazionale nella lotta contro i Turchi Giorgio Castriota Scanderbeg (“Che acqua formosa”, bella in arbëreshe avrebbe detto bevendo l’acqua della frazione Badia) a fine aprile 2022 è stato aperto un ristorante parrocchiale, dal nome evocativo “Sapori DiVini”.
“In paese – racconta Padre De Angelis – c’era un edificio, di proprietà della parrocchia che per cinquant’anni era stato utilizzato come casa famiglia per minori, ma con la fine di questa esperienza, per mancanza di ragazzi, le persone che ci lavoravano rischiavamo di perdere il loro posto”. “Per questa ragione – prosegue il sacerdote – abbiamo deciso di utilizzare quella struttura per creare un ristorante, ora gestito da quattro persone di Acquaformosa e dei dintorni”. Un luogo, dove ogni giorno si servono piatti della tradizione locale, come le Shtridlie, tipica pasta arbëreshe con i fagioli. “Cerchiamo di promuovere i prodotti artigianali del luogo – racconta il parroco, in carica dal 2014 – si parla spesso di valorizzare il territorio e noi vogliamo come parrocchia essere d’esempio”. Tra i tavoli di Sapori DiVini fin dall’inizio c’è Gerardo De Mari. “Sono cresciuto a Cerchiara di Calabria ma mio padre è originario di Acquaformosa – dice il quasi 34enne – lui è tornato a vivere qui quando è andato in pensione, mentre io nel 2013 mi sono trasferito in Francia, a Lourdes, dove mi sono occupato di accoglienza e di ristorazione, lavorando anche per Unitalsi”. Poi il lockdown. “Nel 2020 con lo scoppio della pandemia sono dovuto rimanere ad Acquaformosa dove avevo conosciuto per caso Padre Raffaele – prosegue Gerardo che ha studiato a Potenza e a Milano -. È stato un momento di riscoperta delle mie radici. In questo periodo ho anche cominciato a dare una mano in parrocchia, per esempio aiutando le suore anziane della nostra comunità”. Dopo il ritorno in Francia e un contratto già firmato, un’offerta. “Più o meno un anno fa, nel gennaio 2022, Padre Raffaele mi ha proposto di contribuire a creare un ristorante parrocchiale. Anche se sembrava una scelta azzardata, ho detto di sì. Mi sono fidato di lui e delle sue parole”. Una nuova vita, in tutti i sensi. “Le giornate sono lunghissime – spiega Gerardo – ma gli sforzi sono ripagati dalle soddisfazioni, come i sorrisi e i ringraziamenti di chi viene a trovarci”. Sapori DiVini, che ha una quarantina di posti che possono arrivare a settanta in estate con i tavoli all’aperto, non è solo un ristorante. “È diventato un luogo d’incontro – dice De Mari – dove le persone possono passare del tempo insieme e confrontarsi. Noi, che siano persone del luogo o turisti, li accogliamo, offrendogli un servizio semplice ma che vuole essere di qualità”. “Il nostro lavoro – conclude Gerardo – cerca di essere anche un segnale per la comunità, un modo per dire che non tutto è perduto e che non bisogna arrendersi allo spopolamento”.
Ad Acquaformosa accanto al ristorante parrocchiale dal 2021, sempre negli edifici che in passato ospitavano la casa famiglia è attiva una residenza per anziani e dal novembre 2022 è aperto un centro pastorale diocesano ludico-ricreativo per bambini autistici e con bisogni educativi speciali. “A differenza della residenza per anziani e del ristorante parrocchiale – spiega padre De Angelis – questo centro chiamato “Una comunità di abbracci” è stato realizzato grazie ai contributi del 8xmille con il supporto della Caritas Italiana”. “La decisione di crearlo – specifica il parroco – è legata ai bisogni che sono emersi con la presenza in diversi nuclei famigliari della nostra comunità di bambini autistici e con bisogni educativi speciali”. Il neonato centro, frequentato attualmente da otto ragazzi, non è però un centro di terapia “diretta”. “Qui vengono proposte attività di gioco e divertimento preparate da una pedagogista clinica – dice il sacerdote – la partecipazione è totalmente gratuita così da poter permettere a tutte le famiglie di accedere”.
Un’attenzione ai bambini, quella della comunità di Acquaformosa, che si riflette anche sull’aiuto che la parrocchia ha dato all’unico asilo presente sul territorio del comune. “Fino a qualche anno fa – dice Padre Raffaele – era gestito da religiose, ma dopo la chiusura della loro casa, la struttura rischiava di scomparire. Così la parrocchia ha preso in carico la gestione, perché se i bambini non frequentano qui la scuola dell’infanzia probabilmente non lo faranno neppure con la scuola primaria”. Un ulteriore intervento che racconta la centralità della Parrocchia di San Giovanni Battista per la comunità di Acquaformosa. “Vogliamo dare un messaggio concreto – conclude Padre De Angelis – di come la Chiesa possa essere un motore per la società e il territorio”.
(Roberto Brambilla)
Foto per gentile concessione di Padre Raffaele De Angelis
In questo video, a circa due minuti, si parla anche di “Una comunità di abbracci“!