A Prato, in parrocchia la Cina è più vicina
Una scuola d'italiano per la folta comunità cinese e un doposcuola per aiutare i bambini di quella comunità ad integrarsi meglio nella nostra scuola. È l'esperienza della parrocchia della Chiesa del Sacro Cuore di Prato, affidata ai padri Verbiti. Il parroco, padre Attilio, è stato certamente aiutato dalla sua precedente esperienza missionaria a Taiwan e dalla conoscenza del cinese.
“Il Vescovo ci ha chiesto di costruire dei ponti e noi lo stiamo facendo, partendo dalla cosa più semplice, la lingua”. Così padre Attilio Rossi, 60 anni, religioso della Società del Verbo Divino, spiega il senso della sua missione come parroco della Chiesa del Sacro Cuore di Prato, iniziata nell’autunno 2023.
“Per concentrazione – racconta il sacerdote, che in precedenza è stato missionario in Costa d’Avorio e che per 16 anni ha vissuto e insegnato a Taiwan – Prato è probabilmente la città europea con più popolazione di origine cinese“. “La stragrande maggioranza di loro lavora nell’industria, soprattutto tessile, e proviene dalla provincia di Wenzhou, nel sud-est della Cina – prosegue – e per il numero e la struttura potrebbero vivere tranquillamente solo all’interno della loro comunità”.
L’idea della scuola…
Una situazione particolare che padre Attilio, che conosce perfettamente il cinese, ha compreso bene durante il suo primo anno come parroco. “Per le benedizioni di Natale – ricorda – quando bussavo alle porte di famiglie cinesi o non trovavo nessuno perché gli inquilini erano al lavoro o chi c’era molto spesso si ritraeva o ci salutava in maniera veloce, anche perché conosceva poco l’italiano”. Queste circostanze, che insieme all’invito del Vescovo, hanno spinto il religioso verbita, aiutato da un altro sacerdote di origine cinese della sua stessa congregazione, padre Giacomo, a creare una scuola d’italiano, fatta conoscere anche grazie a WeChat, il sistema di messaggistica più diffuso in Cina. “Da un lato offriamo qualcosa che a loro interessa – spiega padre Attilio- dall’altra facciamo un primo passo per conoscerci, per creare un rapporto e per fare amicizia, in quella che potremmo chiamare pre-evangelizzazione“.
Una proposta che in pochi mesi ha raccolto adesioni, con circa 100 persone passate dalle aule della scuola. “Noi chiediamo un contributo minimo, poco più che simbolico – racconta – proponiamo un orario comodo (dalle 21 alle 22.30) e soprattutto c’è molta flessibilità. Uno viene quando può. In più, il fatto di parlare cinese è un vantaggio rispetto ad altri corsi”. Una scuola d’italiano che è riuscita anche a “raddoppiare”. “Dato che alcune persone – aggiunge – hanno la possibilità di avere la mattina libera abbiamo attivato anche un corso mattutino.
Tra chi dà una mano c’è Andrea, 56 anni. “Sono un parrocchiano della Chiesa del Sacro Cuore – spiega – e conoscevo Padre Attilio per altre attività. Quando ha ventilato l’ipotesi di aprire un corso di lingua cinese, chiedendo chi fosse interessato, io ho dato la mia disponibilità”. Una scelta, legata anche al percorso personale del volontario. “Circa quattro anni fa – aggiunge Andrea – ho cominciato a studiare cinese, mi interessava la cultura e poi vivo a Prato. Adesso riesco a farmi capire abbastanza bene. Sono uno dei volontari che tiene il corso di base, uno dei due che abbiamo. Vado una volta a settimana, anche se ormai c’è lezione tutte le sere. Mi occupo delle persone che hanno una conoscenza minima o nulla della lingua italiana. Nel corso avanzato ci sono studenti che invece con la nostra lingua se la cavano più che bene”. Donne e uomini con storie ed età diverse (“abbiamo alunni tra il 17 e i 45 anni” precisa Andrea) da cui il volontario sta imparando molto. “Hanno sempre voglia di conoscere – conclude Andrea – ed è ogni volta un bello scambio con loro”.
…e poi il doposcuola
Alle lezioni per gli adulti, che sono tenute anche grazie all’aiuto di volontari della parrocchia si è affiancato un doposcuola per i ragazzi e i bambini cinesi. “L’abbiamo fondato e lo gestiamo insieme a PratoCultura, una cooperativa legata alla Diocesi. Rispetto al corso di italiano alla sera chiediamo un contributo leggermente più alto, perché c’è una persona che viene pagata. La risposta è stata per ora abbastanza positiva, con una decina di ragazzi e ragazze che lo frequentano.”. “A Prato ci sono già diversi doposcuola gestiti dalla comunità cinese – dice ancora – vanno a prendere i bimbi, gli offrono il pasto, cose che noi al momento non possiamo garantire”. Un’esperienza che sta dando tanto alla parrocchia e anche a padre Attilio. “Mi ha aiutato il fatto di conoscere la cultura e il modo di pensare dei cinesi – conclude il religioso verbita – ma questa missione, molto diversa da quella che ho vissuto in Costa D’Avorio e a Taiwan, mi sta insegnando il valore della pazienza, l’importanza dell’aspettare”. Una scuola, dove l’italiano è un mezzo di conoscenza, ma soprattutto di inclusione.
(di Roberto Brambilla – foto gentilmente concesse da padre Attilio Rossi)