A Genova la bellezza spalanca le porte
Una diocesi straordinariamente ricca di beni architettonici e artistici. Il Museo diocesano e il Museo del Tesoro della Cattedrale, in primis, sono il fulcro di una serie di progetti per permettere a tutti, bambini e anziani, persone con disabilità e persone socialmente svantaggiate, di fruire della bellezza di questo patrimonio. Mons. Marco Doldi e i responsabili dei musei ce lo raccontano.Il suo porto è il più grande d’Italia, ma la città nota per il suo faro simbolo “La Lanterna” è uno dei poli culturali e artistici principali del Bel Paese, già capitale europea della cultura e capitale italiana del libro. Per questo l’arcidiocesi di Genova, consapevole del patrimonio culturale presente nel territorio, aveva dato vita nel 2023 alla Fondazione San Lorenzo, un’impresa sociale con lo scopo primario di occuparsi della custodia, valorizzazione e pubblica fruizione dei beni artistici e storici ecclesiastici.
“La nostra scelta – precisa mons. Marco Doldi, classe 1965, vicario generale dell’arcidiocesi, nonché presidente della Commissione per la gestione del Museo diocesano – nasce dal sentirci responsabili di aver ricevuto un patrimonio inestimabile di chiese, conventi, monasteri e oratori ricchi di testimonianze artistiche e liturgiche, che attirano migliaia di turisti. Il nome della Fondazione San Lorenzo fa riferimento alla Cattedrale come fondamentale centro religioso cittadino, cuore della diocesi. Una storia fatta di carità e fede per una superficie molto ampia, con una popolazione di circa 800mila abitanti, sia pure in decrescita, compresa tra Arenzano e Camogli, allungato fino all’entroterra di Vobbia e nell’Oltregiogo nel territorio piemontese di Gavi. Nel tempo diversi sono stati i lavori di schedatura e catalogazione grazie ai software messi a disposizione dalla Conferenza episcopale italiana; l’arcidiocesi di Genova da anni lavora in questo senso, facendo anche tesoro dei fondi stanziati dall’8xmille”.
“Come Fondazione San Lorenzo eravamo nati nel 2022 in realtà – spiega il presidente Enrico Vassallo – ma dal 2023 ci è stata affidata la gestione del Museo diocesano e del Museo del Tesoro della Cattedrale, ospitato in ambienti sotterranei medioevali, ossia nella Cripta della Cattedrale. Il Museo del Tesoro della Cattedrale è uno spazio di grande suggestione, un vero e proprio scrigno di opere di argenteria e oreficeria di epoca medioevale, rinascimentale e barocca, tra i più celebri il Sacro Catino che un’antica tradizione vorrebbe far coincidere con il Santo Graal (il piatto usato da Cristo per consumare l’agnello pasquale con i discepoli durante l’ultima cena)”.
I Musei, una ricchezza per tutti!
“Siamo una decina di addetti – prosegue Vassallo – con vari ruoli e funzioni, ma decisivo è il contributo dei volontari che per le Strade Nuove e Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova, siti Unesco, nei periodi maggio e ottobre durante le Giornate dei Rolli organizzate dal Comune, si attivano per garantire aperture ordinarie e straordinarie, con un’attenzione particolare alle famiglie e a chi vive il disagio economico. Con la Genova card oggi per i turisti è possibile visitare tutti i musei della città a prezzi promozionali. Vivaci i laboratori didattici: all’inizio di ogni anno informiamo le scuole utilizzando animali, materiali pittorici variegati e vestiti d’epoca. Un privato si fa anche carico di pagare i biglietti per i bambini che non potrebbero visitare questi due beni ecclesiastici. Questa attenzione alle fasce deboli della società ci ha consentito di ricevere sostegni economici dalla Comunità europea e dai privati cittadini.
Puntiamo a inserire nel circuito lavorativo persone non autosufficienti incrementando le ricadute occupazionali. La Fondazione vuole offrire a tutti un’esperienza di bellezza, di promozione e inclusione sociale. Per questo stiamo lavorando con Auxilium, ente ecclesiale della Caritas diocesana di Genova che opera con tutte le persone più svantaggiate che ci sono in città. Noi cerchiamo di contribuire, grazie alla bellezza e all’arte, a farli uscire dalla solitudine creata dalla marginalità sociale o psicologica. Abbiamo anche avviato un percorso con l’Istituto Chiossone di Genova per ciechi, d’intesa con la Asl: favoriamo visite per ipovedenti riscontrando un notevole interesse per le opere d’arte. Collaboriamo con l’Ente nazionale dei sordi, che ci assicura guide specializzate nel linguaggio per sordi o sordomuti nel Museo diocesano”.
In rete con il territorio per abbattere le barriere
Abbiamo collaborato con associazioni laiche del centro storico per conoscere il territorio e quest’anno abbiamo stipulato una convenzione con il Comune di Genova per una borsa lavoro pagata dall’ente pubblico destinata ad un soggetto individuato dai servizi sociali con dipendenze, la Fondazione San Lorenzo come soggetto ospitante fornisce strumenti idonei all’attività. Per le feste natalizie abbiamo inaugurato l’evento “Il Natale è un dono” in cui sono esposti due dipinti di collezione privata, uno di Valerio Castello e uno di Anton Maria Vassallo, con dei Codici Miniati provenienti dal Santuario d N.S. del Monte, oltre ad un concerto Gospel, ad un live con un rapper genovese, e al tradizionale scambio di auguri dolciario”.
Tanti i percorsi guidati e le attività in rete con l’associazionismo, grazie all’Ufficio Beni Culturali diocesano, in stretta sinergia con la Fondazione.
“Abbiamo aderito 17 anni fa al Progetto Chiese aperte con Archeoclub, – aggiunge Grazia Di Natale, vice coordinatrice dell’Ufficio Beni culturali della diocesi nonché coordinatrice regionale -. Abbiamo esteso il nostro raggio di azione dal Museo all’Archivio e alla Biblioteca diocesana. Nelle chiese le persone con deficit cognitivi e disturbi depressivi segnalate dall’Asl sono accolte e affiancate dai volontari. A Santa Maria di Castello partirà a breve un progetto di riqualificazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche, specifico per disabilità motorie, uditive e sensoriali”.
“Il nostro obiettivo è allargare la sfera degli accessi alle categorie svantaggiate, portatori di deficit a vario titolo, per fare apprezzare le opere del nostro Museo diocesano – ribadisce Paola Martini, Conservatore del Museo Diocesano -. All’interno di uno splendido chiostro, edificato alla fine del XII secolo e impreziosito da solai affrescati, sono esposti reperti archeologici, gruppi scultorei, argenti, tessuti antichi, luminosi fondi oro e pale d’altare databili tra ‘500 e ‘700. Celebre il monumento funebre di Luca Fieschi, unicum nell’arte scultorea trecentesca e i cinquecenteschi Teli Blu della Passione, antesignani del tessuto jeans, di cui Genova è la patria. Naturalmente resta prioritaria la formazione dei volontari, con gli uffici scuola e catechistico, con le istituzioni, con i collezionisti privati. Con Lilliput in viaggio con Gulliver, finanziato dalla Compagnia S. Paolo di Torino, abbiamo creato percorsi con bambini tra 0 e 6 anni in condizioni di vulnerabilità, per il contrasto alla povertà educativa. Con l’Istituto don Orione è attivo il progetto MAB, in particolare per gli anziani. Con l’Università di Genova sono stati avviati percorsi di recupero psicomotorio. Speriamo di arrivare a quello che nei paesi anglosassoni è regola: il museo prescritto dal medico. La nostra vocazione è fornire gli strumenti di lettura come supporto alla vita odierna. E la stretta collaborazione con la Fondazione S. Lorenzo è la grande sfida per non disperdere la nostra storia, conoscere il passato e affrontare un futuro meno nebuloso e incerto”.
(di Sabina Leonetti – foto gentilmente concesse da Paola Martini)