21 Agosto 2024

A Gallarate, dove l’accoglienza ha sempre il motore acceso

Un doposcuola attivo anche l'estate, una mensa e accoglienza notturna, docce, lavanderia e servizio di parrucchiere. Nella comunità pastorale San Cristoforo di Gallarate l'intraprendenza di don Riccardo Festa ha coinvolto anche chi era meno partecipe della vita ecclesiale, ma comunque desideroso di darsi da fare per andare in contro alle necessità degli ultimi. E le porte sono sempre aperte.

“Essere un sacerdote vuol dire occuparsi delle persone, non solo a livello spirituale. Vuol dire preoccuparsi anche per la loro vita di tutti i giorni”. Così monsignor Riccardo Festa, inquadra la sua missione come parroco nella Comunità Pastorale San Cristoforo di Gallarate, in provincia di Varese e nell’arcidiocesi di Milano.

Lì nel 2024 è stato attivato un doposcuola estivo. “Da cinquant’anni – spiega il sacerdote – nella nostra comunità funziona un doposcuola, rivolto a studenti di scuola primaria e secondaria che nel 2023/2024 ha avuto più di 180 ragazzi, di cui una ottantina lo frequentano regolarmente. È ospitato dal Centro della Gioventù ed è gestito grazie all’Associazione Scuola Aperta e ai volontari della parrocchia”. E proprio da chi ogni giorno dedica tempo e attenzioni ai ragazzi, è arrivata una richiesta a don Riccardo.
“Mi hanno detto – continua il parroco – che non potevamo lasciarli senza fare nulla per tre mesi, perché avrebbero dimenticato molte delle cose che avevano imparato. Così ho chiesto ai volontari cosa si potesse fare per questi ragazzi, un progetto con obiettivi concreti e rivolto agli alunni della scuola primaria. Abbiamo deciso di puntare sul consolidamento dell’italiano, visto che molti bambini sono di origine straniera e sul consolidamento delle capacità di comunicazione”.

Un’idea che ha potuto prendere forma grazie alla collaborazione degli educatori del Pontificio Istituto Missioni Estere, un’educatrice e una ventina di giovani animatori della parrocchia. “Hanno aderito all’iniziativa una cinquantina di ragazzi – prosegue monsignor Festa – per la maggior parte stranieri e abbiamo garantito loro questa possibilità per tre settimane, dopo l’oratorio estivo”. Il doposcuola non è però l’unico segno di attenzione al territorio di Gallarate da parte della Comunità di San Cristoforo. Dal febbraio 2021 è aperta, nel quartiere di Arnate, la Casa di Eurosia, un luogo di accoglienza per le persone senza fissa dimora. “Il tutto è nato da un voto – ricorda don Riccardo – nel settembre 2020: poco dopo la fine della prima ondata della pandemia ci siamo ritrovati in preghiera al Santuario di Madonna in Campagna. Era un momento di smarrimento da un lato, perché avevamo quasi paura di non avere più le parole per pregare, ma dall’altro la situazione aveva generato un’ondata incredibile di generosità. Così ci siamo ripromessi di fare un gesto di carità. Abbiamo vagliato più di una ipotesi e poi abbiamo pensato di agganciarci a un’esperienza che già faceva parte della nostra vita di comunità: “Il Ristoro del Buon Samaritano”, una mensa nata nel 2009 e che attualmente distribuisce ogni giorno, dal lunedì al sabato, una sessantina di pasti a pranzo e a cena”.

Una scelta dettata anche alle condizioni dovute alla pandemia. “Per le persone senza fissa dimora – racconta il sacerdote – quei momenti erano particolarmente difficili, con nessuno per strada che li potesse aiutare e con loro, che non sempre rispettavano le regole del distanziamento e delle mascherine, che venivano allontanati. A qualche mese da quell’incontro di settembre, nel febbraio 2021, abbiamo aperto la Casa di Eurosia, che ha una capienza massima di 12 persone, anche se teniamo sempre un posto libero nel caso di emergenze”.
Una struttura di accoglienza notturna che per molti uomini e donne che vi sono passati ha rappresentato un nuovo inizio. “Degli ospiti originari della casa – riprende il parroco – ne sono rimasti pochi, perché diversi di loro hanno trovato un lavoro e una casa, mentre alcuni sono tornati sulla strada”.
Accanto alla “Casa di Eurosia”, sostenuta per i primi tre anni dalle parrocchie di Gallarate ma anche da famiglie, associazioni o gruppi di persone e per cui è stata creata un’associazione apposita, ci sono diversi servizi per chi non ha fissa dimora: docce, una lavanderia, il servizio di parrucchiere.

Un circuito della carità, che funziona grazie ai tanti volontari che prestano il loro tempo e le loro competenze alla comunità. Tra di loro c’è Riccardo Frasson, pensionato. “Ho cominciato a dare una mano prima di smettere di lavorare – ricorda – io e mia moglie il primo impegno l’abbiamo dato alla “Casa di Francesco” (una struttura di accoglienza attiva dal 2016 nella parrocchia di S. Alessandro a Gallarate, n.d.R)”. Attualmente Riccardo, insieme a una trentina di volontari, con disponibilità diverse, si occupa del servizio docce.
“Le persone si possono lavare – racconta Riccardo – ci lasciano i loro abiti, noi li laviamo, li stiriamo e glieli ripieghiamo. Io passo sempre due o tre volte alla settimana. Il nostro punto di forza è a mio parere il servizio di parrucchieri. È bello vedere la soddisfazione delle persone, soprattutto delle donne, quando escono con i capelli in ordine”.
Per Frasson però c’è qualcos’altro che rende speciale quello che fa. “Il legame che si crea con le persone e la loro gratitudine – dice – ti riempiono. Gli ospiti spesso si appoggiano a noi e ci riconoscono anche fuori, per strada. A volte invitiamo qualcuno a venirci a trovare e molti si accorgono che c’è un clima particolare”. A crearlo appunto i volontari, ognuno dei quali con una storia diversa. “Ci sono uomini e donne impegnate nella Chiesa – conclude Frasson – ma altre che hanno semplicemente voglia di aiutare”.

La Comunità “San Cristoforo” di Gallarate però non si ferma, come spiega monsignor Festa. “In una casa che negli ultimi due anni abbiamo utilizzato per l’accoglienza dei profughi ucraini – dice il sacerdote – stiamo ultimando i lavori per ricavare quattro appartamenti da destinare alle donne sole con figli che non si possono permettere un affitto e a cui nessuno affitta.” In più -conclude il parroco stiamo sistemando un altro spazio che sarò destinato in collaborazione con alcune associazioni e cooperative del territorio – a ospitare un gruppo di ragazze che hanno appena compiuto i 18 anni e che sono uscite dalle comunità per minori e un altro gruppo di persone con disturbi alimentari che lì dovrebbero vivere il loro percorso dell’autonomia”. Una molteplicità di iniziative, in cui l’uomo e i suoi bisogni, sono al centro dei pensieri e delle azioni della comunità.

(di Roberto Brambilla – foto gentilmente concesse da Riccardo Frasson)

21 Agosto 2024
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