A Cremona per studiare, ma sentendosi a casa
Accoglienza universitaria per studenti fuori sede e housing sociale: la diocesi di Cremona sceglie la via della creatività pastorale, ripartendo dagli ultimi. Il direttore della Caritas diocesana, don Pierluigi Codazzi, ci racconta come è nata e come si sta sviluppando l'opera segno di "Casa San Facio". Don Maurizio Compiani, poi, ci spiega quali proposte siano state messe in campo per gli universitari.Una casa che «dia voce ai giovani, si prenda cura delle diversità, sia segno di speranza, di pace, di ospitalità e testimone della fraternità». Erano le parole del vescovo di Cremona Antonio Napolioni il 13 novembre 2022, giorno di S. Omobono, patrono della diocesi (un santo laico e padre dei poveri), nell’inaugurazione di Casa San Facio per gli studenti universitari fuori sede. Un’opera segno della Caritas cremonese per richiamare al tema della carità sul territorio, in particolare nella coincidenza del 13 novembre con la 6ª Giornata mondiale dei poveri e con il 50° di Caritas Cremonese, fondata il 13 novembre 1972.
L’esigenza nasce dal cambiamento – ci spiega il direttore della Caritas diocesana don Pierluigi Codazzi – in una città che ha visto un allargamento significativo degli iscritti alle università, arrivi consistenti dall’Italia e dall’estero e incremento della popolazione giovanile. La Caritas disponeva di 19 appartamenti di cui 10 dedicati all’housing sociale, forme calmierate o a contratto sociale per nuclei familiari o individui in situazione momentanea di bisogno, e 9 all’accoglienza universitaria in uno stesso condominio, per un massimo di 24 studenti fuori sede.
«Il Papa ci invita a ripartire dagli ultimi, dal Vangelo ed ad essere creativi. Abbiamo cercato di farlo con questa iniziativa perché c’è bisogno di creatività, di novità, di segnali di speranza».
Dunque non solo abitare, ma dare vita ad un’esperienza di relazioni sociali.
Un progetto ambizioso, realizzato grazie al contributo decisivo della Fondazione Arvedi-Buschini e con il sostegno di Fondazione Cariplo.
Andrea Cariani, 31 anni, educatore professionale e operatore della Caritas diocesana, segue il complesso di via Martiri di Sclemo ed è punto di riferimento per gli ospiti. “L’idea nasce dalla consapevolezza che l’ambiente di vita – spiega Andrea – non è solo punto di appoggio, la ricerca del posto letto. Un ambiente bello – gli appartamenti sono autonomi e tutti ristrutturati, in pieno centro, in una posizione strategica per raggiungere tutti i poli universitari di Cremona – è stimolante per gli studi. In secondo luogo la cura delle relazioni è occasione di crescita personale e sociale, per inserirsi all’interno della comunità, rispondendo ai bisogni dei ragazzi e delle loro famiglie, orientandoli ai servizi, favorendo il vivere insieme, offrendo opportunità di fare sport, attività culturali, ecc.”
Gli appartamenti di Casa San Facio sono sostenibili anche dal punto di vista ambientale.
La struttura è stata riqualificata con le più moderne tecniche per la riduzione dell’impatto ambientale ed è dotata di pannelli fotovoltaici con recupero di energia, un sistema che consente di beneficiare di notevoli risparmi sulle utenze. Gli studenti sono liberi anche di scegliere se inserirsi in una comunità ecclesiale grazie alle proposte della pastorale universitaria.
Don Maurizio Compiani responsabile del settore diocesano, ribadisce il problema del cambiamento: “con la nuova sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Politecnico di Milano siamo al 45% in più d’iscrizioni, un’impennata per la nostra realtà. In tutta la provincia di Cremona esistono infatti ben cinque Università. Sedi che si ampliano, proposte formative e lauree magistrali. Sensibilizzare le parrocchie innanzitutto all’accoglienza è stata la nostra priorità, in una città con 70 mila abitanti e 2300 universitari, perché l’abitare crea nuove necessità. In diocesi sono presenti altre case per studenti gestite dalla Caritas diocesana e da istituti religiosi, ma mi sembra molto significativo che una parrocchia cittadina abbia trasformato un appartamento per feste in aula di studio per gli universitari. A Cremona per iniziativa comunale è nata anche una consulta universitaria che raccoglie i referenti di tutti gli atenei presenti, le osservazioni degli studenti, della diocesi di Cremona attraverso la pastorale giovanile, i rappresentanti della comunità civile, degli enti pubblici, di fondazioni e istituzioni, facendo emergere bisogni e proposte.
Matilda, 22 anni, toscana, studia a Cremona nella sede decentrata del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Pavia. Racconta la sua esperienza molto positiva al secondo anno, ospite di Casa San Facio. Inizialmente pendolare, ha poi deciso di restare: il clima è piacevole, i costi ponderati, la sicurezza garantita in una grande città, grazie al supporto di Andrea, vera e propria guida per tutti.
Camilla, anche lei 22 anni, arriva dalla provincia di Milano, sta conseguendo la laurea magistrale in Psicologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, specializzandosi in marketing, prevenzione, salute mentale. “Sto godendo in senso stretto una città sconosciuta a tutto campo – racconta – grazie ad Andrea, che suggerisce pure dove fare la spesa per risparmiare, dove intrattenersi alla sera al termine di una giornata di studi e dove fare sport”.
Tra gli studenti fuori sede tre sono stranieri (uno arriva dal Cile e due provengono dalla Germania). Tra gli italiani sono tante le regioni rappresentate: Lombardia, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Emilia Romagna, Puglia e Veneto. Quest’anno
l’età media si è abbassata: la maggior parte degli abitanti di Casa San Facio è under 30.
Diventa dunque ancora più importante l’attività di incontro, socializzazione e integrazione nel tessuto cittadino promossa da Caritas Cremonese.
«In generale – commenta ancora Andrea Cariani – gli universitari sono ben organizzati rispetto al loro inserimento nella vita studentesca e cittadina. Noi continuiamo una volta al mese a fare loro una proposta di animazione, anche ascoltando i loro suggerimenti, e devo dire che viene accolta sempre con entusiasmo». Accanto a Casa San Facio, al civico 5, si è popolato anche il comunicante civico 7. Qui abitano alcuni medici specializzandi che stanno completando la propria formazione all’Asst di Cremona, un nucleo familiare, una coppia di anziani e un insegnante delle scuole medie. In più c’è il micro-nido Abibò e tre appartamenti gestiti dalla Cooperativa Varietà, che si occupa di salute mentale.
Un mix di persone, storie, esigenze e risorse che rappresentano la ricchezza di questo contesto di housing sociale.
«Anche al civico 7 di via Martiri di Sclemo – precisa ancora Cariani – la coabitazione sta andando bene. Alcuni residenti sono entrati da poco, dunque ci sono relazioni e contaminazioni che vogliamo e possiamo ancora coltivare. A tal proposito, qualche settimana fa dovevamo fare le etichette da posizionare alle porte del condominio. Una mamma che porta il figlio al micronido e che lavora in una tipografia, si è resa disponibile ad occuparsene e le ha stampate per tutti. È solo l’esempio di un gesto molto semplice ma che dice del potenziale di questo contesto».
Un contesto che non è “solo” una casa, ma è una piccola comunità, con uno sguardo profetico attento alle nuove sfide, al pianeta giovani e alle fragilità.
(di Sabina Leonetti – foto da www.diocesidicremona.it – foto del Campus Università Cattolica del Sacro Cuore selezionate da don Maurizio Compiani)