A Cremona l’energia pulita e condivisa si farà in parrocchia
Si chiamano "comunità energetiche rinnovabili" e sono una parte del futuro ecologico e solidale delle nostre parrocchie. La diocesi di Cremona ci crede fermamente e sta avviando quattro progetti pilota, che coinvolgeranno altrettante parrocchie insieme a comuni e enti del terzo settore, come la Fondazione Sospiro. E diverse altre parrocchie si stanno muovendo...“Noi, come cristiani e come comunità siamo nel mondo e questo presuppone di dare attenzione alle dinamiche e alle sfide dell’attualità, tra cui la cura del Creato, una sfida che è sotto gli occhi di tutti”. Così Don Federico Celini, 66 anni, moderatore dell’unità pastorale “Madre Nostra” e parroco di sette comunità della provincia di Cremona, spiega il senso della partecipazione della diocesi lombarda alle comunità energetiche rinnovabili (CER).
“L’idea – ricorda il sacerdote, originario della provincia di Bergamo – è stata ispirata da una riunione del Consiglio pastorale diocesano del 2022 a Caravaggio. In quell’occasione se ne iniziò a parlare, avanzando l’ipotesi di cominciare a pensarci”. “Nel viaggio di ritorno – racconta ancora don Federico – alcuni miei parrocchiani, laici, ne discussero tra di loro e si offrirono di impegnarsi, mettendo in campo anche delle conoscenze tecniche”.
Da quel germoglio e dalla conseguente discussione all’interno del Consiglio unitario parrocchiale sono nati quattro progetti pilota di comunità energetica rinnovabili che nel 2022 hanno vinto il bando “Alternative” della Fondazione Cariplo. “Una CER – spiega il sacerdote lombardo – è costituita da un insieme di realtà che si accordano per realizzare quegli strumenti, in questo caso impianti fotovoltaici, che servono per produrre energia pulita”.
Uno di questi progetti coinvolge proprio la comunità di San Siro Vescovo in Sospiro (CR), di cui don Celini è parroco. “È tutto partito dalla parrocchia – dice il 66enne – poi è stato coinvolto il Comune e soprattutto la Fondazione Sospiro”. “È un ente che gestisce una struttura che ha 750 ospiti e circa 700 dipendenti – spiega il sacerdote – si occupa in particolare di persone e giovani con disabilità, ma c’è anche una residenza sanitaria-assistenziale per anziani e si sta costituendo un importante centro sull’autismo”.
Un polo d’avanguardia che sarà una delle realtà che in futuro potranno usufruire dell’energia creata in maniera pulita dalla CER. “Dal punto di vista etico – dice don Federico Celini – uno degli scopi delle comunità energetiche rinnovabili è quello di
fornire energia a prezzo calmierato a chi ha particolari bisogni.
Le CER, quindi, hanno anche come mission quella di avere un ruolo di sussidiarietà per quegli utenti che l’energia altrimenti non potrebbero permettersela”. Per concretizzare i progetti la diocesi di Cremona ha creato un gruppo di lavoro incaricato di analizzare gli aspetti tecnici e organizzativi. A guidarlo Giuseppe Dasti. “Le comunità energetiche presentano tre tipi di vantaggi – spiega l’ingegnere – ambientali, economici e sociali”. “Per quanto riguarda l’ambiente – specifica Dasti – l’energia è prodotta in maniera totalmente pulita, senza emissioni di CO2. Le conseguenze economiche positive derivano dal fatto che chi partecipa come produttore o consumatore in una comunità energetica può usufruire di incentivi corrisposti dallo Stato sull’energia elettrica condivisa. E poi ci sono i vantaggi sociali, la principale ragione per cui le parrocchie aderiscono alle comunità energetiche. Si vorrebbe con le CER
aiutare le fasce sociali più deboli, destinando una parte degli incentivi a progetti di socialità”.
Vantaggi, idee innovative che possono funzionare solo attraverso una rete di soggetti e relazioni. “Il modello che vogliamo portare avanti – spiega l’ingegnere – si basa sul coinvolgimento di tre tipi di soggetti: il comune, una parrocchia e un ente del terzo settore. In altre parole, vorremmo che pubblico e privato sociale andassero insieme”. Attualmente per vedere i progetti in funzione c’è ancora un poco da attendere. “Il percorso è bene avviato – dice Dasti –. Stiamo aspettando solo che venga approvato il decreto che delineerà in maniera più dettagliata il quadro normativo”. Il futuro però sembra tracciato. “Oltre ai quattro progetti pilota che dovrebbero essere operativi già sul finire del 2023 – conclude l’ingegnere lombardo – abbiamo individuato una quindicina di soggetti, pronti a partecipare a nuove comunità energetiche rinnovabili, verosimilmente in partenza l’anno prossimo”. Nuove prospettive, dove l’energia, oltre a essere “pulita” è condivisa.
di Roberto Brambilla (foto di Cascina San Marco gentilmente concesse da Fondazione Sospiro)