A Copertino la mafia si combatte valorizzando persone e cultura
Una masseria confiscata alla mafia e una selva di iniziative, dall'agricoltura sociale agli empori solidali, passando per la riscoperta delle antiche vie di pellegrinaggio e delle ricchezze tipiche del territorio. La pastorale di don Giuseppe Venneri e della Caritas di Nardò-Gallipoli puntano a mettere in rete persone e associazioni e a coinvolgere l'intera comunità civile.Tra le più suggestive cittadine del Salento c’è Copertino, 27 mila abitanti, con le sue meraviglie architettoniche in pietra leccese e le sue magiche coste sul versante ionico. È qui che si trova Masseria La Tenente, un fortino rinascimentale di fine ‘600 che sorge su terreno agricolo di 35 mila metri quadrati, 800 mq all’interno circa. La masseria è un bene confiscato alla mafia dal 2014. Entro il 2023 sarà riqualificato grazie al Comune, che può contare su di un finanziamento regionale di un milione di euro, e alla Caritas diocesana di Nardò Gallipoli e sarà affidato alla fondazione Fare oggi, braccio operativo della Caritas.
“Il recupero del bene – spiega don Giuseppe Venneri, classe 1978, direttore della Caritas e presidente della Fondazione – coinvolgerà tutto il tessuto sociale diocesano, senza perdere l’originaria vocazione agricola di questo luogo. Il fenomeno criminale – prosegue – talvolta non è direttamente visibile nel territorio leccese, in quanto subdolamente radicato nelle maglie più profonde della società, ma non per questo è meno pericoloso. Anzi, questa “invisibilità” richiama ci costringe a prestare maggiore attenzione e a riconoscere alcuni atteggiamenti, spesso romanzati da certa televisione e cinema, tanto da rendere i malviventi modello di forza e successo.”
La proposta progettuale della Fondazione, eretta nel 2016 per i 18 Comuni che ricadono nel territorio diocesano, con sede a Galatone, ha individuato tre caratteristiche specifiche d’intervento: cittadinanza sociale, tutela e valorizzazione del territorio e agricoltura sociale, in continuità con il progetto Opera Seme Farm, finanziato coi fondi dell’8xmille. Il progetto guarda al futuro e si rivolge principalmente alla popolazione giovanile di Copertino.
“Oltre ai laboratori di agricoltura sociale (esperienze pratiche di agricoltura e orto sociale, produzione di ortaggi, barbabietole e miele) – spiega ancora don Giuseppe – sono previsti workshop tematici, un percorso sportivo all’aperto anche per gli animali domestici, percorsi emozionali per persone con disabilità, un percorso museale digitale sulla civiltà contadina e la produzione agricola locale. E poi la promozione di un turismo “lento”, che aiuti a riscoprire il territorio valorizzando le antiche vie Francigena e Traiana salentina, ma anche promuovendo attività di show cooking (una cucina regolamentare per attività dimostrative, un ristorante sociale), un’aula multimediale, incontri culturali tematici e attività di comunicazione sul territorio. La concessione a titolo gratuito avrà la durata di 15 anni e coinvolgerà la rete delle parrocchie, l’Azione Cattolica, varie realtà del terzo settore e anche l’Agesci”. Don Giuseppe, vocazione adulta con un passato da agente di commercio, proviene proprio dal mondo dello scoutismo ed è particolarmente attento alle tematiche ambientali.
Il progetto di economia civile della Caritas è gestito dalla cooperativa sociale Ipso FACTO (che sta per: Fede, Arte, Cultura, Turismo, Opportunità). Un indotto creato intorno alle opere segno: 3 mense Caritas a Nardò, Gallipoli e Casarano; i GAS (gruppi di acquisto solidale) per eliminare lo scarto alimentare; un emporio solidale nelle parrocchie.
“Nell’emporio solidale che sarà inaugurato nel mese di maggio a Copertino – riprende don Giuseppe – si potrà scegliere liberamente quello di cui si ha bisogno, e sarà aperto tutti i giorni. Sarà coinvolta tutta la città, perché la comunità vuole essere, con gli operatori Caritas del Centro di ascolto cittadino, una sorta di antenna radar per individuare i bisogni. Questo progetto, come anche gli altri precedenti, è frutto del nuovo stile di lavoro della nostra Caritas.
Avviamo opere e non servizi perché le opere generano coinvolgimento del territorio e comprendono i servizi.
I poveri sono di tutti e noi non vogliamo creare una “povertà di campanile”: la comunità intera deve farsi carico dei bisogni e delle risorse, per crescere nell’ascolto e nell’accoglienza”.
Sara Donadei, 35anni, è presidente della Cooperativa sociale Ipso FACTO e descrive con entusiasmo le attività. Da Chiese aperte all’organizzazione dei tour in bicicletta anche per soggetti svantaggiati e disabili, fino alla gestione del punto vendita agricolo di Opera Seme Farm a Nardò. “Nonostante i percorsi di alternanza scuola-lavoro e le visite ai frantoi – commenta Sara – la logica cooperativistica a livello locale non è ancora abbastanza sviluppata. Cerchiamo d’interagire con la pastorale giovanile per
far emergere vocazioni, desideri, sogni e costruire un futuro qui con i giovani e gli studenti”.
Matteo Bellaluna, 33 anni, è il progettista della cooperativa e della fondazione. “Nel nostro emporio, che sta aprendo ai primi di maggio, si trovano solo prodotti freschi e coltivati in zona. Dobbiamo alimentare una cultura della stagionalità, il recupero del patrimonio gastronomico – pensiamo solo, ad esempio, alla varietà di pomodoro racalino, peculiare del Salento – e dar vita a incontri e scambi generazionali. La carità deve avere un effetto moltiplicatore: raccolta, ritiro, redistribuzione. Avviandoci verso la stagione estiva il nostro impegno è nei confronti dei lavoratori stagionali in agricoltura, immigrati regolari. La Fondazione Fare oggi è stata impegnata nel progetto presidio di Caritas Italiana sul territorio di Nardò, con attività di monitoraggio e prevenzione del caporalato in agricoltura, supporto legale e psicologico alle vittime di sfruttamento, supporto morale e materiale. Dal 2019 svolge, in collaborazione con la Regione Puglia e il Comune di Nardò, attività di ascolto, accompagnamento, supporto socio-sanitario dei lavoratori ospiti della Foresteria Boncuri in Nardò, garantendo anche la somministrazione quotidiana dei pasti, supportando le spese mediche e sanitarie dei lavoratori in stato di urgente necessità in collaborazione con la ASL del territorio”.
(di Sabina Leonetti – foto gentilmente concesse da don Giuseppe Venneri)