2 Dicembre 2024

#5 Come pregare con la Parola: un dono da gustare

"Come pregare con la Parola" è il ciclo di cinque brevi riflessioni del card. Angelo De Donatis, già vicario di Papa Francesco per la diocesi di Roma e dallo scorso 6 aprile Penitenziere Maggiore, scritte per i lettori di Unitineldono.it e della rivista Sovvenire. Quinta e ultima puntata: è il momento della "contemplatio". Se la lettura cerca, la meditazione trova e la preghiera chiede... la contemplazione, semplicemente, gusta.

COME PREGARE CON LA PAROLA

5 – Contemplatio: cuore a cuore con Lui

 

Siamo all’ultimo gradino di quella scala che è la lectio divina e… ormai tocchiamo il Cielo! L’ultimo momento è infatti quello della cosiddetta contemplatio. Ci spiegano gli antichi monaci che mentre la lettura cerca, la meditazione trova, la preghiera chiede e la contemplazione, semplicemente, gusta. Direbbe santa Elisabetta della Trinità che questo è il momento di “starcene sotto il suo grande splendore”. Che devo fare allora? In realtà un bel niente: me ne sto a riposare in Lui, lo guardo e mi lascio guardare con senso di meraviglia, di stupore, mi godo il Suo Amore che è giunto a me attraverso la Parola che ho letto, accolto nel cuore e pregato. Sono giunto “al midollo”: finalmente mi accorgo che dietro ogni Sua Parola c’è Lui che è la Parola, quella Parola che è Amore per me adesso. Mi sento toccato da Lui nell’intimo, abbracciato dall’Amico, dal Padre, dal Maestro, dallo Sposo. Conosco “il cuore di Dio nelle parole di Dio” (Gregorio Magno).  Mi sento afferrare da qualcosa che è più grande di me e che mi porta in alto, oltre me stesso, fuori da me stesso. Non è che devo pensare necessariamente a chissà quale grande emozione. A volte può esserci anche un trasporto emotivo, ma non necessariamente. Sempre ci sarà però un trasporto d’amore che muove in me una volontà nuova e mi fa crescere in fede, speranza e carità. È il momento della trasfigurazione, quello in cui anche il momento più buio della mia vita cambia d’aspetto e lo vedo nella luce di Dio, cioè nella luce del Regno dei cieli, nel suo significato più vero, anche se non immediatamente attingibile. Vedo coi suoi occhi, come vede Lui, me stesso, il mondo, la storia…

Direte voi: eh, ma magari succedesse davvero… Succede invece! Non si tratta di eventi straordinari, ma di una certezza inspiegabile, eppure concreta, che ci fa sentire il Signore vicino, secondo la misura di grazia data a ciascuno. Il Signore non fa mancare questo dono ai suoi figli, anche se a volte può farci attendere un po’. Non dobbiamo dimenticare che la lectio divina, secondo i Padri, non è solo un metodo per pregare la Parola, ma, molto di più, è un cammino di vita spirituale. Alla grazia della contemplazione ci apra il nostro umile desiderio e la perseveranza paziente.

Angelo card. De Donatis

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2 Dicembre 2024
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