Porte aperte a tutti e amore per la bellezza: l’Isola di don Alfredo
Isola del Liri è un meraviglioso paese del Frusinate, in cui la parrocchia sta vivendo una nuova primavera grazie all'umanità e alla passione di don Alfredo, il parroco. Una presenza discreta e disponibile, pronta all'ascolto e a percorrere vie nuove per aprire percorsi di integrazione e accoglienza.Pensava di essere destinato allo studio e alla medicina, ma la vita lo ha portato su un sentiero diverso, trasformandolo in un parroco amatissimo in un luogo davvero speciale, ma a prima vista poco interessato alla vita spirituale. Questo luogo è Isola del Liri, una pittoresca cittadina situata nella provincia di Frosinone, nella diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, caratterizzata da una antica storia industriale e da una bellezza naturale unica al mondo.
Il centro storico cittadino, dove si trova anche la parrocchia di San Lorenzo, si sviluppa su un’isola formata dal fiume Liri il quale, all’altezza del castello ducale, si divide in due bracci che formano ciascuno un salto di circa trenta metri: la Cascata Grande dal braccio di sinistra e la Cascata del Valcatoio da quello di destra. La Cascata Grande è l’unica al mondo al centro di una città. È in questo luogo spettacolare che opera monsignor Alfredo Di Stefano, noto affettuosamente come don Alfredo. Nato e cresciuto a Sora, una città nelle vicinanze, don Alfredo ha inizialmente intrapreso gli studi di medicina a Roma, ma il destino ha avuto in serbo per lui un cammino diverso: quello del sacerdozio.
L’assegnazione a Isola del Liri, avvenuta ormai otto anni fa, ha rappresentato per don Alfredo una difficile sfida, dovendo lasciare la sua città di nascita e la guida del Seminario e della Cattedrale di Sora. L’esperienza personale e pastorale maturata fino a quel momento, aveva creato un fortissimo legame con il territorio, anche grazie alle varie realtà che don Alfredo aveva fondato, come “La Fortezza dei Sogni”, una ludoteca per bambini e ragazzi, e “Il Faro”, un’associazione per il recupero di persone con problematiche di dipendenza. Isola del Liri, nonostante le bellezze architettoniche e naturali, non è un territorio semplice: la disoccupazione soprattutto giovanile è altissima, e i problemi sembrano svanire dietro le luci della movida notturna, animata dai giovani che qui si riversano dai paesi vicino e dietro il successo di visitatori di passaggio, attirati dalla bellezza del luogo. Il ruolo del parroco, in un contesto così, doveva essere totalmente ripensato.
Nonostante le difficoltà iniziali, in cui le persone sembravano disinteressate alla fede e ad un parroco che proveniva dalla storica cittadina rivale, don Alfredo ha abbracciato la comunità con tutto il cuore. Ha camminato per le strade, è entrato nelle case, ha ascoltato le storie di ogni persona che incontrava. La sua è diventata una presenza rassicurante per molti, anche per coloro che non frequentavano la chiesa. Ma don Alfredo non si è limitato alla sola presenza. Ha aperto le porte della parrocchia e fondato luoghi di incontro e integrazione, soprattutto per i più giovani. La sua frequentazione costante dei luoghi di aggregazione della città, a cominciare semplicemente dal bar, ha contribuito a creare un clima di fiducia e apertura anche tra gli adulti.
Il suo metodo pastorale si basa sull’idea che
la chiesa debba essere un luogo di accoglienza e inclusione per tutti, indipendentemente dall’appartenenza religiosa o dalla condizione sociale
e che la fede debba essere testimoniata in modo creativo, a costo di andare oltre le pratiche tradizionali.
Per esempio, le celebrazioni liturgiche di don Alfredo non sono solo riti, ma momenti di riflessione e condivisione. Anche durante i periodi più difficili, come la pandemia, il parroco ha trovato modi creativi per coinvolgere la comunità, diffondendo le celebrazioni attraverso video, che continuano a ispirare i fedeli anche a distanza di tempo e a telecamere spente. La sua capacità di adattamento e innovazione ha reso la sua presenza ancora più significativa per la comunità di Isola del Liri.
Il 30 settembre 2023 è stato inaugurato il nuovo centro pastorale e, dopo tante difficoltà burocratiche, il ‘sogno’ della comunità è diventato realtà: appena fuori dalla ZTL del Centro storico, la parrocchia San Lorenzo martire ha la sua bella “Casa Laurentia” con cappella, oratorio, sala di musica, aule per il catechismo, sale per incontri, biblioteca, giardino, veranda e terrazza, dove ognuno può trovare il suo spazio e può offrire il proprio servizio verso i più fragili e bisognosi.
Questa struttura ha permesso a don Alfredo di esprimere ancor meglio il suo amore per la bellezza, l’arte e la cultura. Ogni iniziativa, ogni celebrazione è curata nel dettaglio, perché la bellezza può essere un ponte per l’anima, soprattutto in un mondo segnato dalla fretta e dalla superficialità.
Chi lo conosce, come Luciana Costantini, catechista e coordinatrice del giornale parrocchiale, così lo descrive: “È un uomo umile, appassionato, che vive la sua fede con gioia e speranza. È un pastore presente e discreto, che
non lascia nessuno indietro e sostiene la sua comunità con dedizione e amore”.
Il diacono Gianni Urbini, che ha conosciuto don Alfredo fin dai suoi primi anni di sacerdozio, parla di lui come “un padre spirituale e un mentore che mi ha guidato nel cammino di fede e di servizio. Ho condiviso con lui esperienze significative, come la partecipazione alle Settimane Liturgiche Nazionali, dove ho avuto l’opportunità di approfondire temi di grande interesse per la comunità ecclesiale”.
Tecla Costantini, parrocchiana che ha allestito con lui e altri volontari il nuovo Centro Pastorale, descrive così la sua esperienza di collaborazione: “Lavorare insieme a don Alfredo, realizzando nella comunità un sogno lungamente covato nel cuore, ha portato gioia e soddisfazione a me e a tutti coloro che hanno contribuito al progetto. La felicità di don Alfredo per ogni piccolo traguardo raggiunto diventa contagiosa, trasformando il lavoro di gruppo in un’esperienza di condivisione e di crescita personale”.
(di Riccardo Petricca – foto gentilmente concesse da don Alfredo Di Stefano)