18 Marzo 2024

A Cremona le donne in difficoltà ora sanno a chi rivolgersi

Nella diocesi di Cremona è nato un progetto sperimentale della Caritas (tramite il suo braccio operativo, la onlus “Servizi per l’accoglienza”) per l’inclusione e il reinserimento della donna fragile. Ce ne parla don Pierluigi Codazzi, direttore Caritas, insieme alla responsabile e ad alcune ospiti della struttura.

Abitare, educare, lavorare. Tre verbi chiave per tradurre in risposte concrete la promozione delle persone, nella consapevolezza dei limiti e delle potenzialità di ciascuno, a sostegno della fragilità della donna. Per questo nella diocesi di Cremona è nato un progetto sperimentale della Caritas (tramite il suo braccio operativo, la onlus “Servizi per l’accoglienza”) per l’inclusione e il reinserimento della donna fragile. La sede individuata per la “Casa di Nostra Signora” è una struttura ubicata a due passi dal Duomo e dal Battistero col Torrazzo: uno stabile di tre piani di circa 5mila metri quadri che dal 2011, con un atto di donazione, l’Istituto Secolare delle Oblate di Nostra Signora ha ceduto alla diocesi. La Casa è stata ufficialmente inaugurata il 12 novembre 2016 ma di fatto è operativa nell’accoglienza residenziale dal 2018, dopo una ristrutturazione avvenuta grazie al contributo di una generosa Fondazione.

Presidente della Casa è il direttore della Caritas, don Pierluigi Codazzi. “La casa nasce come attenzione al femminile – afferma – e alla fragilità della donna, in un tempo in cui le violenze domestiche sono in aumento e anche le discriminazioni nei confronti dei migranti stanno raggiungendo livelli preoccupanti. I centri di ascolto Caritas sono antenne sensibili sul territorio, ma occorre potenziare la rete con i servizi sociali e il volontariato”.

Dal progetto è scaturito un coordinamento destinato a una configurazione stabile, che ha preso il nome di Tavolo Rosa e che comprende: nove realtà tra associazioni, fondazioni, consultori che operano nel territorio; le province di Cremona, Bergamo, Mantova e Milano, e sette piani di zona.
“Dal 2013 – ci spiega la coordinatrice della struttura, Nicoletta D’Oria Colonna – è attivo un protocollo d’intesa per la rete territoriale sulla prevenzione e il contrasto delle violenze contro le donne, di cui è capofila la Prefettura di Cremona. Al Progetto A.R.C.A. delle donne (ossia Antiviolenza in rete per condividere percorsi di autonomia) finanziato da Regione Lombardia e che rappresenta l’attuale scenario di lavoro della rete territoriale, aderisce anche Casa di Nostra Signora, attraverso la Caritas diocesana. In pratica ci occupiamo di disagio femminile che rileviamo nei Centri di Ascolto Caritas o nel Consultorio a 360 gradi”.
È la stessa coordinatrice, classe 1975, romana,  educatrice professionale con una laurea in scienze politiche e con un lungo percorso lavorativo nel settore minori, donne, carcere, che ci  presenta alcune delle ospiti. Francesca, 48 anni, dopo una denuncia per maltrattamento fisico e psicologico è stata accolta in un regime di protezione. Lavora come collaboratrice scolastica, cambiando continuamente orari perché l’uomo da cui ha subito violenze è ritenuto pericoloso. “Ho imparato a prendermi cura di me stessa – ci racconta – e non solo della mia anima. Gli uomini che ti maltrattano ti fanno sentire decrepita e brutta ma qui sono stata accolta e ho instaurato dei legami: anche solo il caffè pomeridiano è terapeutico per tutte noi”.
L’età media delle ospiti è dai 30 ai 35 anni.
Corinna ne ha 29 e arriva dalla provincia di Brescia. Ha incontrato la droga ed è stata collocata qui dal Tribunale dei minori, con la sua piccola. “La mattina mi dedico a mia figlia – confida – con l’aiuto delle suore, e poi esco per cercare lavoro. Qui in casa contribuisco alle pulizie e frequento i laboratori di pittura e sartoria, in cui facciamo manufatti artigianali che rivendiamo nei mercatini, ma anche un corso di pasticceria. Poi collaboro in cucina per le feste di compleanno e partecipo alla formazione (counseling). Qui impariamo a conoscere le nostre potenzialità e i nostri veri interessi”.

Nella struttura hanno sede anche il Centro Italiano Femminile della provincia di Cremona e le Oblate di Nostra Signora del Sacro Cuore, una Casa per ferie e un ostello per donne lavoratrici in trasferta, per le studentesse fuori sede e per donne anziane sole. Non mancano laboratori per i ragazzi autistici ad alto funzionamento e spazi di auto-mutuo-aiuto per le giocatrici d’azzardo patologico.

Suor Maria Regina
, 49 anni, originaria del Togo, è qui da 10 anni. “I nostri spazi privilegiati – aggiunge – sono la cucina e le attività ludiche per i minori, oltre all’accompagnamento spirituale e alla preparazione ai sacramenti. Quattro suore garantiscono soprattutto alle donne africane accoglienza, comprensione della lingua e degli aspetti culturali”.
Tante le attività diurne: doposcuola, concerti, conferenze, arte terapia e ginnastica.

 “I bisogni sono difficili da individuare – riprende la responsabile – e richiedono risposte puntuali ma anche scelte strategiche di ampio respiro, dentro un quadro di nuovo welfare comunitario. Per questo abbiamo attivato un percorso di formazione (per i genitori, le nuove generazioni, educatori e operatori sociali) per creare un nuovo di pensare la condizione femminile. Cerchiamo di proporre alla città un’offerta culturale su temi attinenti la condizione femminile e poi siamo presenti per il sostegno relazionale alle donne sole, soprattutto anziane”.

“Il ruolo della donna nella Chiesa – conclude don Codazzi – è cresciuto come valorizzazione della diversità, della ricchezza al femminile, tanto che nella nostra diocesi le donne sono tutte protagoniste specie in ambito educativo. Purtroppo la Caritas continua a supplire le carenze istituzionali, pur nella consapevolezza che non riusciremo a salvare tutti. Le situazioni vanno affrontate insieme, tenendo conto dei contesti. Il modo in cui noi cerchiamo di offrire la nostra testimonianza è uno stile di vita generativo di speranza, di fiducia, amore e condivisione”. 

(di Sabina Leonetti – foto gentilmente concesse da don Pierluigi Codazzi)

raccontaci

Hai una storia da raccontarci?

Condividi la tua esperienza, ti potremo contattare per saperne di più.

Iscriviti alla nostra newsletter