Un sacerdote tutto del Signore e della sua gente
31 gennaio. È la festa di don Bosco ma è anche l'87° compleanno di don Giuseppe Crepaldi. Dal direttore del settimanale diocesano di Ferrara-Comacchio riceviamo una testimonianza intrisa di gratitudine verso questo sacerdote che, nei suoi 60 anni di ministero, non si è mai risparmiato e ha avuto sempre a cuore anche il sovvenire. Per questo, pubblicando quanto abbiamo ricevuto, gli facciamo anche noi tantissimi auguri!«Con Gesù ritornano più facili e sereni i rapporti con i fratelli; si fa viva la responsabilità dei doveri quotidiani; ci si apre alle necessità di famiglie, di poveri e di infermi». La lunga vita di don Giuseppe Crepaldi (per tutti, Dongiu) si può riassumere così, con le sue stesse parole affidate al settimanale diocesano “La Voce di Ferrara-Comacchio” il 20 maggio 2020, alla fine del primo doloroso lockdown anti covid.
La storia di don Crepaldi è la storia di un’esistenza totalmente consacrata al Signore nella carità quotidiana ai fratelli e alle sorelle. Nato a Portomaggiore (FE) il 31 gennaio 1937, è stato ordinato sacerdote a 26 anni. Ha rivestito gli incarichi di amministratore parrocchiale presso la Santissima Trinità, parroco di San Leonardo Abate a Masi Torello (dal 1981) e vicario foraneo presso il vicariato 2 di San Giorgio. In precedenza era stato parroco di Masi San Giacomo e dal 1985 al 1993 ha diretto l’Ufficio missionario arcidiocesano. Attualmente guida ancora la parrocchia di Masi Torello, piccolo comune a meno di 20 km da Ferrara ed è canonico effettivo della chiesa di Massa Fiscaglia.
Pino Cosentino è uno storico parrocchiano di Masi Torello, dove vive dal 1975, dopo il matrimonio con Silvana, tornata alla casa del Padre nel dicembre 2021. Cosentino, ministro straordinario dell’eucarestia, ci racconta questi quasi cinquanta anni al fianco di don Crepaldi. «Il dialogo fra di noi è sempre stato franco e sincero, anche nelle divergenze. Appena arrivò, la prima questione che gli posi fu quella dei giovani, su come attirarli in parrocchia. Un problema, purtroppo, sempre più urgente». Da subito Dongiu non ha lasciato cadere questo appello di genitori e famiglie, prendendosi a cuore innanzitutto i ragazzi e proponendo loro i gruppi dell’ACR e dei giovanissimi dell’azione cattolica, campi scuola in montagna e grest estivo in parrocchia, con l’intento di arrivare anche alle famiglie di quanti partecipavano alle attività.
Carattere deciso ma incline all’ascolto, don Crepaldi non è di certo stato con le mani in mano nemmeno di fronte alla precarietà delle strutture: «ha fatto restaurare la chiesa, la canonica, l’asilo parrocchiale e il campanile – prosegue Cosentino -. Il suo sguardo, però, è stato sempre attento innanzitutto ai poveri e agli anziani, spronando sempre questi ultimi all’impegno e a non lamentarsi e ripetendo spesso uno dei suoi motti preferiti: “Non mandate al domani il bene che potete fare oggi perché forse domani non avrete più tempo”. La domenica pomeriggio organizzava sempre la tombola per gli anziani e ogni anno continua a preparare sempre con grande impegno la festa patronale».
Il suo sguardo, però, va ben oltre Masi Torello: «ha sempre curato il gemellaggio con Saint-Léonard-de-Noblat, patria di San Leonardo e in passato, ad esempio, fece una raccolta benefica per la popolazione del Kazakistan». Innumerevoli le altre iniziative che non ha mai smesso di portare avanti: dalla Caritas alla creazione del giornalino parrocchiale, “Comunità”, «una testimonianza – ci spiega Cosentino – del rapporto che don Giuseppe ha sempre voluto avere con tutti indistintamente, credenti e non credenti». Un prete capace di parlare con ognuno ma che mai ha perduto la sua grande fede. Fede che è fatta anche di segni della tradizione, come il presepe meccanico, fatto costruire proprio da don Crepaldi 40 anni fa e che ha voluto rimanesse in chiesa fino al 28 gennaio.
Cosentino, poi, ci tiene a sottolineare come Dongiu sia stato uno dei sacerdoti che in diocesi è stato più attento alla condizione dei quei genitori che hanno perso prematuramente un figlio, fondando il gruppo dei “Genitori in cammino”, di cui lo stesso Pino fa parte. «Nel 2004 io e mia moglie abbiamo perso nostro figlio, e Dongiu ci è sempre stato vicino, non ci ha mai abbandonato». La vicinanza di don Crepaldi alle persone è quasi proverbiale: «chi non ha avuto il piacere di una visita di don Giuseppe non al momento del pranzo, ma in ospedale o al capezzale del letto di casa, sempre con grande rispetto?», ci spiega Cosentino. «Chi non ha avuto una sua attenzione particolare nei momenti di gioia?».
Un prete del popolo è, dunque, don Crepaldi, che il 31 gennaio compie 87 anni. Solo l’età e i conseguenti problemi di salute stanno limitando la sua operosità. Ma lui, padre e amico di ognuno, fatica a fermarsi. E prosegue, come ha sempre fatto con grande convinzione, anche a ricordare ai fedeli l’importanza del sostegno alla Chiesa attraverso la firma per l’8xmille e le offerte per il sostentamento del clero, senza tirarsi indietro nemmeno di fronte al progetto “Uniti possiamo”.
La miglior testimonianza del bene che don Giuseppe ha fatto nella sua vita è l’unanime riconoscimento, nella sua diocesi, della sua ardente passione per Cristo e per la Chiesa.
(di Andrea Musacci)