“Ai confini della terra”, il microcredito ridona dignità
"De finibus terrae", cioè "ai confini della terra", era detta le zona della diocesi di Ugento - S. Maria di Leuca, l'estrema propaggine della Puglia tra lo Ionio e l'Adriatico. Oggi qui la comunità cristiana si impegna a costruire un mondo più accogliente e fraterno anche grazie allo strumento del microcredito e con una speciale attenzione alla formazione.È una delle sei diocesi del Salento, laddove il confine fisico tra il mare Adriatico e lo Ionio sembra riconoscibile, a causa dell’incrocio di correnti tra il Golfo di Taranto e il Canale D’Otranto. Siamo nel territorio della diocesi di Ugento – S. Maria Di Leuca – de finibus terrae -, 17 Comuni, zona molto rinomata per le bellezze architettoniche e paesaggistiche e per la sua attrattiva turistica. Ma anche terra di straordinaria accoglienza e integrazione. Qui l’attenzione della chiesa locale per il mondo del lavoro si è andata strutturando sempre più nel tempo, sviluppando una nuova sensibilità rispetto al mercato e all’economia capitalistica.
“Nel 2008 – racconta il direttore della Caritas diocesana don Lucio Ciardo – a seguito della crisi del settore tessile dell’abbigliamento e delle calzature, l’idea del vescovo Vito De Grisantis era di sostenere le famiglie che avevano perso il lavoro. Con l’arrivo, nel 2010, del vescovo Vito Angiuli, l’impegno della diocesi ha partorito la Fondazione Mons. Vito De Grisantis, nata ad Alessano, nel 2011, proprio per non disperdere il testamento del compianto vescovo che
aveva ascoltato il grido dei giovani disoccupati e delle famiglie licenziate.
Fondazione che è il braccio operativo della Caritas di Ugento – S. Maria di Leuca, associata alla rete italiana ed europea di microfinanza e inclusione finanziaria, alla Consulta nazionale antiusura e alla rete delle fondazioni e associazioni antiusura del sud, ed è accreditata come “tutor” dell’Ente nazionale microcredito.
A tal proposito nel 2012 è stato istituito il Fondo di Garanzia Tobia per 120mila euro, grazie alla donazione personale del Vescovo De Grisantis, ad una mensilità dei 65 sacerdoti della diocesi salentina e alle offerte raccolte nelle 43 parrocchie della diocesi, oltre che ad una somma proveniente dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica.
“Un’azione propulsiva – continua don Lucio – di una comunità del sud, per consentire a chiunque abbia difficoltà di accesso al credito bancario di avviare un’attività imprenditoriale e consentire ai giovani di costruire attivamente il proprio lavoro nel rispetto della legalità. Inoltre al microcredito d’impresa, attraverso il «Prestito della Speranza» dal 2012 al 2018, è stato aggiunto il microcredito sociale personale, a sostegno delle famiglie in difficoltà. Dal 2019 la Fondazione promuove un’azione di prevenzione dell’usura, sostenendo le famiglie e i piccoli operatori economici in difficoltà economiche o sovra-indebitati. Ogni anno una parte dei fondi 8xmille gestiti dalla Caritas vanno ad alimentare i fondi di garanzia”.
Rocco Dell’Abate, 32 anni, è animatore senior di comunità del Progetto Policoro. “Dal 2013 al 2021 sono state avviate complessivamente, con il Microcredito per l’impresa, 85 attività imprenditoriali (a fronte di 25 respinte) – ci spiega – in agricoltura, nel commercio, nell’edilizia, nella produzione artigianale, nella ristorazione, nei servizi, nel turismo, coinvolgendo 47 donne e 63 uomini. Quanto al microcredito sociale per famiglie vulnerabili, su 130 richieste ricevute ne sono state accolte 72. Attualmente sono attive 52 aziende, tra cui un bed and breakfast a Casarano. L’età media dei richiedenti è di 40 anni”.
“La Fondazione ha al suo attivo storie di inclusione sociale – aggiunge Enzo Chiarello, 54 anni, che partecipa alla progettazione Caritas -. Ha risposto ad un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e attuato da una rete di Caritas diocesane del territorio italiano, attraverso l’Associazione Form.Ami APS: contrasto alla povertà sanitaria, sostegno a soggetti a fine pena e inclusione lavorativa di soggetti fragili, per un territorio che conta 2600 immigrati.
Otilia Lefter, rumena di 33 anni, arrivata in Salento ha fatto quattro mesi di tirocinio formativo nell’ambito della Caritas e oggi ha terminato un percorso di formazione per il turismo sostenibile presso l’ITST Puglia. Fayssal Mohammad Kylleh, siriano di 20 anni, dopo un tirocinio formativo in un’azienda di autoriparazione di Corsano, è stato assunto e lavora ormai stabilmente. Adnan, 44 anni, è suo padre, dal 2017 vive in Italia e lavora come imbianchino. Insieme a sua moglie e ai loro 4 figli hanno comprato casa (qui sotto le foto che ce lo raccontano) grazie al prestito dell’associazione Ricrediti di Parma con cui la Caritas collabora. Federico Stefanelli, salentino di 22 anni, dopo un tirocinio di sei mesi in una piccola Azienda di produzione di tendaggi, finanziato dal programma Garanzia Giovani, oggi ha un contratto di tre anni come apprendista. Andrea, 45 anni, sovraindebitato, attraverso il fondo Mef per la prevenzione usura è riuscito a ripartire. Marco, 29 anni, grazie al Fondo Tobia – diocesano, che finanzia fino a 10mila euro, ha rilevato l’attività di una pizzeria, oggi lavora.
“È necessario – conclude don Lucio – costruire relazioni, non basta solo la ricerca del lavoro. Urge ascolto, l’essere accanto, uno stile di gratuità. Le povertà sono tutte accomunate dalla solitudine. Il microcredito, come ci ricorda Papa Francesco, è uno strumento che restituisce dignità e contribuisce al bene sociale. È la sfida che incoraggia il nostro cammino di comunione evangelica e ci proietta verso le mete che vogliamo raggiungere insieme.
La carità deve essere cultura, anzi è ciò che salva la cultura dall’individualismo.
Senza la carità restano solo la paura e il rancore, che portano a vedere nell’altro il nemico da contrastare o abbattere”.
(di Sabina Leonetti – foto per gentile concessione di Massimo Buccarello)