Don Piero e la speciale vocazione di chi è avanti negli anni
In tutta Italia crescono i numeri e la qualità della pastorale degli anziani. I sacerdoti, riportandoli al centro della comunità, costruiscono una società più umana.“Sono libri di storia, sentono lo scorrere del tempo ma lo vivono con saggezza e serenità”. Don Piero Rongoni, parroco di Santo Stefano Protomartire a Bracciano (in provincia di Roma e in diocesi di Civita Castellana) degli anziani si prende cura quotidianamente con i suoi collaboratori (Caritas, volontariato vincenziano, Unitalsi, di cui don Piero è anche assistente diocesano, e un gruppo di attivissimi ministri straordinari dell’Eucarestia). Con una percentuale sempre più alta di popolazione parrocchiale over 70, era indispensabile progettare un intervento fraterno e continuativo a loro favore.
Per chi è avanti con gli anni è il senso di abbandono il peso più difficile da sopportare.
“Per questo la soddisfazione più grande è vedere la gioia nei loro occhi quando li andiamo a trovare” – racconta Salvatore Bodecchi, ministro dell’Eucarestia e volontario a 79 anni.
Per non far sentire soli i circa 200 ‘nonni’ che incontra nel suo apostolato, don Piero organizza continuamente attività: dai corsi di ricamo e cucito, a quelli di ballo fino alla ginnastica dolce. Poi i sacerdoti e i ministri dell’Eucarestia vanno spesso a trovare chi non può camminare, vanno per loro dal medico, in farmacia, o a pagare una bolletta. “Tanti davanti alla fine della vita non si rammaricano – spiega don Piero -. Hanno ben chiaro che il loro percorso porta con sé frutti gradevoli da ricordare e da lasciare come memoria”.
(foto di Emanuela Bongiovanni e Maurizio Cogliandro)
Marcellina Massimi, 67 anni, volontaria, vive quest’esperienza con energia: “Con don Piero siamo un conforto materiale, per le piccole commissioni, e spirituale con la Comunione”. La dedizione della comunità verso gli anziani è valsa alla parrocchia anche un contributo regionale: “Abbiamo partecipato ad un bando ed ottenuto fondi per il progetto ‘Aggiungi un nonno a tavola’ – spiega don Piero -. È un laboratorio fatto dai nonni delle nostre case di riposo, dagli anziani della parrocchia e dai ragazzi delle scuole medie e superiori per mettere a confronto la cucina tradizionale con quella fast food, realizzando un tutorial ed una pubblicazione con le ricette dei nostri nonni”.
La vecchiaia è un tempo di grazia, di speciale vocazione,
ha detto di recente Papa Francesco, che torna spesso sull’importanza di reagire alla cultura dello scarto dei più fragili accogliendo e facendo tesoro dei nostri ‘maggiori’. I sacerdoti, sostenuti anche dalle nostre offerte, ce lo ricordano anche con i gesti quotidiani.
(Costantino Coros)