La Bibbia, una miniera: in parrocchia per cercare oro
Una parrocchia popolare e popolata, in cui la meditazione orante della Parola di Dio segna il passo di tutta la vita comunitaria. Un percorso che va avanti negli anni e che non cessa di riservare sorprese e scoperte preziose per chi lo ha intrapreso, come ci racconta il parroco di Santa Maria Consolatrice, don Luigi Lani. E non mancano i giovani.Tra via di Portonaccio e via di Casal Bertone, tra i primi edifici venuti su alle fine degli anni Venti e le palazzine di nuova costruzione, sorge la chiesa di Santa Maria Consolatrice, sulla piazza omonima. Il cuore del quartiere, con le panchine e l’area pedonale. Ogni sera la attraversano in tanti ed entrano in chiesa per la messa feriale, sempre molto partecipata. «Come fosse domenica», dice orgoglioso il parroco don Luigi Lani, a Casal Bertone da sei anni. Il venerdì, poi, c’è ancora più gente. Una folla silenziosa, raccolta. «In qualche modo la comunità si ferma perché ogni venerdì, per tutto il giorno, c’è l’adorazione eucaristica, con la possibilità per i fedeli di vivere questa dimensione di silenzio e di preghiera personale», spiega don Luigi. La giornata si conclude con la lectio divina, o viene anticipata – il giovedì – sempre dalla lectio. «Da tre anni – spiega il parroco – abbiamo due appuntamenti fissi dedicati all’ascolto della Parola: quello del giovedì alle 16.15 e quello del venerdì sera. Il giovedì vengono soprattutto le persone più adulte e gli anziani, mentre il venerdì sera si è formato un bellissimo gruppo biblico che coinvolge anche molti giovani».
Sarà forse merito della radicata devozione mariana dei parrocchiani, con i festeggiamenti per Santa Maria Consolatrice, l’ultima domenica di maggio, vissuti sempre con grande partecipazione. O forse dell’impronta lasciata da Benedetto XVI, che qui a Casal Bertone era di casa. Da cardinale, Joseph Ratzinger era titolare di Santa Maria Consolatrice e frequentava assiduamente la comunità. Lo ricorda una lapide, scoperta il 19 marzo scorso; lo testimoniano le foto esposte nel corridoio che porta agli uffici parrocchiali: ecco Benedetto XVI appena eletto Papa, in visita nella sua parrocchia il 18 dicembre del 2005; o ancora immortalato mentre, ancora cardinale Ratzinger, celebra le cresime. «A Benedetto XVI è intitolato anche il Centro culturale della parrocchia – ricorda don Lani –, con le attività teatrali e le conferenze bibliche».
Cura la lectio divina, invece, don Francesco Argese. «A volte basta una Parola perché il Signore ci cambi la vita», dice il sacerdote, studente al Pontificio Istituto Biblico. «Noi leggiamo il testo per pregarlo – spiega –, quindi alla lectio segue sempre un momento di meditazione e di preghiera personale. Il frutto è bellissimo, perché poi diamo spazio alla condivisione dove si può toccare con mano come lo Spirito agisca nella vita di ciascuno. Facciamo una lettura della Scrittura per ascoltare la Parola,
un esercizio di meditazione lasciando che la Parola lavori dentro di noi».
Se inizialmente quella portata avanti a Santa Maria Consolatrice era un’esperienza di lectio in senso stretto del termine, «l’iniziativa è cresciuta con entusiasmo di anno in anno e ora è diventata un’esperienza di lettura orante della Scrittura – racconta il sacerdote –, una lettura alla luce dello Spirito Santo, ai fini dell’orazione insomma. Non si tratta di un esercizio solo mentale, che coinvolge l’intelletto o vuole fornire competenze sul testo, ma ha proprio come finalità quello di suscitare la preghiera sulla Parola di Dio». Sulla base dei testi che la liturgia propone per la domenica, evidenzia ancora don Francesco, «il nostro approccio è sulla Scrittura per arrivare a cogliere, ad ascoltare, a ruminare la Parola di Dio».
Senza fermarsi alla traduzione ufficiale del testo biblico. «Quello che ho sempre cercato e sempre cerco di comunicare – prosegue don Francesco – è di non accontentarci del testo così come ci viene presentato nella traduzione ufficiale, ma invito a partire da una traduzione letterale per mettere in rilievo gli aspetti belli del testo, che sono a volte quelli anche più difficili. Si dice sempre che ogni traduzione è un tradimento… Il nostro esercizio ogni venerdì parte dal testo in originale per cercare la traduzione più fedele possibile e da lì far emergere i significati più profondi. Questo suscita entusiasmo, a volte noi perdiamo la ricchezza dei testi perché ci fermiamo alla traduzione ufficiale».
(di Giulia Rocchi – foto e video di Cristian Gennari)