Dall’altare all’area di rigore, fare squadra per il bene
I sacerdoti della diocesi di Trani Barletta Bisceglie ora hanno anche una squadra di calcio, di cui fa parte anche il vescovo Leonardo D'Ascenzo. Un'occasione per rinsaldare la fraternità e prendersi cura della propria salute, ma anche per ricordare a tutti quanto lo sport possa essere strumento educativo e occasione di annuncio.Un pallone e la voglia di mettersi in gioco, basta davvero poco per coltivare la fraternità e rendere più solida la comunione sacerdotale. Nata per volontà dell’arcivescovo della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, mons. Leonardo D’Ascenzo, la squadra di calcio composta dai presbiteri della chiesa locale ha già calcato il terreno di gioco. Il 16 ottobre scorso, infatti, è stata disputata la prima partita ufficiale contro la formazione Universo Salute-Opera Don Uva, costituita dal personale sanitario dell’omonima struttura.
La squadra è formata da un gruppo di venti preti, compreso l’arcivescovo, con alla guida tecnica un sacerdote esperto di calcio, e due referenti nominati dal vescovo: don Pasquale Quercia e don Francesco Doronzo. “Ci incontriamo con una cadenza quindicinale per imparare a stare in campo, fare squadra e assimilare gli schemi di gioco. È importante essere consapevoli delle nostre capacità e dei nostri limiti – raccontano i due presbiteri –, in questo modo rafforziamo i vincoli di amicizia e comunione”.
Lo sport unisce, diverte e al contempo aiuta tutti ad avere uno stile di vita sano attraverso l’equilibrio psico-fisico.
Grazie alla fatica e all’impegno quotidiano, l’esperienza sportiva è una vera e propria palestra dello spirito, per conciliare la consapevolezza delle proprie debolezze e la responsabilità del proprio ruolo. Ma non è solo questo. “Non bisogna dimenticare che quest’esperienza ci porta ad annunciare Gesù attraverso un comportamento corretto, dando il buon esempio, proprio perché un buon cristiano è anche un ottimo sportivo” – spiegano ancora i due referenti. Il calcio da un lato è un’occasione per i presbiteri per divertirsi insieme, dall’altro è anche “uno strumento di riscatto sociale – racconta don Pasquale – soprattutto nelle comunità parrocchiali che vivono l’esperienza dell’oratorio.
Grazie al gioco di squadra, i ragazzi possono coltivare i valori del rispetto, della collaborazione e dell’amicizia e favorire una crescita serena ed equilibrata”.
Anche se si tratta di partite di calcio e ci si affronta per vincere, sia in campo che fuori non c’è mai nessun nemico: “si gioca sempre insieme all’altro e mai contro. Non si tratta, banalmente, solo di affrontare avversari – precisa don Francesco – ma di condividere un’esperienza fatta di gioco e di sano agonismo, durante la quale lo scontro si trasforma in incontro”. Occasioni in cui lo stile evangelico contraddistingue l’atleta e il divertimento è testimonianza di una vita densa e ricca di significato.
“Il progetto vuole raggiungere tutte le realtà del territorio diocesano, portando in campo i valori più belli del gioco del calcio, come il rispetto dell’altro, la sana competizione e il saper accettare le sconfitte. Nel corso del tempo – prosegue don Francesco – lo sport sarà l’occasione per mettere al centro tematiche come la pace, la carità, il volontariato, il servizio, la povertà educativa e lo sviluppo delle giovani generazioni”.
Un terreno, quello dello sport, dove dimensione ludica e spirituale si integrano per “dare il meglio di sé”, come dice il titolo stesso del Documento sulla prospettiva cristiana dello sport e della persona umana del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita del 2018.
(Giacomo Capodivento – foto gentilmente concesse dalla diocesi di Trani Barletta Bisceglie)