Margherita di Savoia, il sale della fede: accoglienza e dignità per tutti
Già dal 2016 la comunità di Margherita di Savoia, rinomata per le storiche saline, si è attivata per dare un'accoglienza dignitosa agli immigrati che, specie d'estate, affollano questo litorale. I volontari dell'UNITALSI e delle Caritas si alternano per offrire il servizio docce e lavanderia a circa 40 utenti, ma tutto l'anno la crisi economica spinge anche tante famiglie italiane a chiedere supporto e solidarietà.Fino al 1879 erano le Saline di Barletta, le più grandi d’Europa, le seconde al mondo, poi riconosciute come riserva naturale statale e zona umida di valore internazionale. Il nome di questa località balneare sulla costa adriatica fu cambiato in onore della regina d’Italia: Margherita di Savoia. Siamo nella sesta provincia pugliese di Barletta-Andria-Trani, nel territorio dell’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Qui i punti di forza sono: l’offerta turistica estiva, lo stabilimento termale, l’ampio litorale di sabbia ferrosa (15 km) che ospita 95 stabilimenti, con un fondale poco profondo, il Museo Storico delle Saline, adiacente alla torre cinquecentesca, che si estendono per circa 20 km e 4500 ettari di suolo.
Immigrati di ogni provenienza – dall’Africa all’Asia – hanno sempre affollato queste spiagge, cercando di sbarcare il lunario col commercio ambulante. “Per questo – spiega don Matteo Martire, parroco del SS. Salvatore o Chiesa Madre e referente diocesano della pastorale sociale – ci siamo attivati con le Caritas parrocchiali già dal 2016, in via sperimentale, per consentire a queste persone, nei mesi di permanenza estiva, un soggiorno dignitoso. Ma con le restrizioni dell’era covid la vita è diventata più complessa, con una riduzione notevole di presenze. Il covid ha rallentato molto le attività pastorali e forse ci siamo un po’ impigriti, con un parziale allontanamento di laici impegnati, specie quelli più fragili.
Nel 2022 tuttavia, sostenuti dall’arcivescovo D’Ascenzo, in collaborazione con la locale sottosezione UNITALSI, abbiamo avviato il progetto di solidarietà “Accoglienza e dignità”, finanziato con con i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, per circa 40mila euro come prima annualità. Questo ha consentito di adeguare a norma gli impianti elettrici in un’ala della sede UNITALSI – locali del demanio dove un tempo viveva il custode delle Saline – di acquistare lavatrici, detersivi, detergenti e pagare le utenze. Un’esigenza di carità per tanti fratelli che vivevano ai margini, in spiaggia, o costretti a fitti turistici improponibili”.
“Per tre giorni a settimana – continua il dott. Antonio Diella, responsabile della Caritas cittadina – si alternano i volontari UNITALSI (una ventina) e delle Caritas per offrire il servizio docce e lavanderia a circa 40 utenti. Nei primi venti giorni di agosto, periodo di massima affluenza, il servizio viene garantito ogni giorno.
Sosteniamo anche nuclei familiari in difficoltà per le bollette di acqua e luce e tanti anziani soli.
Fino a qualche tempo fa abbiamo garantito la mensa, ma gestire i pasti con etnie diverse e menu differenti era diventato problematico. La dignità è il motore del nostro impegno, che va oltre la comunità civile ed ecclesiale – continua Diella – e richiede ai volontari molti sacrifici, specie con il caldo. Tra i volontari i giovani non sono moltissimi, perché la maggior parte di loro è a studiare altrove. Per regolare l’afflusso, evitare i conflitti e per ottenere buoni risultati occorre educare alla carità ordinaria. Con i piccoli lo stiamo facendo in parrocchia: durante l’anno pastorale ogni domenica i catechisti, di cui diversi unitalsiani, chiedono ai bambini un impegno di carità da portare a termine con un dono durante l’Eucarestia. L’espressione di carità è sempre collegata alla celebrazione della messa festiva: il significato concreto di Cristo che si dona attraverso i fratelli. Solo se saremo capaci di creare un ambiente solidale, non con micro e macro frizioni all’interno, o fatto solo di programmi che si affastellano, avremo dato vita ad una comunità cristiana”.
“Nei punti di ascolto Caritas cittadini tramite le 4 parrocchie – aggiunge Maria Uccelli, responsabile Caritas della Chiesa Madre – affluiscono utenti per ogni necessità: indumenti, cibo, pagamenti bollette o affitto. Sono margheritani, marocchini, senegalesi, cingalesi. Dal 2022 non dimentichiamo gli ucraini. Alcuni lavorano nelle campagne e si fermano oltre l’estate. Il caro bollette ha rimesso purtroppo in gioco le Caritas: e siamo sempre in emergenza. Siamo affiliati al Banco delle opere di carità di Bitonto, da cui riceviamo gli alimenti. Sagre, mercatini e altre iniziative anche durante il periodo di Avvento o di Quaresima servono poi a finanziare le nostre casse per aiutare i poveri. Il nostro ringraziamento speciale per questo progetto va alla Società proprietaria della Salina, a tanti cittadini di buona volontà, ai margheritani emigrati che tornano a trovarci nel periodo delle vacanze, a tutti i volontari e a coloro che manifestano una particolare attenzione nei confronti di chi si spende per dare una vita dignitosa a tutti”.
(testo e fotografie di Sabina Leonetti)