C'è un dono per te

Accogliere la Parola di Gesù ci fa fratelli tra noi, ci rende la famiglia di Gesù.

A noi sta seminare, e seminare con amore, con impegno e con pazienza. Ma la forza del seme è divina.

La fede comincia dal credere che non bastiamo a noi stessi, dal sentirci bisognosi di Dio.

La malattia più grande della vita è la mancanza di amore, è non riuscire ad amare.

Senza apertura alla novità e alle sorprese di Dio, senza stupore, la fede diventa una litania stanca che lentamente si spegne e diventa un’abitudine.

Un battezzato che non sente il bisogno di annunciare il Vangelo, di annunciare Gesù, non è un buon cristiano.

Solo il cuore che non si fa rapire dalla fretta è capace di commuoversi, di accorgersi degli altri, delle loro ferite, dei loro bisogni.

Dio ama agire così: fa cose grandi a partire da quelle piccole, da quelle gratuite.

Il Signore desidera con noi un rapporto d’amore: prima delle cose che riceviamo e facciamo, c’è Lui da amare.

Nessuno in questo mondo, per quanto ami un’altra persona, può farsi cibo per lei. Dio lo ha fatto, e lo fa, per noi.

Attorno all’altare troviamo ciò che ci sfama e ci disseta spiritualmente oggi e per l’eternità. Ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa, in un certo senso, anticipiamo il cielo sulla terra.

Cercarlo nella nostra vita quotidiana, nella storia. Questa è la strada per l’incontro con Dio: la relazione con Cristo e i fratelli.

C’è sempre la tentazione di “sistemare Dio” con qualche devozione esteriore, ma Gesù non si accontenta di questo culto: vuole una fede che arrivi al cuore.