3 Luglio 2023

L’arte e la cultura per conoscere il territorio e le proprie radici

Una rete di relazioni tra le varie istituzioni culturali ecclesiali e quelle civili, promuovendo l'accesso ai beni culturali locali soprattutto per i più giovani e abbattendo le barriere architettoniche che escludono chi è diversamente abile. L'arcidiocesi di Lanciano-Ortona è un cantiere aperto, brulicante di iniziative di vario genere, come ci racconta don Domenico Di Salvatore.

Quando si nomina Lanciano la mente corre al santuario del miracolo eucaristico, conosciuto in tutto il mondo. La presenza di un gran numero di pellegrini ha mobilitato da tempo l’arcidiocesi di Lanciano-Ortona a compiere notevoli sforzi per garantire l’apertura degli edifici religiosi oltre ogni esigenza liturgica. E soprattutto a mantenere vivo il rapporto tra Chiesa e arte, rendendo fruibile il patrimonio storico, architettonico e librario.

“Dal 2017 – spiega don Domenico Di Salvatore, economo diocesano e vicario episcopale per l’amministrazione, ma anche direttore del Museo diocesano – con l’associazione di volontariato La Santa Casa portiamo avanti il progetto Chiese Aperte, unica diocesi abruzzese, anche grazie al contributo dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, e abbiamo instaurato una collaborazione con la diocesi di Teramo-Atri per il Museo Capitolare di Atri. Scopo del progetto è continuare a garantire l’apertura e la custodia del nostro patrimonio monumentale e l’accoglienza negli edifici di culto e negli istituti, soprattutto all’utenza svantaggiata. L’associazione organizza ogni anno un corso di formazione – per il 2023 dal 15 giugno al 15 settembre – che rappresenta una preziosa occasione per poter qualificare professionalmente quanti già operano volontariamente nell’ambito dei beni culturali ecclesiastici. La proposta formativa si rinnova di anno in anno e prevede lezioni sulla specificità dei beni culturali ecclesiastici, sulla sensibilizzazione alla cura e all’accoglienza nei luoghi di culto e su tematiche storico-artistiche relative ai monumenti del territorio diocesano, dal loro restauro alla loro valorizzazione integrale”.

“I nostri volontari – precisa il presidente de La Santa Casa, l’avvocato Francesco Teodori – non sono guide turistiche ma acquisiscono competenze ad hoc per accogliere i pellegrini e indirizzarli non sono al santuario di Lanciano ma in tutti gli altri luoghi dove si respirano arte e fede. Tutte le  iniziative sono coordinate dalla nostra associazione in collaborazione con l’arcidiocesi di Lanciano Ortona, il comune di Lanciano, il comune di Ortona, la soprintendenza per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio dell’Abruzzo, l’Unpli (unione delle pro loco d’Italia) delle provincia di Chieti e con il contributo  di privati. A dimostrazione del fatto che

quando la rete istituzionale funziona in sinergia con quella associativa ed ecclesiastica, si restituisce dignità ad ogni territorio, promuovendone una conoscenza approfondita”.

“Prima del covid infatti – continua Ada Giarrocco, responsabile del Museo diocesano  e della gestione Beni Culturali – , nell’ambito delle giornate MAB (Musei Archivi Biblioteche) del 2019, avevamo messo a punto l’iniziativa “Tra gli Appennine e le onde, condividere per moltiplicare”, che prevedeva uno scambio di opere d’arte. Oggi abbiamo instaurato rapporti in tal senso con le diocesi di Pescara-Penne e di Sulmona-Valva, per i musei civici, e con Termoli-Larino. La nostra diocesi ha due sedi del Museo diocesano con collezioni diverse e numerose chiese antiche che preserviamo con restauri. Siamo inseriti nel PNRR come Museo diocesano per l’eliminazione delle barriere fisiche, sensitive e sensoriali, perché intendiamo garantire massimo accesso a non vedenti, ai non udenti e a chi ha difficoltà motorie”. Oltre al museo la diocesi vanta una biblioteca e un archivio diocesano guidati dallo stesso responsabile, Anselmo Martino. “La Biblioteca diocesana di Lanciano – racconta Martino, che da ben 17 anni collabora con la curia diocesana di Lanciano – è stata istituita nel 1987 per volere dell’arcivescovo Enzio D’Antonio, cultore librario. Fino ad allora i volumi erano sparsi e in parallelo l’arcivescovo istituì anche il Museo diocesano. Il fondo della biblioteca conta più di 23 mila volumi che, oltre alle tematiche religiose, spaziano dalla letteratura alla storia, alla filosofia e alla geografia, con un prezioso atlante del 1660. Dal 2010 è inserita nella catalogazione dei beni culturali ecclesiastici. Molto visitata dagli studenti di teologia e dagli storici, consente il prestito locale e inter-bibliotecario e, dopo il covid, ha riaperto anche l’accesso alle scolaresche. Abbiamo coinvolto gli studenti del liceo classico nel lavoro di catalogazione, non semplice, consentendo loro di svolgere anche una ricerca sull’albero genealogico della propria famiglia.

È fondamentale stimolare i giovanissimi per catalizzare attenzione e interesse”.

Paola Marrollo, docente di scuola primaria, vicaria in pensione, pedagogista, da tre anni collabora con l’ufficio scuola diocesano e con i referenti della Biblioteca, Archivio e Museo diocesano. “I nostri primi interlocutori – spiega la Marrollo – sono stati i docenti di religione per sensibilizzare il mondo della scuola alla conoscenza degli istituti culturali diocesani, sia nella scuola primaria che secondaria. Il mese di maggio dedicato solitamente ai libri è stato ricco di proposte costruttive per mostrare la bellezza della nostra Biblioteca e del Museo diocesano. Tanti i laboratori didattici: con l’iniziativa Detective al Museo i ragazzi divisi in gruppi hanno cercato dettagli sulla base di indizi, in modo da contemplare le opere in esposizione. Un percorso significativo di esplorazione, tradotto poi in un articolo pubblicato sul giornalino scolastico, in cui gli studenti della scuola secondaria di secondo grado hanno partecipato a laboratori di legno e ceramica, portando a casa vasetti piantumati con varietà di specie grasse. Tutto questo rientra nei Musei aperti, riattivati dopo la pandemia, non solo indirizzati alle scuole, ma a tutti. I ragazzi amano la caccia al tesoro e quindi si caricano di adrenalina, d’impegno e di passione per cercare, e farlo attraverso le opere d’arte li ha motivati di più. I docenti di lettere hanno affiancato i docenti di religione in questo itinerario che sarà ripetuto nel prossimo anno scolastico”.

“Siamo fermamente convinti – conclude don Domenico Di Salvatore – che la Chiesa non è scomparsa dall’arte e nell’arte, infatti abbiamo organizzato un convegno anche su questo tema, e che tutti gli istituti culturali di una diocesi debbano parlare ai fedeli e a tutta la cittadinanza della storia del territorio, che è anche religiosa, con una comunicazione biunivoca ad ogni livello. Un futuro migliore parte sempre dalla formazione culturale dei suoi figli, che è molto di più dell’istruzione. Ci auguriamo che ci si possa avvicinare al Vangelo attraverso l’arte, sentiero privilegiato verso l’infinito che è Dio Creatore”.

(di Sabina Leonetti – foto gentilmente concesse da don Domenico Di Salvatore)

3 Luglio 2023
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