Bravi ragazzi! A Reggio Calabria, la parrocchia a emissioni zero
Una serata in pizzeria, don Davide e i ragazzi del coro. Si parla anche dei cambiamenti climatici. Il bisogno di fare qualcosa di concreto è forte... e arriva un'idea: con Treedom, piantare alberi nel Sud del mondo dando lavoro a chi non ce l'ha e producendo ossigeno. Poi lo sforzo di convincere "i grandi" a partecipare, investendo qualcosa. E il gioco è fatto: arriva la parrocchia a "emissioni zero"!Piantando un albero di cacao si compensano 55 kg di Co2, pari a quella prodotta percorrendo 390 km in aereo. O a quella consumata da diverse lampadine e, perfino dalle candele che bruciano in una chiesa: a San Cristoforo a Reggio Calabria, ad esempio, che – a quanto sappiamo – è l’unica parrocchia al mondo a emissioni zero.
Tramite il sito internet Treedom, infatti, la comunità ha piantato degli alberi di cacao in Camerum, tali da compensare i 600 kg di Co2 prodotti ogni anno dalla parrocchia. In realtà hanno fatto ancora meglio: grazie a queste piante, compensano 1,27 tonnellate di Co2, più del doppio di quella che immettono nell’atmosfera. Non solo. La coltivazione del cacao crea possibilità lavorative per i camerunensi. Ogni albero è tracciato, può essere chiamato con un nome scelto dall’acquirente e viene seguito digitalmente nelle sue fasi di crescita.
Un’idea originale nata dai ragazzi della parrocchia, molto sensibili al tema dell’ambiente. «Treedom ci ha dato un lume di speranza, la possibilità di fare la nostra parte e dare il nostro contributo», dichiara Marco, 16 anni, che canta nel coro parrocchiale. «Abbiamo calcolato quanto la nostra parrocchia consuma e ci siamo dati l’obiettivo di cercare di recuperare tutta questa anidride carbonica emessa – spiega –. Al momento siamo riusciti a piantare poco più di venti alberi di cacao».
Il denaro necessario per acquistare gli alberi è stato donato dai fedeli, grazie alla sensibilizzazione portata avanti dai giovani.
Come Ilaria, 14 anni, che si sente maturata grazie a questa esperienza. «Fin da piccola ho coltivato due passioni, quella per lo sport, grazie alla pallavolo, che pratico tuttora, e quella per la musica, grazie al coro della parrocchia, dove canto, suono la chitarra e i bonghi», racconta. Ed è stato proprio grazie alla sua presenza nel coro che ha scoperto una nuova “passione”, ancor più forte delle altre: quella per l’ambiente e per la solidarietà. «Noi umani emettiamo veramente tanta Co2! – esclama –. Trovandoci a parlare di questo argomento, con i miei amici, abbiamo cercato di trovare delle soluzioni concrete. Così abbiamo pensato alla piattaforma Treedom, che permette di piantare alberi e al contempo dare lavoro alle persone disoccupate». Il coinvolgimento degli adulti e gli anziani della comunità parrocchiale, all’inizio, «non è stato facile – ricorda Ilaria –. Poi, fortunatamente, dopo aver approfondito queste tematiche, in tanti si sono convinti e hanno deciso di aiutarci».
Un nuovo albero in Camerun può fare la differenza anche a Reggio Calabria.
«So che progetti come questo ci permettono di rendere il nostro territorio più bello di quanto lo sia già – riflette la giovane –. La nostra terra è la prima forma di bellezza che incontriamo, è pura…. Siamo noi umani, a volte, che con le nostre azioni, anche inconsapevolmente, causiamo effetti devastanti all’ambiente».
Il trentasettenne parroco don Davide Imeneo, che guida la comunità di San Cristoforo dal 2020, ha saputo intercettare l’attenzione dei suoi ragazzi per la tematica ambientale. «Ho capito che se invito i giovani a un incontro sul cammino sinodale non ottengo nulla – spiega –. Dopo la pandemia mi sono reso conto che i gruppi hanno grande difficoltà, c’è una partecipazione più solitaria alla vita parrocchiale. Ma invece ha senso far vivere ai ragazzi dei momenti di aggregazione al di fuori del contesto parrocchiale. Così ho deciso di andare a cena in pizzeria con i membri del coro, che vanno dalla terza media al quinto superiore». Durante la cena si è parlato di un tema che «sta a cuore a tutti i ragazzi, indistintamente, e li accomuna – ricorda il sacerdote – cioè l’ambiente, molto legato agli stili di vita. Quando parliamo di inquinamento, di emissioni, noi adulti lo facciamo come se stessimo cercando di fare un’opera buona nei confronti del creato, dobbiamo cercare di inquinare meno perché fa male all’ambiente. Loro hanno un approccio diverso, perché sono preoccupati concretamente per il loro futuro».
Gli effetti del surriscaldamento globale sono evidenti a Reggio Calabria, nella loro drammaticità: il bagnasciuga si riduce, il mare erode le coste. Anche una pianta in un altro continente può portare i suoi frutti fino a qui.
«Ne pianteremo ogni anno, per continuare a compensare tutta l’anidride carbonica che produciamo».
(di Giulia Rocchi – foto gentilmente concesse da don Davide Imeneo)