Tavèrnola: un quartiere che rinasce intorno alla parrocchia
Un sobborgo nel comasco, a due passi dalla Svizzera, alle prese con lo spopolamento e la difficoltà a tenere saldo il tessuto sociale. Ma attorno alla parrocchia sta rinascendo una rete che dà speranza, scommettendo sul reale coinvolgimento dei più giovani nelle attività dedicate a loro.A Tavernola, quartiere periferico di Como vicino al confine con la Svizzera, la parrocchia del Cristo Re è protagonista di un progetto di rilancio degli spazi di aggregazione e delle attività educative e sportive per i giovani della zona. Rimettendo a nuovo i campi di calcio, calcetto e pallavolo si vuole ridare centralità allo stare insieme degli adolescenti, chiamati anche a partecipare all’organizzazione delle attività di animazione.
L’oratorio uno spazio di comunità è il titolo del progetto selezionato per il Bando Emblematici Provinciali 2022, che consentirà di dare continuità al lavoro intrapreso dal parroco di zona con i ragazzi, anche grazie al contributo di Fondazione Cariplo.
Fino a una decina di anni fa Tavernola era un luogo vitale, con circa 4600 abitanti. Progressivamente la coesione di questa comunità è però venuta meno: nell’ultimo decennio ha perso oltre il 30% della popolazione e una serie di servizi, con una conseguente maggiore difficoltà a farsi carico della crescita educativa dei minori e dei giovani.
Dalla fine del 2019 diventa parroco don Roberto Bartesaghi e riconosce una situazione complessa: in parrocchia è solo a gestire una comunità che va incontro a una profonda trasformazione demografica. La popolazione sta invecchiando e diminuendo. Siamo a circa 3000 abitanti e 1300 nuclei familiari e i giovani in oratorio sono sempre meno. “La situazione che ho trovato – spiega Don Roberto – era di pochi animatori adolescenti con l’assenza di figure un po’ più grandi che facessero da riferimento”. A complicare ulteriormente il quadro, come per tutti, a pochi mesi dall’insediamento, scoppia la pandemia”.
In linea con l’invito di Papa Francesco a una Chiesa in uscita, don Roberto si concentra sulla collaborazione con altre realtà locali: in particolare, con l’associazione sportiva US Tavernola, storica presenza sul territorio. Utilizzando gli spazi dell’oratorio, dell’associazione e delle scuole, si organizza il centro estivo: uno dei pochi – siamo nell’estate del 2021- che, per le restrizioni sanitarie, riesce ad attivarsi in città.
Visto il buon esito e la partecipazione riscontrata, si arriva a costruire un progetto di riqualificazione più generale.
Don Roberto ha una strategia chiara: vuole ripartire dai ragazzi.
E si rivolge anche a Lumilhub, impresa sociale comasca, esperta di progettazione partecipata e politiche giovanili. “I giovani – afferma Lucia Villani, project manager di Lumilhub – sono difficili da agganciare, fruiscono infatti di proposte e servizi ma hanno scarsa esperienza di collaborazione col mondo degli adulti”.
Il progetto però li ricolloca al centro del quartiere, protagonisti degli spazi e delle attività dedicate ai loro coetanei. Saranno proprio loro a ripensare uno dei saloni dell’oratorio perché possa divenire uno spazio accogliente e riconosciuto come proprio. “Questo vale anche per la parte sportiva. Abbiamo due diciassettenni che coordinano una parte delle attività – racconta Daniels Zampieri, presidente dell’US Tavernola -, due quattordicenni che aiutano gli allenatori nella gestione della squadra dei più piccoli, e ragazzi che studieranno per diventare allenatori”.
“Per la formazione dei ragazzi – conclude Lucia – questa è un’esperienza molto significativa. Dietro a ogni ragazzo ci sono fragilità più o meno profonde, si percepisce la fatica di tutti a stare nella relazione, a stare nell’impegno”. Arrivano subito i primi frutti: tornano i giovani animatori in oratorio, gli adolescenti che lo frequentano stabilmente sono circa quaranta. La società sportiva passa dai 130 agli oltre 250 tesserati. Arrivano ragazzi anche dai quartieri vicini perché le famiglie riconoscono l’efficacia della proposta educativa e le aziende della zona sostengono la riqualificazione degli impianti sportivi.
In risposta al progressivo declino degli ultimi dieci anni, la parrocchia è diventata il motore del rilancio per l’intero quartiere.
(testo e foto di Davide Scorza)