Sgrana e cammina, pregare insieme per le vie di Roma
Sono le Camminate mariane, un’iniziativa nata nel settore Centro della diocesi di Roma, che sta avendo sempre più successo. Perché non è vero che il Rosario è solo la preghiera delle nostre nonne. Ce lo racconta padre Davide Carbonaro, parroco di Santa Maria in Portico in Campitelli.È una serata come tante nel centro di Roma, tra i ristoranti affollati e le vetrine ancora illuminate, i turisti che passeggiano, i ragazzi che entrano ed escono dai locali. Poi ci sono loro, un gruppo di persone di età diverse. Qualcuno abita in zona, qualcuno è venuto da lontano. Camminano insieme, uno accanto all’altro, parlano tra loro. Sorridono. Non portano stendardi, non cantano. Percorrono un tratto di strada insieme ed entrano in una delle tante chiese che, per un motivo o per l’altro, sono legate alla Vergine Maria. Lì vengono accolti da un sacerdote, ascoltano la storia di quel luogo di culto e recitano il Rosario. Sono le Camminate mariane, un’iniziativa nata nel settore Centro della diocesi di Roma, che sta avendo sempre più successo.
Perché non è vero che il Rosario è solo la preghiera delle nostre nonne. «Il Rosario è una preghiera semplice, antica, ripetitiva ma bella perché strettamente legata al Vangelo, ed è per questo che continua a rimanere attraente». Lo spiega padre Davide Carbonaro, parroco di Santa Maria in Portico in Campitelli, una delle parrocchie meta di queste passeggiate, dove la devozione a Maria risale ai tempi dell’imperatore Giustiniano. «La mia chiesa è legata a un’immagine mariana storica della città di Roma – ricorda –; nel 2024 saranno 1.500 anni dall’apparizione della Madonna nel portico di santa Galla. Qui è costante la pietà e il culto della Vergine, soprattutto nei tempi di difficoltà, ad esempio è stato ancor più sentito durante la pandemia». La chiesa – a due passi da largo Argentina e da Campo dei fiori – deve il suo nome al portico di Galla, ricca patrizia romana, che alla morte del marito preferì dedicarsi alla fede piuttosto che convolare a nuove nozze. «Il portico della sua casa divenne un vero luogo di carità dove la memoria di Cristo era venerata nei poveri e nei pellegrini. Galla li serviva personalmente», raccontano in parrocchia. E proprio nel portico, nel 524, apparvero due angeli che le consegnarono un’icona della Madre di Gesù. Immediatamente, si racconta, la città fu liberata da una terribile pestilenza.
«L’esperienza della camminata mariana – riprende padre Davide – è più o meno questa:
si arriva in una chiesa; c’è un momento di accoglienza; si ascolta il racconto della storia di quel luogo,
in particolare la presenza di un’immagine mariana, di una grazia ricevuta, di un’apparizione miracolosa. Poi si recita il rosario, si cantano le lodi di Maria e poi si esce e si cammina per strada, non in una processione, ma una semplice camminata insieme come gruppo, come popolo, scambiandosi anche impressioni, confrontandosi». Camminando insieme «si intrecciano relazioni, si ha l’occasione di condividere – prosegue il sacerdote – e poi davvero si rende concreta, in questo modo,
l’immagine della Chiesa come popolo che cammina con Maria.
Recuperare questi spazi di presenza popolare è proprio quello che ci chiede Papa Francesco, significa tornare alle radici della nostra fede».
La proposta piace, tanto che non partecipano solo i residenti della zona, ma arrivano anche da altre parti della città. Santa Maria del Popolo, Sant’Andrea delle Fratte, San Giacomo in Augusta sono alcune delle tappe proposte nella Camminata mariana dello scorso 7 dicembre, alla vigilia della solennità dell’Immacolata, guidata dal vescovo Daniele Libanori e conclusasi con l’omaggio al monumento a piazza di Spagna.
Nei momenti forti dell’anno liturgico, l’esperienza viene sempre riproposta. «In Avvento, in Quaresima – sottolinea padre Carbonaro – ma anche a maggio e a ottobre, che sono i mesi dedicati a Maria. C’è tanta voglia di partecipare, e di rendere familiare il Rosario in modo nuovo».
Anche perché «tante persone che si avvicinano alla fede per la prima volta, iniziano proprio da questa preghiera – osserva ancora il sacerdote, appartenente ai Chierici Regolari della Madre di Dio –. Il Rosario non è solo una celebrazione della Vergine, ma anche di Gesù, perché attraverso i misteri Maria ci conduce al vertice del Vangelo».
(Giulia Rocchi)